I morti per le alluvioni a Livorno sono sette
Il corpo di una donna è stato trovato nel giardino di un'abitazione sommersa dal fango: c'è ancora un disperso
A causa delle alluvioni provocate dalle forti piogge cadute tra sabato e domenica nella zona di Livorno, in Toscana, sette persone sono morte e una risulta ancora dispersa. Il settimo corpo è stato trovato nel pomeriggio di lunedì, dopo una giornata di ricerche. Durante la notte tra domenica e lunedì ha piovuto per circa un’ora, ma intere zone della città sono ancora allagate, centinaia di auto sono state danneggiate, decine di abitazioni sono inagibili, alcuni ponti sono crollati e diversi sottopassaggi sono invasi dall’acqua. L’allerta meteo per pioggia è stata estesa fino a domani, ma è stata declassata da arancione a gialla. Oltre alla ricerca dell’ultimo disperso la priorità resta quella di liberare le strade dal fango il prima possibile. La regione ha chiesto al governo lo stato di emergenza e saranno stanziati tre milioni di euro per i soccorsi. Oggi asili e scuole sono rimasti chiusi e in mattinata è arrivato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per un incontro in prefettura. Circa novanta persone, nel frattempo, sono state ospitate nei palasport di Rosignano e di Livorno.
Il bilancio ufficiale conferma che sono morte sette persone. Tra gli altri, un bambino di quattro anni, i suoi genitori (Simone Ramacciotti di 37 anni e Glenda Garzelli di 34) e il nonno (Roberto Ramacciotti, 65 anni). Erano tutti al piano terra della loro casa tra lo stadio Armando Picchi e l’Accademia navale: l’appartamento si trovava tre metri sotto il livello stradale e si è riempito d’acqua dopo l’esondazione di un torrente. Secondo le ricostruzioni poco prima della sei del mattino di domenica l’acqua ha invaso la strada e poi il cortile della palazzina. La pressione dell’acqua ha distrutto il muro del cortile dietro al quale si trovava l’appartamento dei Ramacciotti raggiungendo i tre metri di altezza. Della famiglia si è salvata solo la bambina più piccola, due anni, portata fuori dal padre e dal nonno che sono poi rientrati in casa per aiutare l’altro bambino e la donna, rimanendo bloccati anche loro in casa.
Una quinta persona è morta in via della Fontanella: Raimondo Frattali, di 70 anni. La moglie e la figlia si sono salvate salendo sul tetto mentre lui si era attardato in casa. Una sesta persona è morta nel quartiere Montenero, in via Sant’Alò, sulle colline: Roberto Vestuti, 74 anni. Una settima persona è morta in un incidente stradale sulla via Emilia, ma l’episodio non è stato collegato al maltempo.
A Collinaia, l’acqua ha distrutto un’intera abitazione trascinando via marito e moglie che stavano dormendo. L’uomo, di 30 anni, è stato ritrovato a due chilometri di distanza ed è stato trasportato in ospedale: le sue condizioni non sono gravi. Il corpo della moglie, 34 anni, è stato trovato nel giardino di un’abitazione sommerso dal fango lunedì pomeriggio. L’ultimo disperso è un uomo che abitava nella zona e viveva da solo. A denunciarne la scomparsa sono state le sorelle. Le ricerche al momento proseguono in mare, dove i soccorritori temono che la piena possa averlo trasportato.
#11set h9 #Livorno, 100 #vigilidelfuoco impegnati per il soccorso alla popolazione. Proseguono le ricerche dei due dispersi segnalati pic.twitter.com/rgUfKxe4cn
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) September 11, 2017
A Livorno, nella notte tra sabato e domenica, sono caduti più di 250 millimetri di pioggia. Le forti piogge sono state accompagnate da molto vento e da correnti marine dirette verso la terraferma: i fiumi si sono gonfiati, ma le acque non sono riuscite a defluire in mare. Il Rio Ardenza, il principale corso d’acqua di Livorno che è lungo 11 chilometri e che scorre interamente all’aperto, è esondato poco prima di arrivare al mare, in zona Tre ponti, che deve il nome agli archi sotto ai quali passa la foce del torrente. Oltre all’Ardenza hanno esondato il Rio Maggiore e il Rio Banditella entrambi parzialmente “tombati”, cioè incanalati sotto strade e piazze.
#Livorno #maltempo, ricognizione aerea elicottero #dragovf sull'area colpita dal nubifragio pic.twitter.com/8B2vsJX0eM
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) September 10, 2017
Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin del Movimento Cinque Stelle, ha chiesto che sia dichiarato lo stato di calamità e, criticando la Protezione civile della regione, ha detto che lo stato di allerta era arancione e che il livello «non era certamente quello che poteva far presagire» una situazione come quella che c’è stata. Per Nogarin il fatto che lo stato di allerta non fosse rosso ha condizionato tutto il sistema di sicurezza: «Avremmo mandato sms a tutta la città». E, in un’intervista al Corriere della Sera, ha aggiunto: «Adesso io non starei qui a scaricare le colpe sulla catena degli interventi, a dire chi deve pulire i fiumi e i fossi o che la casa travolta fu costruita dove, un tempo, scorreva il Rio Maggiore. Dobbiamo pensare a cambiare i modelli, non a rincorrere sempre l’emergenza». L’allarme arancione – quello intermedio tra i tre livelli di allarme – era stato deciso dalla Regione Toscana venerdì scorso alle 13.08. Nel documento si parlava di «Possibilità di diffusi e significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua maggiori con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, interessamento degli argini, fenomeni di erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; possibilità di occlusioni delle luci dei ponti dei corsi d’acqua maggiori; possibili criticità connesse al transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori anche in assenza di precipitazioni; possibili danni alle opere di contenimento».
Enrico Rossi, presidente della regione Toscana, ha spiegato però che «i due codici (arancione e rosso) non sono molto diversi». A sua volta, il capo della Protezione civile regionale Riccardo Gaddi ha detto che a loro spetta diramare l’allerta ma che poi «sta ai Comuni decidere». Intanto è stata aperta un’inchiesta per disastro colposo. A confermarlo è stato il procuratore capo della Repubblica di Livorno Ettore Squillace Greco.
Da ieri i volontari della protezione civile, i vigili del fuoco, i volontari delle associazioni di soccorso e le forze dell’ordine, sono al lavoro per togliere il fango dalle strade e dalle case. La mattina di lunedì 11 settembre il numero di richieste di aiuto ai vigili del fuoco è continuato a salire, 250 gli interventi in attesa a Livorno dove sono impegnate 90 unità dei vigili del fuoco e dove sono arrivati rinforzi provenienti da altre città della Toscana e anche da fuori.