Cos’è il Voodoo
Della religione africana sappiamo tutti una sola cosa: ed è completamente falsa
La prima cosa a cui quasi tutti pensano quando si parla di Voodoo sono le famose “bamboline Voodoo”, quelle usate per ferire altre persone a distanza, danneggiando un pupazzetto con le sembianze di quella persona. È una cosa che è stata raccontata in decine di film e serie tv, e che per tantissime persone rappresenta l’unica conoscenza sul Voodoo. Ed è falsa. In realtà, come ha spiegato recentemente la giornalista Pumza Fihlani su BBC Africa, il Voodoo è una religione con una lunga storia ancora molto praticata in diverse parti del mondo, nata in Africa e poi arrivata con gli schiavi negli Stati Uniti, dove con forme e nomi leggermente diversi esiste ancora. E da nessuna parte, se non nei film, ci sono le famose bambole Voodoo.
Il Voodoo, spiega Fihlani, si basa sulla venerazione della natura e degli antenati, e sulla credenza che i vivi e i morti coesistano fianco a fianco: il mondo dei morti è sovrapposto a quello delle persone e vi si può accedere grazie a una serie di spiriti intermediari, che sono un legame anche con dio. I credenti Voodoo hanno un concetto semplice del peccato: credono che si debbano sempre compiere buone azioni e che si sarà puniti per quelle cattive. L’idea negativa e riduttiva che molti hanno del Voodoo, dice sempre Fihlani, si deve al colonialismo e al modo in cui il cristianesimo è stato diffuso nei paesi africani. In particolare, il sacrificio degli animali praticato dai fedeli Voodoo è stato associato alla stregoneria, nonostante sia un’usanza radicata anche nelle tradizioni di molte altre religioni.
La religione Voodoo è nota soprattutto per le bambole usate in alcune cerimonie, ma in pochi ne conoscono i principi e spesso non viene nemmeno considerata una religione, ma piuttosto una specie di stregoneria. Un esempio abbastanza recente è contenuto nel film animato di Disney La principessa e il ranocchio, ambientato in Louisiana, cioè uno dei posti in America in cui il Voodoo è rimasto nella tradizione degli afroamericani, anche se con forme un po’ diverse: il “cattivo” del cartone è uno stregone abbigliato come un sacerdote Voodoo che evoca gli spiriti dei morti.
Nel Benin, un paese dell’Africa occidentale che confina con Togo, Nigeria, Burkina Faso e Niger, almeno l’11,6 per cento della popolazione si dice di religione Vodoun o Vodun, quella che di solito in Europa e negli Stati Uniti viene chiamata Voodoo, o con la traslitterazione italiana Vudù. Il Voodoo è una delle religioni ufficiali del Benin dal 1996: è stato il primo stato africano a riconoscerla come tale. Secondo una stima del 2013, il 27 per cento della popolazione del paese è musulmano, il 48,5 per cento cristiano, ma è noto che nel paese molti praticano sia il cristianesimo che il Voodoo, una “doppia religione”, e identificano nei santi cristiani gli spiriti del Voodoo. Dodji Amouzouvi, un sociologo e antropologo esperto di tradizioni e religioni africane, ha detto a Fihlani: «C’è un detto da queste parti che dice: “Cristiani durante il giorno e Voodoo di notte”. Significa semplicemente che anche chi pratica altre religioni torna sempre al Voodoo in un modo o nell’altro».
Il Benin non è l’unico paese africano in cui è diffuso il Voodoo: ci sono dei fedeli della religione anche nei vicini Togo, Nigeria, Ghana e Costa d’Avorio. In occasione del 10 gennaio, considerato il giorno del Voodoo perché fu in questa data che divenne religione ufficiale del Benin, si tiene una grande festa nella città di Ouidah, in Benin, a cui partecipano anche fedeli provenienti da altri paesi.
A Ouidah si trova il Tempio dei Pitoni, un importante santuario Voodoo, dove i fedeli si recano in questo periodo dell’anno per fare ammenda dei propri peccati, sacrificando degli animali e facendo altre offerte agli dei. All’interno del santuario vivono più di cinquanta serpenti: i pitoni sono un simbolo di forza associato allo spirito Dagbe, che viene onorato nel tempio. A lui i fedeli Voodoo chiedono il potere di cambiare, di diventare persone migliori, e il sangue degli animali sacrificati è il mezzo attraverso cui fare questa richiesta. La carne degli animali invece viene cucinata e mangiata dai fedeli.
Tracce del Voodoo africano si sono conservate anche in Louisiana, nel sud degli Stati Uniti, e in alcuni paesi dell’America Latina, dove però si sono sviluppate credenze leggermente diverse: anche se vengono a loro volta chiamate Voodoo – Vodou ad Haiti, Vodú a Cuba, Vudú nella Repubblica Domenicana, Vodum in Brasile – ci sono molte differenze con la religione africana. In America il Voodoo era arrivato per via della tratta degli schiavi (a Ouidah, tra le altre cose, c’era uno dei più grandi centri di commercio di schiavi) ed è una delle poche cose rimaste nelle culture afroamericane a rappresentare un legame con le origini africane. I padroni degli schiavi ritenevano che il Voodoo fosse una forma di stregoneria e punivano duramente gli schiavi che lo praticavano: secondo alcune ricostruzioni storiche la repressione del Voodoo è proprio ciò che rese gli schiavi più determinati a conservarlo.
Fihlani ha anche intervistato un alto sacerdote del Voodoo di Ouidah, Daagbo Hounon, che le ha detto: «Il Voodoo non è il male, non è il diavolo. Se credi e qualcuno pensa male di te e cerca di danneggiarti, il Voodoo ti protegge. Alcuni dicono che sia il diavolo, ma noi non crediamo nel diavolo e anche se esistesse, non è certo qui». I visitatori stranieri sono i benvenuti per Hounon, e a Ouidah è possibile partecipare a una specie di cerimonia di iniziazione per chiunque sia interessato al Voodoo: viene spiegato come usare le erbe mediche, come pregare e meditare, come praticare i rituali rivolti agli dei. Hounon ha detto a Fihlani che questo programma è popolare tra i turisti provenienti dagli Stati Uniti, da Cuba e da alcune parti dell’Europa.
Regine Romaine, un’antropologa statunitense di origini haitiane, ha spiegato a Fihlani che la cattiva reputazione del Voodoo in giro per il mondo è dovuta in gran parte ai film di Hollywood che ne hanno diffuso un’immagine scorretta, ad esempio nel genere horror. Come molti altri afroamericani, Romaine ha cercato di capire il Voodoo per comprendere le proprie origini e trovare un legame con un’identità culturale che è stata persa a causa della tratta degli schiavi.
Dal cinema e dalla televisione vengono anche le cosiddette “bambole Voodoo” – che in innumerevoli film e serie tv vengono usate per danneggiare una persona a distanza, colpendo la bambola che la rappresenta con degli aghi o in altri modi. Oggetti simili non fanno parte della tradizione Voodoo o di quella africana ed erano usati anche in Europa molto tempo prima che il Voodoo fosse scoperto dai colonialisti: l’idea che venissero usate dai credenti Voodoo inizialmente era stata diffusa per screditare la religione quando arrivò negli Stati Uniti. Poi il cinema ha fatto il resto.