La Catalogna ha convocato un referendum per l’indipendenza il primo ottobre, la Spagna ha fatto ricorso
Il Parlamento catalano ha approvato la legge che consente la convocazione, il prossimo 1 ottobre, di un referendum sull’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. La risoluzione del Parlamento catalano è stata approvata con 72 voti favorevoli (su 135), quelli della maggioranza al governo guidata da Carles Puigdemont e formata da Junts pel sì (“Uniti per il sì”) e Candidatura d’unitat popular (CUP, partito separatista di sinistra e anti-capitalista). I deputati di Podemos (che in Catalogna ha un altro nome) si sono astenuti e quelli dell’opposizione hanno invece lasciato l’aula in segno di protesta.
Lo scopo della legge approvata è stabilire le regole del referendum e le sue conseguenze in base al risultato: la legge prevede una scadenza, fissata per il 2 ottobre, giorno della proclamazione ufficiale dei risultati. La legge dice anche che il risultato del referendum è vincolante e non prevede quorum. La domanda del referendum sarà: “Volete che la Catalogna sia una repubblica indipendente?”. Due ore dopo il voto al parlamento della Catalogna, il presidente secessionista Carles Puigdemont e i ministri del governo hanno firmato il decreto di convocazione del referendum.
L’approvazione di questa legge è stata criticata duramente dal governo spagnolo, che ha parlato di “atrocità costituzionale” e che ha precisato che farà tutto quanto in suo potere per fermare il voto del prossimo primo ottobre. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha dunque ordinato agli avvocati del governo di presentare un ricorso presso la Corte Costituzionale del paese in modo che la risoluzione venga annullata. La Corte – che finora, su ricorso del governo centrale, ha bocciato tutte le iniziative del governo catalano verso l’indipendenza – dovrebbe sospendere la legge in giornata. Come con le risoluzioni approvate in passato, non si arriverà probabilmente a nulla di concreto.