Per Dior, Gucci e Louis Vuitton non sfileranno più modelle troppo magre
Come stabilito da un accordo tra LVMH e Kering, le due principali multinazionali del lusso e della moda: la taglia minima sarà la 36 italiana
LVMH e Kering, le due principali multinazionali del lusso, entrambe francesi, che possiedono alcune delle più importanti aziende di moda al mondo – la prima Louis Vuitton, Dior, Céline, Givenchy, Kenzo e Fendi tra le altre, la seconda Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen e Bottega Veneta – hanno annunciato che smetteranno di assumere modelle eccessivamente magre per le loro sfilate, a partire da quelle della Settimana della moda di Parigi che inizierà il prossimo 26 settembre. In particolare le modelle dovranno portare una taglia superiore alla 32 francese, che corrisponde all’italiana 36, che veste donne con circonferenza dei fianchi compresa tra gli 84 e gli 87 centimetri. Non impiegheranno inoltre modelle con meno di 16 anni per i vestiti da adulti.
La decisione è un tentativo di rispondere alle accuse che il mondo della moda, con le sue modelle magrissime, promuova un’immagine irrealistica e malsana del corpo delle donne, contribuendo a diffondere disturbi alimentari e sofferenza psicologica. Ultimamente riviste e aziende del settore sono sempre più attente a rappresentare la diversità dei corpi femminili, scegliendo soprattutto nelle pubblicità donne dai colori della pelle e dalle forme del corpo diverse. L’annuncio arriva anche dopo l’entrata in vigore, a maggio, di una legge francese che vieta l’utilizzo di modelle troppo magre, con pene fino a 75 mila euro di multa o a sei mesi di carcere: le modelle devono presentare un certificato medico che ne attesti la buona salute e di avere un indice di massa corporea almeno di almeno 18 (cioè dovranno pesare almeno 55 chili se alte un metro e 75 centimetri). Sempre a maggio Louis Vuitton era stata criticata dalla modella danese Ulrikke Hoyer, che era stata definita troppo grassa per sfilare e invitata a bere solo acqua per 24 ore.