Le pene d’amore dei drusi
Se fai parte di una piccola comunità religiosa in cui è proibito sposare chi non ne fa parte, trovare un partner diventa difficilissimo
I drusi sono circa 1,5 milioni di persone che seguono una religione di origine mediorientale chiusa al resto del mondo, cioè a cui non ci si può convertire. Vivono soprattutto in Libano, in Israele, in Giordania e in Siria (almeno ci vivevano prima della guerra), ma c’è una comunità anche negli Stati Uniti composta da circa 30mila persone, che si è formata a causa delle guerre in Medio Oriente e della successiva emigrazione. Forse non avete mai sentito parlare di questa comunità, ma conoscete dai giornali una donna che ne fa parte: Amal Alamuddin, la moglie di George Clooney. Ecco: sposando Clooney, Alamuddin ha evitato un problema che affligge i giovani drusi che vogliono rispettare le regole della propria religione: trovare una persona da sposare. Infatti per la religione drusa, un druso può sposare solo una drusa e viceversa; in caso contrario i figli della coppia non potrebbero essere drusi.
Questo è un problema perché i drusi sono pochi e vivono in piccole comunità separate tra loro. Ed è un problema sia per i singoli giovani drusi che vorrebbero avere una famiglia all’interno della propria religione, sia per l’intera comunità di cui fanno parte, perché potrebbe portare alla sua estinzione (tanto più che oggi sempre più giovani drusi fanno come Alamuddin e sposano persone non druse). Lo stesso Walid Jumblatt, uno dei leader politici dei drusi in Libano e capo del Partito Socialista Progressista libanese, ha sposato una donna non drusa.
Il leader druso libanese Walid Jumblatt e sua moglie Noura all’Eliseo, a Parigi, il 21 febbraio 2017 (AP Photo/Michel Euler)
Per rimediare alla questione, le comunità druse negli Stati Uniti partecipano a raduni annuali che durano diversi giorni. Nel corso di questi eventi i bambini seguono laboratori didattici, adolescenti e adulti lezioni di catechismo (un altro problema di avere comunità piccole e lontane tra loro in una religione in cui la lettura dei testi sacri è riservata a poche persone è che si sanno poche cose sul proprio credo) e tutti quanti prendono parte a feste, cene e balli. Per le madri di giovani donne e giovani uomini, però, i raduni sono soprattutto un’occasione per far conoscere futuri mariti e mogli. A organizzare i raduni è l’American Druze Society, che ha sede a San Antonio, in California. Sia la presidente che la vicepresidente dell’associazione, così come la figlia di quest’ultima, hanno incontrato i loro mariti a un raduno. Un’altra strategia per risolvere la questione matrimoniale tentata dai drusi americani, in alternativa ai raduni, è andare in vacanza in Libano e sperare di incontrare lì i loro futuri compagni.
In ogni caso per i giovani drusi uscire con qualcuno è molto difficile, non solo perché è complicato conoscersi tra drusi, ma anche frequentarsi: spesso bisogna prendere l’aereo per uscire insieme. Da questo punto di vista sono stati i social network a facilitare le cose. Ci sono anche le guerre che complicano il tutto: ad esempio, i matrimoni tra drusi siriani e israeliani che vivono sulle alture del Golan sono sempre stati complicati per la contesa tra Israele e Siria su questo territorio.
La religione dei drusi è nata circa mille anni fa, staccandosi dall’Islam. Pur avendo un’origine musulmana, però, è molto diversa dall’Islam. La sua dottrina mette insieme elementi islamici, cristiani ed ebraici, e anche il principio della reincarnazione: questo è alla base della chiusura della comunità religiosa, perché si pensa che solo un druso possa reincarnarsi in un druso. Tra le caratteristiche della religione dei drusi c’è anche il fatto che le donne possono essere guide religiose come gli uomini, che la poligamia è vietata e che non ci sono orari del giorno precisi o luoghi prestabiliti in cui pregare. I drusi considerano il Nuovo Testamento della Bibbia e il Corano dei testi sacri, ma hanno anche un proprio testo sacro, il Kitab al Hikma, che solo un selezionato numero di iniziati può leggere. Nel tempo i drusi sono stati più volte vittime di persecuzione da parte dei musulmani e a partire dal 1975, con l’inizio della guerra civile in Libano, hanno cominciato a emigrare dal Medio Oriente, disperdendosi.
Per i drusi sposarsi all’interno della propria religione è importante sia per non separarsi dalla propria famiglia d’origine più del necessario (dato che i drusi vivono in piccole comunità lontane tra loro, le separazioni fisiche sono spesso inevitabili), sia per non essere corresponsabili dell’estinzione della religione e anzi contribuire a garantirle un futuro. Alcuni vogliono soprattutto che i propri figli abbiano la possibilità di crescere nella loro stessa comunità, con la sua storia e la sua cultura. Daniel Halabi, un druso di 22 anni che vive a Chicago e che è un religioso della sua comunità, ha spiegato al Los Angeles Times che vorrebbe cercare moglie in Libano perché le comunità druse negli Stati Uniti hanno smesso di rispettare la religione come si dovrebbe fare secondo lui. Sui giovani drusi americani pensa che abbiano perso la loro identità e che per questo rischino di perdersi nella società: «Se smettiamo di essere drusi, diventiamo come tutte le altre persone del mondo che non hanno un’identità».
A volte, soprattutto in Medio Oriente, i drusi che sposano persone non druse vengono considerati come morti dai loro familiari; quattro anni fa in Libano una donna drusa scappò con un uomo musulmano e i parenti di lei, dopo aver inseguito la coppia, assalirono l’uomo e gli tagliarono il pene. Ci sono comunque anche posizioni meno conservatrici tra i drusi: c’è chi pensa che si dovrebbe considerare druso chiunque sia figlio di un padre druso, come fa il governo libanese quando rilascia i documenti. Alcuni drusi americani, sposati all’interno della religione, hanno deciso di dire ai propri figli che possono sposare chi vogliono.