Vent’anni senza Lady Diana
Storia e foto della vita e dell'impegno della principessa più famosa al mondo
Diana Spencer, famosa soprattutto come “Lady Diana”, è morta vent’anni fa, a 36 anni, la notte tra il 30 e il 31 agosto del 1997. È considerata una delle persone più popolari e discusse della seconda metà del Novecento, su cui circolano – amplificati dall’industria mediatica attorno alla famiglia reale britannica – tantissime storie e altrettanti pettegolezzi. La sua vita pubblica e privata fu seguita e raccontata con costanza, sensazionalismo e a tratti con ossessione: e molti dicono che almeno per un po’ fu lei stessa ad alimentare con la stampa un rapporto di complicità. Sullo sfondo di queste storie c’è l’immagine di una donna infelice, anticonformista per quel che poteva permettersi e molto amata dal popolo del Regno Unito, che senza dubbio tra lei e il principe Carlo – erede al trono del Regno Unito, che Lady Diana sposò e da cui divorziò – scelse lei. “La principessa del popolo”, la chiamarono e la chiamano ancora gli inglesi adottando la fortunata definizione di Tony Blair.
Lady Diana, titolo ereditato dalla sua famiglia di origine, morì in un incidente automobilistico a Parigi insieme al suo compagno Dodi Al-Fayed. Per commemorare i vent’anni dalla morte della madre, i suoi figli William e Harry hanno raccontato per la prima e ultima volta pubblicamente i loro ricordi legati a lei in un documentario andato in onda qualche settimana fa su HBO, intitolato Diana, Our Mother: Her Life and Legacy.
Diana Spencer era nata il primo luglio del 1961 a Sandringham, nella contea di Norfolk, da un’antica e importante famiglia britannica. I suoi genitori si separarono quando lei aveva sette anni e la causa legale per la custodia dei figli venne persa dalla madre. Nel 1975, in seguito alla morte del nonno, Albert Spencer, Diana ricevette il titolo di Lady e suo padre (che si risposò con una donna che non amava i figli nati dal suo precedente matrimonio) ereditò quello di conte Spencer. Lady Diana studiò fino a sedici anni nel Regno Unito, non superando gli esami per il college, e poi in Svizzera in una scuola molto prestigiosa dove alle “signorine” venivano insegnate le buone maniere. Dopodiché si trasferì a Londra vivendo in un appartamento con altre due ragazze, e iniziò a lavorare prima come bambinaia e poi in un asilo.
Diana conobbe Carlo nel 1977 durante una battuta di caccia. Carlo a quel tempo frequentava sua sorella maggiore, Lady Sarah: i due si lasciarono dopo circa un anno, ma Diana continuò a frequentare la famiglia reale ricevendo da Carlo attenzioni e inviti. Fu allora che i fotografi cominciarono a interessarsi a lei: una sua immagine, scattata durante l’orario di lavoro all’asilo, metteva in mostra il profilo delle sue gambe attraverso il tessuto della gonna. Fece scalpore, contribuì ad accrescere la sua popolarità e fu la prima di una lunghissima serie di foto del genere. La frequentazione tra Carlo e Diana proseguì fino a quando, nel 1981, lui la invitò al castello di Windsor e le chiese di sposarlo. Diana accettò ma la notizia venne tenuta segreta per quattro settimane. Dopo l’annuncio ufficiale del fidanzamento, Diana partì per una vacanza in Australia con la madre. Tornata a Londra lasciò il proprio appartamento, si trasferì a Buckingham Palace e cominciò a studiare il protocollo reale.
Il matrimonio venne celebrato il 29 luglio del 1981 nella Cattedrale di St. Paul a Londra; le nozze furono trasmesse in televisione e seguite da circa 800 milioni di persone. L’anno dopo Lady Diana, diventata Sua Altezza Reale Principessa di Galles, partorì il suo primo figlio, William, in un ospedale pubblico anziché a palazzo, come avrebbe voluto invece la tradizione. Il secondo figlio, Harry, nacque due anni dopo, nel 1984. Nel frattempo, Lady Diana – chiamata dai giornali anche Lady D – aveva cominciato ad assolvere ai numerosi doveri ufficiali a cui era tenuta accompagnando il marito in giro per il mondo: nei Paesi Bassi, in Australia, in Nuova Zelanda, in Italia e poi negli Stati Uniti, dove lei e Carlo incontrarono Ronald Reagan e dove Diana ballò con John Travolta indossando un abito di velluto blu, come mostra una delle sue foto più famose. La coppia visitò poi il Giappone, l’Indonesia, la Spagna e il Canada dove Lady Diana ebbe un malore e svenne (più tardi racconterà che il marito la rimproverò di non avere avuto la decenza di svenire in privato).
(Diana Spencer balla con John Travolta alla Casa Bianca, Washington D.C., a una cena per lei e il principe Carlo il 9 novembre 1985 – ©Pete Souza/ Ronald Reagan Library/CNP/ZUMA Wire via ANSA)
In quegli stessi anni Lady Diana cominciò a occuparsi di ciò che la rese così amata e popolare: visitò ospedali, scuole, associazioni benefiche, partecipò a centinaia di raccolte fondi per senzatetto, tossicodipendenti, anziani e soprattutto bambini. Tutto questo lo fece un po’ a modo suo, prestando attenzione per alcune cause tradizionalmente ignorate dal resto della famiglia reale, come l’AIDS e la lebbra, mostrandosi calorosa e umana invece che distante e austera, visitando i malati sempre senza guanti. I giornali dicevano che lo facesse per segnare la differenza con la regina Elisabetta II, che li indossava sempre e con cui non aveva un grande rapporto, o che semplicemente lei era vicina alle persone comuni. Durante il suo ultimo anno di vita si impegnò attivamente nella campagna internazionale contro le mine antiuomo. Nel 1998 alla Camera dei comuni, l’allora ministro degli Esteri rese omaggio al suo lavoro che contribuì, dopo la sua morte, alla firma del Trattato di Ottawa, una convenzione internazionale per la proibizione dell’uso delle mine. Anche in questo caso, Diana si fece fotografare con elmetto e giubbotto mentre visitava zone di guerra nell’ex Jugoslavia.
Negli anni Novanta il suo matrimonio entrò definitivamente in crisi. I giornali avevano già iniziato a raccontare dei problemi di Carlo e Diana, che avevano a che fare con l’educazione dei figli, con la lontananza di lui, con la presenza constante tra loro di Camilla Parker-Bowles, attuale seconda moglie di Carlo, e con le depressioni e i problemi alimentari di Lady Diana. Nel maggio del 1992 la situazione peggiorò: in un libro venne rivelato l’adulterio di Carlo con Camilla, l’infelicità di Diana e i suoi presunti tentativi di suicidio. Poi vennero rese pubbliche le registrazioni di alcune conversazioni telefoniche di Carlo con Camilla e di Diana con un suo vecchio amico. Sulla vita di Diana vennero girati film e scritti libri. Nel dicembre del 1992, infine, venne annunciato che Carlo e Diana avevano deciso di separarsi, di comune accordo, e l’anno successivo lei dichiarò di volere una vita più riservata.
Per qualche anno le sue apparizioni pubbliche furono meno frequenti, ma l’interesse da parte della stampa e il sostegno da parte dell’opinione pubblica nei suoi confronti non vennero mai meno. Nel novembre del 1995 diede un’intervista televisiva alla BBC: parlò della sua passata relazione extra-coniugale, della sua infelicità, del rapporto con Carlo e, riferendosi a Camilla, pronunciò una frase divenuta molto celebre: «Well, there were three of us in this marriage, so it was a bit crowded» («Eravamo in tre in questo matrimonio, quindi era un po’ affollato»). Parlando poi del marito come futuro re, spiegò: «Conoscendo il suo carattere, credo che la massima carica, come la chiamo, gli porterebbe enormi limitazioni e non so se saprebbe adattarsi a questo». Il 20 dicembre del 1995, Buckingham Palace rese pubblica la notizia che la regina aveva chiesto al principe e alla principessa di Galles di divorziare. Entrambi accettarono e le pratiche vennero formalizzate un anno dopo. Lady Diana perse il titolo di Altezza Reale mantenendo quello di Principessa di Galles, proseguì nella sua attività di beneficenza e solidarietà e continuò ad apparire accanto alla famiglia reale nelle celebrazioni ufficiali.
Dopo il divorzio, lady Diana ebbe una relazione finita bruscamente con il medico di origine pakistana Hasnat Kahn e poi con Dodi Al-Fayed, ricco imprenditore egiziano. Era con lui la notte dell’incidente nel tunnel dell’Alma a Parigi. Il 30 agosto del 1997 i due partirono in auto dall’Hotel Ritz in Place Vendôme per sfuggire ai giornalisti e ai fotografi che li aspettavano lì fuori. Poco dopo mezzanotte, all’ingresso del tunnel, l’autista perse il controllo della macchina che sbandò e si schiantò contro un pilastro. Dodi Al-Fayed e l’autista morirono sul colpo. La guardia del corpo, seduta sul sedile anteriore, rimase gravemente ferita. Lady Diana, ancora viva, venne soccorsa e poi trasportata in ambulanza all’ospedale Pitié-Salpêtrière, dove arrivò poco dopo le 2 di notte. Aveva gravi lesioni interne e venne dichiarata morta due ore più tardi. La morte di Diana – su cui vennero avviate delle inchieste e su cui vennero costruite decine di teorie del complotto, che coinvolgevano sia i servizi segreti britannici che la famiglia reale – suscitò una reazione impressionante, una specie di commozione globale, e la regina fu costretta a rinunciare all’idea di un funerale privato. La regina Elisabetta venne anche accusata di freddezza e disinteresse per la morte dell’ex nuora, e alla fine decise di rientrare a Londra e di parlare in diretta televisiva di quello che era accaduto: disse che Lady Diana era un «essere umano straordinario».
Il funerale si svolse il 6 settembre. Per le strade di Londra parteciparono circa 3 milioni di persone. Durante la cerimonia Elton John cantò Candle in the Wind e il fratello di Diana disse di lei che era «una donna dalla nobiltà innata, che andava oltre le classi sociali», e che negli ultimi anni aveva «dimostrato di non aver bisogno di un titolo reale per continuare a generare il suo particolare tipo di magia». Il funerale venne trasmesso in diretta dalle televisioni di tutto il mondo e fu seguito da oltre due miliardi di persone. Il principe Carlo riprese a vedere ufficialmente Camilla a partire dal 1999, due anni dopo la morte di Diana, e i due si sposarono nell’aprile del 2005, con una cerimonia piuttosto sobria a Windsor. Formalmente Camilla è principessa del Galles, come lo era prima Diana, ma per rispetto ed evitare confusioni preferisce essere chiamata con il titolo minore di duchessa di Cornovaglia.