• Sport
  • Mercoledì 30 agosto 2017

Le cifre del calciomercato non sono poi così assurde

Se ne può parlare, naturalmente, ma prima di concludere ogni acquisto i club si affidano a esperti che ne calcolano l'impatto economico e sportivo: quindi meglio abituarsi

Neymar prima della partita di Ligue 1 tra En Avant Guingamp e Paris Saint-Germain (JEAN-SEBASTIEN EVRARD/AFP/Getty Images)
Neymar prima della partita di Ligue 1 tra En Avant Guingamp e Paris Saint-Germain (JEAN-SEBASTIEN EVRARD/AFP/Getty Images)

Con l’acquisto del ventenne esterno d’attacco Ousmane Dembélé da parte del Barcellona per circa 105 milioni di euro – che potrebbero arrivare a 150 contando i bonus – alla sessione estiva del calciomercato di quest’anno si è aggiunto un altro trasferimento fra i più costosi mai portati a termine nella storia del calcio. Le grosse cifre spese dai club in questi mesi hanno suscitato parecchie critiche, anche da parte di allenatori e dirigenti di importanti e ricche squadre europee, da Arsene Wenger, allenatore dell’Arsenal, a Uli Hoeneß e Karl-Heinz Rummenigge, dirigenti del Bayern Monaco, che le hanno definite sconsiderate e fuori mercato. Ma qui c’entrano soprattutto i metodi di gestione del club: probabilmente non vedremo mai il Bayern Monaco spendere 100 milioni per un giocatore, come non vedremo nemmeno Wenger chiedere un giocatore così costoso alla proprietà dell’Arsenal.

I trasferimenti di Neymar, Dembelé, Romelu Lukaku, Alvaro Morata e Benjamin Mendy – i più costosi fin qui quest’estate – hanno alzato notevolmente l’asticella del prezzo medio dei giocatori, più di quanto sia avvenuto negli ultimi anni: Benjamin Mendy, per esempio, che non è certo il primo difensore che viene in mente quando si parla dei più forti giocatori in quel ruolo, è diventato il difensore più pagato nella storia del calcio dopo il trasferimento dal Monaco al Manchester City costato circa 57 milioni di euro. Ma stando agli studi degli analisti interni ai club e di alcune agenzie specializzate nel calcolo dell’impatto che possono avere i nuovi giocatori nelle squadre che li hanno acquistati, le grosse cifre spese dai club quest’estate non sono poi così assurde per i club che le hanno sostenute, e nella maggior parte dei casi sono investimenti ben calcolati.

In un articolo pubblicato dal Financial Times sono stati esposti i criteri usati da alcune di queste agenzie – dei cui servizi si avvalgono molte squadre di calcio europee – nel calcolo degli impatti dei trasferimenti. Quando non si tratta di giocatori molto famosi e altri casi particolari – come lo è stato quello di Neymar – il criterio principale per stabilirne gli effetti su una squadra è rappresentato dalla quantità di punti che un acquisto può aggiungere nel corso di un campionato. Si pensa che il solo acquisto di Romelu Lukaku da parte del Manchester United, per esempio, possa portare dai 4 ai 6 punti stagionali in più alla squadra, poiché stando alle sue prestazioni nelle ultime stagioni, Lukaku migliorerà nettamente la qualità del reparto d’attacco dello United, che dopo Zlatan Ibrahimovic può contare su Marcus Rashford e Jesse Lingard, due giocatori che non garantiscono il rendimento di Lukaku.

Il trasferimento del giocatore, inoltre, rappresenta circa il 12 per cento del fatturato annuale del club e con il contratto di cinque anni che ha firmato, lo United si è assicurato le sue prestazioni per i migliori anni della sua carriera (ora ha 24 anni). Questi sono altri due criteri principali presi in considerazione dalle agenzie: l’impatto nel bilancio societario e il rendimento legato all’età e alla condizione fisica.

Un altro giocatore che potenzialmente potrebbe aver un grande impatto sula squadra che lo ha comprato in estate è Leonardo Bonucci. Secondo le stime riportate dal Financial Times l’ex difensore della Juventus dovrebbe infatti garantire al Milan non meno di 5 punti in più rispetto all’anno scorso. Con lui il Milan ha aumentato molto la qualità del suo reparto difensivo e in questo modo potrà subire meno gol di quelli presi nella passata stagione, almeno sulla carta.

cifre-acquisti-calciomercato

Naturalmente i nuovi acquisti devono essere inseriti in una squadra formata da un’altra ventina di calciatori e, come capita di vedere spesso, avere in squadra dei giocatori che sulla carta migliorano la rosa non garantisce sempre i risultati sperati. Questo però è anche il rischio collegato agli investimenti. Le qualità di Bonucci e Lukaku sono indubbiamente alte e hanno contribuito a migliorare il valore complessivo delle rose delle loro squadre, se però il resto della squadra non dovesse funzionare come previsto, gli investimenti su di loro peserebbero ben più del dovuto sul bilancio. La differenza è che al Manchester United, la squadra più ricca del mondo, potrebbe importare poco, mentre il Milan è in una situazione decisamente diversa.

In questi calcoli i giocatori offensivi garantiscono più incisività degli altri perché oltre ad avere più possibilità di influenzare direttamente i risultati delle partite, possono farlo a prescindere dal resto della squadra più di ogni altro giocatore in campo. Inoltre sono generalmente più famosi e quindi garantiscono più entrante dal merchandising. I difensori e i centrocampisti con caratteristiche difensive hanno più impatto quando offrono più alternative alla squadra o quando migliorano il valore complessivo di un reparto. Un’eccezione è rappresentata da Ederson, portiere brasiliano comprato quest’anno dal Manchester City: il suo allenatore, Pep Guardiola, richiede infatti espressamente dei portieri molto bravi anche con i piedi, che sappiano lanciare con precisione e far girare il pallone in difesa come un giocatore di movimento. L’anno scorso il City prese Claudio Bravo ma il portiere cileno, acquistato per necessità, non aggiunse nulla alla squadra e anzi commise diversi errori decisivi. In questo caso l’acquisto di un portiere che rispecchia alla perfezione le caratteristiche richieste dal suo allenatore ha avuto un impatto maggiore della media del ruolo.

Il trasferimento di Neymar è invece un caso a sé. La presenza di una clausola da 222 milioni di euro superava probabilmente il valore reale del giocatore e ha rappresentato il 40 per cento del fatturato annuale del PSG. Una spesa del genere in altre circostanze avrebbe rappresentato una follia, ma il PSG può contare su una delle proprietà più ricche del calcio e Neymar è uno dei tre giocatori più famosi al mondo: il club ha quindi calcolato di rientrare nell’investimento – oltre che grazie ai successi che la squadra potrà raggiungere con lui – con le entrate provenienti da merchandising, sponsor e altri accordi commerciali. Per quanto riguarda i risultati, con l’acquisto di Neymar il PSG ha rafforzato ulteriormente la propria posizione nel campionato francese, dopo essersi piazzato al secondo posto dietro il Monaco nell’ultima stagione, e si è assicurato secondo le stime almeno 6 punti in più nella stagione appena iniziata.

Infine, le cifre spese dai club nel calciomercato rispecchiano non solo i bilanci societari ma anche il valore dei campionati in cui giocano. La Premier League è di gran lunga il campionato più ricco al mondo e quindi le sue squadre ricevono in media più soldi dagli accordi commerciali rispetto agli altri campionati europei. Questo incide sui costi dei trasferimenti, alzandoli, e quindi 50 milioni spesi per un giocatore pesano molto meno nel bilancio di una squadra inglese rispetto al bilancio di una italiana, per esempio, o di una spagnola (senza contare Real Madrid e Barcellona).