Gravi problemi neozelandesi: il furto degli avocado
Esiste da quando è diventato improvvisamente così di moda, ma quest'anno i ladri si sono fatti più furbi
Negli ultimi anni in Nuova Zelanda, come in diversi altri paesi al mondo, il mercato degli avocado si è notevolmente allargato. Fino a qualche anno fa l’avocado era considerato un frutto esotico, ma ultimamente è entrato nelle diete di molti paesi. La Nuova Zelanda è uno dei produttori che ha più approfittato di questa moda: nel 2013 il business della coltivazione degli avocado valeva 70 milioni di dollari neozelandesi – circa 43 milioni di euro – mentre nel 2017 si stima che arriverà a 198 milioni. Il guaio è che un mercato del genere ha creato un notevole traffico illegale in vari paesi al mondo, e nel caso della Nuova Zelanda un problema cronico di furti nelle piantagioni.
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L’anno scorso in Nuova Zelanda gli avocado rubati venivano rivenduti al pubblico nelle bancarelle sulle strade oppure direttamente a ristoranti e locali. Quest’anno i furti sono aumentati fino ad assumere «una dimensione commerciale», ha raccontato al Guardian il sergente Trevor Brown della Western Bay of Plenty, una regione a sud della capitale Auckland dove sono concentrate diverse piantagioni: «sappiamo di migliaia di frutti rubati in singoli colpi, e vite rovinate. Stiamo prendendo la cosa molto sul serio: non si tratta di rubare un paio di mandarini dall’albero del vicino».
Secondo “New Zealand Avocado” – l’ente che riunisce 1.350 coltivatori che possiedono insieme più 40 chilometri quadrati in cui raccolgono gli avocado – nel 2015 96mila nuove famiglie hanno iniziato a comprare gli avocado, rendendo complicato soddisfare la crescente domanda. In Nuova Zelanda e in Australia infatti gli avocado si usano un po’ dappertutto, molto più che in Italia. Secondo il sito di news neozelandese stuff.co, nel maggio 2015 un avocado costava in media 1,64 dollari neozelandesi: circa un euro; quest’anno, fuori stagione, un solo frutto di avocado è arrivato a costare anche 7,5 dollari neozelandesi, cioè quasi 5 euro.
Una delle novità di quest’anno è che i ladri stanno sperimentando metodi diversi per vendere la merce rubata, dato che la polizia aveva iniziato a pattugliare più spesso i chioschi di vendita diretta. La polizia ha detto al Guardian di avere scoperto vari casi in cui i ladri hanno cercato di usare Facebook per rivendere i frutti rubati. In altri casi hanno coinvolto persone dall’aspetto “più rispettabile”, come racconta Brown, per vendere gli avocado al posto loro e sollevare meno sospetti.
Parlando con RadioNZ, il capo di New Zealand Avocado Jen Scoular ha fatto notare che i negozianti possono dare una grossa mano per contrastare il mercato nero: ad esempio rifiutandosi di comprare gli avocado che costano troppo poco: «se uno vi avvicina e dice che ha degli avocado che costano “un dollaro l’uno”, potete star certi che arrivano da un fornitore non affidabile».