Lavori molto pericolosi: ambasciatore russo
Negli ultimi nove mesi sono morti quattro ambasciatori russi all'estero: l'ultimo è stato trovato ieri nella sua casa di Khartum, in Sudan
Ieri l’ambasciatore russo in Sudan è stato trovato morto nella sua casa a Khartum, la capitale sudanese, per motivi non ancora chiari. Mirgayas Shirinsky aveva 62 anni, soffriva di pressione alta e secondo il corrispondente di AFP a Khartum sarebbe stato trovato nella piscina della sua residenza. Un portavoce della polizia sentito da Reuters ha detto che Shirinsky è morto per cause naturali, ma né il governo russo né quello sudanese hanno confermato l’informazione o aggiunto altri dettagli.
Shirinsky non è il primo diplomatico russo con un incarico all’estero a morire negli ultimi nove mesi, bensì addirittura il quarto. Nel dicembre dello scorso anno era stato ucciso Andrey Karlov, 62 anni, ambasciatore russo in Turchia. Karlov era morto durante un attacco terroristico compiuto durante l’inaugurazione di una mostra di Ankara da un uomo che aveva urlato: «Non dimenticatevi di Aleppo! Non dimenticatevi della Siria!». Le immagini di quell’attacco, e dell’attentatore, finirono su tutti i giornali internazionali grazie al lavoro di un fotografo di Associated Press che passava da lì quasi per caso. Un mese dopo, a gennaio, era morto Alexander Kadakin, 68 anni, ambasciatore russo in India, per un attacco di cuore. Kadarin era un diplomatico molto esperto, che l’Hindustan Times aveva definito «il diplomatico più popolare della capitale».
A febbraio di quest’anno era morto invece Vitaly Churkin, 64 anni, ambasciatore russo alle Nazioni Unite e diplomatico di fama internazionale. Churkin si era sentito male mentre stava lavorando a Manhattan, New York. Il governo russo si era limitato a dire che Churkin era morto improvvisamente, ma non aveva specificato il motivo; la polizia di New York aveva detto che non era stata trovata alcuna prova che potesse far pensare a un crimine.