Il terremoto a Ischia

Una scossa di magnitudo 4 intorno alle 21 ha fatto crollare case e palazzi: ci sono due morti e almeno 36 feriti

I danni del terremoto a Casamicciola Terme, Ischia, 22 agosto 2017
(ELIANO IMPERATO/AFP/Getty Images)
I danni del terremoto a Casamicciola Terme, Ischia, 22 agosto 2017 (ELIANO IMPERATO/AFP/Getty Images)

Poco prima delle 21 di lunedì c’è stato un terremoto nei pressi dell’isola di Ischia, in provincia di Napoli. La scossa è stata di magnitudo 4 e a 5 chilometri di profondità: è avvenuta nei pressi della costa nord-ovest dell’isola, vicino al comuni di Casamicciola. Diversi edifici sono stati danneggiati. Una donna è morta nel crollo della chiesa di Santa Maria del Suffragio; tutti i giornali scrivono anche che un’altra donna è morta nel crollo di una casa dove si trovava, citando come fonte i carabinieri e l’ospedale locale. I feriti invece sarebbero almeno 36, ma anche questa cifra non è stata confermata.

Secondo il capo del dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, gli sfollati dovrebbero essere circa 2.600 (2 mila a Casamicciola e altri 600 a Lacco Ameno, i due comuni maggiormente colpiti): dalla prossima notte saranno ospitati negli alberghi su cui attualmente sono in corso dei controlli per verificarne l’agibilità. Molto probabilmente non sarà allestita alcuna “tendopoli”. Nelle ore successive al terremoto 1.051 persone hanno lasciato l’isola grazie a tre corse appositamente organizzate dalla capitaneria di porto.

La situazione più critica è a Casamicciola, dove è crollato un palazzo di tre piani. Poco dopo la scossa la protezione civile aveva estratto tre persone vive: sotto le macerie erano invece rimasti tre fratelli di 7 mesi, undici e sette anni che al momento della scossa si trovavano a letto. Dopo circa 7 ore è stato salvato per primo il più piccolo, Pasquale, che sta bene. Dopo circa 13 ore è stato salvato Mattias di sette anni, anche lui in buone condizioni, e poco dopo le ore 13.00, quindi a circa 16 ore dal crollo, è stato estratto anche il terzo fratello, Ciro, di undici anni. Tutti e tre i bambini sono stati portati in ospedale. Non dovrebbero esserci altri dispersi.

Nella storia di Ischia sono avvenuti diversi terremoti: il più famoso è quello del 1883, che causò più di duemila morti e distrusse il paese di Casamicciola. La scossa di lunedì sera però è stata relativamente debole. «È allucinante morire per un sisma di questa entità», ha detto al Corriere Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi. «Lascia perplessi come un sisma della magnitudo di quello di Ischia possa provocare danni e vittime nel nostro Paese».

In mattinata, intervistato su SkyTg 24, Peduto ha insistito sul fatto che a circa un anno dal sisma nel centro Italia non sia stato fatto nulla di significativo sul piano della prevenzione e dell’adeguamento. Ischia fra l’altro è uno dei luoghi in Italia con la più alta concentrazione di abusi edilizi, ma è ancora presto per sapere se esiste un legame fra questa situazione e i crolli dei palazzi.

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La questione della magnitudo
La sera di lunedì i primi calcoli segnalavano una magnitudo di 3.6 e una profondità di 10 chilometri: dopo qualche ora il valore è stato precisato grazie ai dati registrati dalla rete sismica dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’istituto ha fatto anche sapere che sono in corso ulteriori analisi per una migliore definizione dei parametri e della magnitudo e che nelle prossime ore verranno forniti degli aggiornamenti. Sul Corriere della Sera il presidente dell’INGV Carlo Doglioni ha spiegato che il comunicato pubblicato inizialmente sul sito dell’istituto è legato a informazioni redatte in automatico dal sistema informatico e che successivamente vengono fatte delle analisi più precise per quantificare la dimensione del sisma.

Nel frattempo, dopo i molti commenti sui giornali e sui social network che hanno legato i danni di un terremoto di magnitudo piuttosto debole all’abusivismo edilizio a Ischia, i sei sindaci dei comuni dell’isola, in una nota, «deplorano le notizie false relative a presunti danni e crolli in tutta l’isola e alle inesistenti connessioni tra l’evento sismico e i fenomeni legati all’abusivismo edilizio, rilevando che i crolli circoscritti alla zona colpita, hanno interessato per lo più strutture antiche tra le quali finanche una chiesa già distrutta dal terremoto del 1883 e poi riedificata».