Pittsburgh fotografata da Elliott Erwitt
Le sue foto scattate nel 1950 sono state dimenticate per decenni, ritrovate e ora raccolte in un libro che ne mostra molte inedite
Quando aveva solo 22 anni, nel settembre 1950, Elliott Erwitt arrivò a Pittsburgh, Pennsylvania, per partecipare a un progetto sulla città guidato dal fotografo Roy Stryker, già famoso per essere stato il responsabile del lavoro fotografico della Farm Security Administration – l’agenzia federale statunitense fondata nel 1937 dal presidente Franklin Delano Roosevelt per contrastare la povertà nelle zone rurali degli Stati Uniti -, da cui arrivarono alcune delle immagini più iconiche della storia della fotografia, con foto di Dorothea Lange e Walker Evans, tra gli altri. Le foto di Erwitt a Pittsburgh sono state da poco raccolte in un libro, dopo essere rimaste sconosciute per decenni.
Quando nel 1950 chiesero a Stryker di documentare i cambiamenti che Pittsburgh stava affrontando, diventando da un grande e inquinato polo industriale a una metropoli moderna e più pulita, Stryker chiamò tra gli altri Erwitt, che aveva conosciuto quell’anno a New York grazie al fotografo Edward Steichen e a cui aveva già affidato in precedenza un lavoro su una raffineria di petrolio in New Jersey.
Insieme a Erwitt, Stryker assunse un gruppo di fotografi tra cui James P. Blair, Esther Bubley, Russell Lee, Arnold Eagle, Richard Saunders e Harold Corsini, che formarono la cosiddetta Pittsburgh Photographic Library (PPL, che diede il nome al progetto). Erwitt ha parlato di quel progetto come “probabilmente la cosa più importante che mi sia capitata per l’inizio della mia carriera”, nonostante il suo incarico durò ben poco: dopo 4 mesi di lavoro fu arruolato nell’esercitò e dovette prestare servizio in Germania. Erwitt portò con sé alcuni negativi – inclusa una delle sue foto più famose, quella di un bambino che si punta una pistola giocattolo alla tempia – ma centinaia rimasero a Pittsburgh e furono recuperati solo nel 2011, quando Vaughn Wallace (allora studente all’università della città e adesso photo editor del National Geographic), interessato al progetto di Stryker, trovò nell’archivio fotografico della Carnegie Library pellicole ancora da sviluppare e provini a contatto attribuiti al fotografo.
Wallace ha spiegato che dopo diversi anni anche Stryker lasciò Pittsburgh e il progetto finì senza una vera conclusione: le foto finirono alla Carnegie Library di Pittsburgh “dove rimasero relativamente indisturbate (sebbene sempre disponibili al pubblico) fin dai primi anni Sessanta”.
Negli ultimi quattro anni Wallace e Erwitt hanno lavorato insieme per selezionare le immagini, tra le più di 400 trovate nella biblioteca, e le hanno raccolte nel libro Pittsburgh 1950, pubblicato ad agosto 2017 dalla casa editrice Gost Books e che si può comprare a 55 euro.
Quando Erwitt iniziò a fotografare Pittsburgh, la città era ancora fortemente associata all’industria dell’acciaio ed era in continuo cambiamento: le sue foto ne mostrano soprattutto gli abitanti, tra la sporcizia e la rovina della parte vecchia e gli edifici nuovi della sua rinascita. Stryker, che era solito dare indicazioni precise ai fotografi sulla narrativa da seguire e le foto da fare, concesse invece a Erwitt (e solo a lui) carta bianca. Fortunatamente risparmiò anche le foto di quel progetto dal suo brutale metodo di selezione: era infatti famoso per scartare le foto che non gli piacevano bucandone il negativo con una perforatrice, rendendole così inutilizzabili.
Anche se alcune delle immagini di Pittsburgh sono già state pubblicate ed esposte nel corso degli anni, molte sono inedite ed è la prima volta che vengono presentate in un’unica collezione e contestualizzate come un importante momento della carriera di uno dei fotografi più famosi del Novecento.
Elliott Erwitt ha 89 anni (è nato a Parigi nel 1928) e la sua carriera è in gran parte associata al lavoro nella grande e importante agenzia fotografica Magnum, di cui nel 1968 divenne anche presidente, e dove arrivò nel 1953 assunto dal co-fondatore Robert Capa.