Il giorno più sanguinoso della “guerra alla droga” di Rodrigo Duterte
Soltanto martedì la polizia filippina ha ucciso 32 persone in una serie di operazioni anti-droga
Nel corso della giornata di martedì la polizia filippina ha ucciso 32 persone in una serie di operazioni anti-droga. È il numero più alto di persone uccise in operazioni di polizia in un solo giorno da quando il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha lanciato la sua controversa guerra alla droga. La polizia ha spiegato che le persone uccise erano tutti sospetti trafficanti che hanno tentato di resistere all’arresto. Nel corso delle operazioni di ieri altre cento persone sono state arrestate.
Dall’elezione di Duterte, nel maggio del 2016, migliaia di persone sono state uccise dalla polizia, a volte nel corso di scontri a fuoco ma molto più spesso anche senza che fosse necessario. Come hanno raccontato diverse inchieste giornalistiche, in pratica la guerra alla droga per Duterte significa torture, rapimenti, uccisioni extra-giudiziarie e forze di polizia che si sostituiscono ai trafficanti nel commercio di droga. Nonostante le critiche internazionali e da parte dell’opposizione interna, Duterte ha detto di voler continuare la sua “guerra” e in più di un’occasione ha detto di voler uccidere tutti i trafficanti di droga e i tossicodipendenti che vivono nel paese, che lui stesso ha stimato in circa tre milioni (nella stessa occasione si è paragonato ad Adolf Hitler).