Cosa si è visto nella Supercoppa italiana
La Juventus è ancora lontana dalla squadra che era l'anno scorso e ha delle cose da sistemare; la stagione della Lazio, invece, sarà tutta da seguire
Pur essendo una partita giocata in pieno agosto, quando le squadre sono ancora nella fase finale della loro preparazione estiva e ancora lontane da come le vedremo nel corso della stagione, nella Supercoppa italiana di domenica sera ci si è potuti fare un’idea della condizione con cui Lazio e Juventus si presenteranno all’inizio della nuova Serie A, la cui prima giornata si disputerà il prossimo fine settimana. E da quello che si è visto nella vittoria per 3-2 della Lazio, è la Juventus la squadra messa peggio, sia dal punto di vista della condizione fisica sia sotto l’aspetto tattico: i cambiamenti della rosa avvenuti negli ultimi mesi sembrano richiedere più tempo per essere aggiustati e alla squadra manca almeno un giocatore a centrocampo, che stando a quanto detto dall’amministratore delegato Giuseppe Marotta prima della partita arriverà nei prossimi giorni.
Come dichiarato dopo la vittoria dal suo allenatore Simone Inzaghi, era da circa un mese che la Lazio si preparava per la Supercoppa: nell’ultimo anno, pur essendo stata una delle migliori squadre della Serie A, la Lazio non aveva vinto niente e la partita di domenica offriva molte possibilità di alzare finalmente un trofeo e vedere riconosciuti i propri sforzi. Il primo vantaggio della Lazio è stato probabilmente questo. La squadra di Inzaghi ha svolto la preparazione in Italia, ha giocato parecchie amichevoli alla sua portata ed è andata all’estero solo alcune partite. La Juventus ha iniziato la preparazione in Italia per poi spostarsi negli Stati Uniti. Lì ha giocato quattro impegnative amichevoli contro grandi squadre, dal Barcellona al PSG. Anche per un discorso di ambizioni, la Juventus non ha dedicato tanto tempo quanto la Lazio alla preparazione della Supercoppa, e nella partita si è visto.
Con una partenza molto decisa, nei primi minuti la Juventus è stata vicina al gol in almeno due occasioni, soprattutto con un tiro di Cuadrado a pochi centimetri dalla porta della Lazio, difesa da Strakosha, dopo un’avanzata sulla fascia sinistra di Alex Sandro. Ma da lì in poi la Lazio ha fatto valere la sua miglior condizioni fisica, mettendo in grossa difficoltà gli avversari. I problemi della Juventus sono iniziati dal centrocampo, dove Pjanic e Khedira, ancora lontani da una condizione fisica accettabile, sono stati sopraffatti dai centrocampisti laziali, con Parolo e Lucas Leiva fissi sulla linea di metà campo e aiutati da Luis Alberto, uno dei migliori in campo, che per tutta la partita si è mosso continuamente fra il centrocampo e la trequarti. Con Pjanic e Khedira già in difficoltà, la presenza di Luis Alberto ha permesso alla Lazio di prendere il controllo del centrocampo e “spezzare” la formazione della Juventus.
Gli attaccanti della Juventus Dybala e Higuain, di conseguenza, sono stati isolati: Higuain non si è praticamente più visto e nella prima ora di gioco Dybala è entrato nelle azioni della Juventus solo nelle ripartenze, andandosi a prendere la palla nella propria metà campo. I due esterni d’attacco schierati da Allegri, Cuadrado e Mandzukic, sono stati fra i giocatori che hanno perso più palloni in campo e non hanno dato alla squadra il contributo che sono soliti dare. Il primo gol della Lazio è nato proprio da un anticipo su Cuadrado, che poi ha permesso a Milinkovic-Savic di lanciare in profondità verso la porta Ciro Immobile, atterrato in modo falloso da Buffon: lo stesso Immobile ha segnato su rigore il gol del vantaggio della Lazio.
La partita è continuata così per la prima ora di gioco, al termine della quale Immobile ha realizzato il secondo gol della partita con un bel colpo di testa su cross di Parolo. Lì Allegri ha deciso di mandare in campo il nuovo acquisto Douglas Costa, e l’esterno d’attacco brasiliano ha contribuito a far girare la partita dalla parte della Juventus. Allegri ha modificato anche la difesa sostituendo Benatia con De Sciglio, facendo così giocare la Juventus con un “vero” 4-2-3-1. Il primo gol della Juventus è arrivato all’85mo minuto con un calcio di punizione dal limite dell’area di Paulo Dybala. Sei minuti dopo Douglas Costa, marcato a fatica dalla Lazio, ha tagliato il campo da destra a sinistra e ha dato la palla ad Alex Sandro, che all’interno dell’area di rigore, sfruttando un contatto con il piede del terzino destro della Lazio Adam Marusic, si è lasciato cadere a terra simulando un fallo e guadagnandosi un calcio di rigore, poi realizzato da Dybala.
A quel punto la partita sembrava dovesse proseguire ai tempi supplementari, ma appena due minuti dopo il gol di Dybala la Lazio è riuscita a segnare il gol della vittoria: Jordan Lukaku, terzino sinistro entrato in campo da un quarto d’ora, non ha trovato particolare resistenza sulla sua fascia e ha potuto avanzare fino alla linea di fondo avversaria. Lì ha saltato con facilità la scivolata di De Sciglio e ha messo la palla praticamente sui piedi di Murgia, che dal dischetto del rigore ha segnato il gol decisivo dieci minuti dopo il suo ingresso in campo.
Negli ultimi cinque anni la Juventus non aveva mai perso una Supercoppa giocata ad agosto: domenica sera non ha solamente perso un trofeo ma ha mostrato di essere ancora lontana dalla squadra dell’anno scorso. Si è notata l’assenza di Leonardo Bonucci in difesa – passato al Milan – e soprattutto la mancanza di un centrocampista difensivo in grado anche di impostare l’azione meglio di quanto non lo sappiano fare Pjanic e Khedira, che pur essendo due grandi giocatori hanno bisogno di tempo per entrare in condizione, come del resto la gran parte della squadra. Per la Lazio, invece, la vittoria in Supercoppa, e il modo in cui è arrivata, aumenta le aspettative sulla squadra per la nuova stagione, dove però dovrà gestire anche gli impegni in Europa League, che spesso incidono parecchio nell’andamento.