C’è una polemica sui castori
In una regione della Gran Bretagna sono stati reintrodotti: c'è chi è entusiasta delle loro dighe e chi pensa che siano dannose
Nel 2011 nel Devon, una contea dell’Inghilterra sud-occidentale, furono reintrodotti i castori, che non vivevano in Gran Bretagna dal sedicesimo secolo quando le popolazioni locali si estinsero per la caccia eccessiva. Nei sei anni che sono passati dal 2011, i due castori introdotti con la protezione del Devon Wildlife Trust all’interno di un perimetro recintato di 900 metri si sono riprodotti (ora ce ne sono 21 adulti) e hanno profondamente modificato l’ambiente in cui sono stati inseriti, trasformando un boschetto attraversato da un ruscello in un terreno paludoso. La re-introduzione di specie estinte nei territori che un tempo abitavano è promossa dall’Unione Europea per proteggere l’ambiente e stimolare il turismo naturalistico, ma nel Regno Unito ci sono opinioni divergenti sul ritorno dei castori: secondo alcuni sono una risorsa importante per l’ecosistema e la loro attività di costruzione delle dighe può scongiurare il rischio di alluvioni; secondo altri, principalmente gli agricoltori, possono fare gravi danni ai campi e ai pascoli.
Prima che venissero cacciati fino all’estinzione, i castori europei (Castor fiber) erano diffusi in tutta la Gran Bretagna. All’epoca il territorio britannico era molto meno antropizzato di adesso e nelle campagne si potevano vedere chiaramente i segni della presenza di questi animali. Come tutti sanno, infatti, i castori abbattono gli alberi e costruiscono dighe di legno e fango lungo i corsi d’acqua; lo fanno per crearsi delle tane e una protezione dai predatori, creando pozze d’acqua profonde che rappresentano il loro ambiente ideale. Le zone abitate dai castori sono quindi parzialmente disboscate e piene di pozze d’acqua. Nell’area recintata che gli è stata riservata nel Devon – prestata all’esperimento di reintroduzione dall’allevatore in pensione John Morgan – in sei anni i castori hanno costruito 13 dighe e canali larghi mezzo metro.
Un gruppo di ricerca dell’Università dell’Exeter ha analizzato come è cambiato l’ecosistema dopo l’arrivo dei castori: nel 2011 avevano trovato solo dieci punti in cui erano state deposte uova di rana, quest’anno ne hanno individuati 681; nel 2011 c’erano solo otto specie di scarafaggi, nel 2015 ventisei; in sei anni molti animali che non si vedevano più nella zona – come aironi, bisce, martin pescatore, cinciallegre e un raro tipo di pipistrelli che si chiamano barbastelli – sono tornati. In Scozia, dove i castori sono stati reintrodotti in modo non controllato (e quindi creando anche alcuni problemi), il numero di diverse specie di piante presenti nelle aree abitate dai castori è cresciuto del 50 per cento, grazie alle loro modifiche del paesaggio.
L’area riservata ai castori nel Devon ha una superficie di tre ettari e il recinto che la circonda è elettrificato per impedire ai castori di spostarsi. In questo video si vede bene com’è l’ambiente di quest’area oggi.
I sostenitori della reintroduzione dei castori dicono che la loro attività di costruzione di dighe non favorisce solo la biodiversità e il prosperare di molte altre specie animali, ma ha anche un effetto positivo sulla qualità dell’acqua dei fiumi e sui rischi di alluvione. Diversi studi scientifici hanno rilevato che nell’acqua che scorre a valle delle dighe dei castori la quantità di sostanze dannose come i fosfati (che arrivano dai fertilizzanti usati nei campo) è minore perché i sistemi di dighe e pozze costruiti dai castori fanno da filtro. Inoltre agiscono da cassa d’espansione in caso di piena di fiumi e torrenti, diminuendo il rischio di inondazioni a valle.
Gli agricoltori che non sono molto entusiasti del ritorno dei castori dicono invece che i sistemi di dighe e pozze posso provocare allagamenti nei campi vicini e quindi danni alle attività agricole. Per questo il Devon Wildlife Trust ha raccolto dei fondi che in caso di problemi agli agricoltori causati dai castori servano da risarcimento. In Scozia, dove i castori sono stati reintrodotti senza una forma di controllo, ci sono stati diversi problemi e gli agricoltori hanno chiesto al governo di poter uccidere gli animali.
Il successo dell’iniziativa del Devon, dove gli agricoltori per ora non si sono lamentati della presenza dei castori, sembra suggerire che con un adeguato controllo la reintroduzione possa portare a una convivenza pacifica. Tuttavia ci sono alcune questioni che dovranno essere affrontate: i castori preferiscono vivere a valle dei corsi d’acqua, dove l’acqua è più profonda naturalmente e stanno più a monte solo se incontrano altre popolazioni di castori. Per sfruttare la loro abilità di creare rimedi “naturali” alle alluvioni quindi bisognerebbe trovare un modo per trattenerli nella parte più a monte dei fiumi. Le recinzioni sono una soluzione, ma evidentemente solo a breve termine.