L’amnistia per le armi da fuoco in Australia
È iniziata il primo luglio e ne sono già state consegnate volontariamente 12.500, anche perché la mentalità sta cambiando
Il primo luglio in Australia è iniziato un periodo di amnistia per chi possiede armi da fuoco non registrate e accetta di consegnarle volontariamente alla polizia o a venditori autorizzati. Finora sono stati consegnati più di 12.500 pistole e fucili, ha annunciato il ministro della Giustizia Michael Keenan giovedì scorso. La cosiddetta National Gun Amnesty durerà fino al 30 settembre: normalmente la legge australiana prevede multe fino a 280mila dollari australiani (cioè 187mila euro circa) e pene fino a 14 anni di prigione per chi possiede illegalmente armi da fuoco.
Philip Alpers, un professore dell’Università di Sydney esperto di politiche sulle armi, ha spiegato al New York Times che la National Gun Amnesty si è già dimostrata un «vero successo» anche se è improbabile che a consegnare le armi siano state e saranno le persone che le usano per compiere dei crimini. La maggior parte delle armi consegnate sono fucili tipicamente usati dagli agricoltori, che sul mercato nero delle armi hanno un valore minore rispetto alle pistole. Nel 2016 un rapporto dell’Australian Criminal Intelligence Commission aveva stimato che sul mercato nero ci fossero più di 250mila fucili e armi a canna lunga, e 10mila pistole. Secondo la polizia molte delle armi irregolari che sono state consegnate appartenevano a persone che le avevano ereditate, o ad altre che si sono trasferite dalla campagna alle aree urbane.
The first month of the Firearm Amnesty has seen more than a ton of guns taken off the streets. #springst pic.twitter.com/ljJ7dPhCCg
— Lisa Neville (@LisanevilleMP) August 11, 2017
Il Nuovo Galles del Sud, lo stato in cui si trova Sydney, è quello in cui finora è stato raccolto il maggior numero di armi da fuoco, 6.400. L’ispettore capo Wayne Hoffman ha detto che in aggiunta sono state consegnate anche più di 110 altre armi proibite, come spade da samurai.
L’ultima grande amnistia per il possesso illegale di armi era stata nel 1996 – era stata indetta dopo la sparatoria di Port Arthur, la peggiore della storia del paese, in cui erano morte 35 persone – e se ne era parlato come di un grande successo. Secondo Alpers, da allora l’attitudine degli australiani nei confronti delle armi è cambiata: oggi sono molte di più le persone che pensano che tenere in casa un’arma da fuoco sia pericoloso per i membri della propria famiglia, per la possibilità che l’arma causi un incidente o sia usata da una persona intenzionata a suicidarsi.
Il poliziotto Steve Batten distrugge un fucile consegnato grazie all’amnistia al Victoria Police Forensic Services Centre, a Melbourne, l’11 agosto 2017 (Robert Cianflone/Getty Images)