“The Greatest Show on Earth”
Stasera inizia la nuova stagione di Premier League, il campionato più seguito al mondo: e c'è davvero tanto di cui parlare
L’ultima stagione della Premier League inglese è finita con la vittoria del Chelsea al primo anno in Inghilterra del suo allenatore, Antonio Conte, che per quei tifosi di Londra è già diventato un idolo. Il Chelsea di un nuovo simbolo ne aveva molto bisogno, visto che il suo idolo per eccellenza, lo storico capitano John Terry, ha lasciato la squadra dopo vent’anni, per andare a Birmingham a giocare con l’Aston Villa. La squadra che nella passata stagione ha concluso la Premier League dietro il Chelsea, il Tottenham di Mauricio Pochettino, finora non ha comprato nessun nuovo giocatore, nonostante l’acquisto di un paio di giocatori importanti fosse ritenuto una mossa indispensabile per rendere finalmente vincente una squadra che nelle ultime due stagioni è stata una delle inglesi più belle e divertenti da vedere. È un po’ lo stesso problema che ha l’Arsenal – ma da vent’anni: fin qui però non ha venduto nessuno, si è tenuto Arsene Wenger, ha preso uno dei migliori centravanti francesi in circolazione, Alexandre Lacazette, e ha iniziato la stagione con una vittoria contro il Chelsea in Community Shield. Però non giocherà in Champions League.
Anche senza l’Arsenal, quest’anno l’Inghilterra avrà ben cinque squadre in Champions League. Oltre a Chelsea, Tottenham, Liverpool e Manchester City ci sarà infatti anche il Manchester United di José Mourinho, sesto classificato nella passata stagione ma qualificatosi direttamente ai gironi grazie alla vittoria dell’Europa League. Da allenatore del club più ricco del mondo, Mourinho ha speso quasi 170 milioni di euro per prendere tre giocatori, fra cui Nemanja Matić dal Chelsea, di cui era un centrocampista fondamentale, e Romelu Lukaku dall’Everton per circa 90 milioni. Con quei 90 milioni l’Everton si è potuto permettere l’ingaggio di Wayne Rooney — chei è quindi tornato a Liverpool, la sua città — e l’acquisto di almeno sei nuovi titolari che hanno alzato parecchio le aspettative sulla stagione della squadra. L’altra squadra di Manchester, il City, di soldi ne ha spesi ancora più dello United (250 milioni di euro, più o meno) e ora è per forza di cose una squadra molto più adatta per quello che ha in mente Pep Guardiola, che l’anno scorso non ha vinto un campionato per la prima volta nelle sue ultime sette stagioni da allenatore.
Proprio il City è probabilmente la squadra più quotata per la vittoria della Premier League 2017/2018, che inizierà stasera all’Emirates Stadium di Londra con la prima partita della prima giornata fra Arsenal e Leicester City (calcio d’inizio alle 20.45). Quello inglese è ritenuto il miglior campionato di calcio del mondo per una lunga serie di motivi. È il più ricco, il più seguito, il più grosso: quello che muove più cose attorno a sé e dove da qualche anno ci sono almeno cinque squadre che in partenza hanno simili probabilità di vincerlo, ciascuna delle quali è composta da molti dei migliori giocatori al mondo, allenati dai più bravi allenatori che si possano trovare in Europa.
Come se la sta passando Antonio Conte al Chelsea
Conte ha conquistato i tifosi del Chelsea fin dalle prime partite della scorsa stagione, principalmente per la sua grande determinazione nell’allenare la squadra e per il modo in cui vive le partite di Premier, sempre agitato e urlante a bordocampo (come lo si vedeva allo Juventus Stadium). Per conquistare la squadra ci ha messo un po’ di più, ma nel giro di poche settimane i giocatori hanno capito le ragioni che stanno dietro il suo soprannome, “martello”, e lo hanno seguito lungo una stagione vincente (nessun’altra squadra nella storia della Premier League ha vinto 30 partite in una singola stagione). E quelli erano gli stessi giocatori che appena pochi mesi prima avevano concluso una delle peggiori annate nella storia recente del club.
I mesi estivi, tuttavia, non sembrano essere andati così bene. Prima il forte interessamento dell’Inter nei suoi confronti ha creato un po’ di incertezza nel suo futuro, poi ci si è messo il mercato. Conte sembra abbia avuto alcune divergenze con la società sulla campagna acquisti (lo stesso motivo per cui lasciò la Juventus a preparazione iniziata, quattro anni fa), che in effetti qualche dubbio lo ha lasciato. Nella stagione in cui, oltre a difendere il titolo (in Premier l’ultimo a riuscirci è stato lo United di Ferguson nel 2009), il Chelsea ritornerà in Champions League, la squadra non si è però rinforzata e la rosa si è addirittura ridotta: Tiemoué Bakayoko ha sostituito Nemanja Matic a centrocampo (la cui cessione a molti sembra già un grandissimo errore), Alvaro Morata si è aggiunto agli attaccanti, l’ex romanista Antonio Rüdiger alla difesa, che in estate ha perso tre riserve (Ake, Terry e Zouma).
È probabile che entro la chiusura del mercato Conte ottenga almeno due nuovi acquisti, ma prima del Community Shield perso contro l’Arsenal ha detto chiaramente che questa “sarà la stagione più difficile della sua carriera” proprio per via della rosa poco adatta a giocare quattro impegnative competizioni in dieci mesi.
Le liste dei giocatori di Arsenal e Chelsea per il Community Shield.
L’Arsenal tornerà a vincere qualcosa (di importante)?
Quella finita a giugno sembrava dovesse essere l’ultima stagione all’Arsenal di Arsene Wenger dopo ventitré anni, e i presupposti c’erano tutti. Dopo una campagna acquisti da oltre cento milioni (l’anno prima l’Arsenal, uno dei club più ricchi al mondo, aveva acquistato solamente il portiere Petr Cech) la squadra era prima stata eliminata malamente dalla Champions League con una doppia sconfitta per 5-1 agli ottavi di finale contro il Bayern Monaco, e poi ha concluso il campionato al quinto posto mancando la qualificazione alla Champions League per la prima volta in ventuno anni. Nelle sconfitte la rosa ha dimostrato un po’ a tutti la sua netta inferiorità a confronto di grandi squadre inglesi ed europee, e questo è uno dei motivi per cui la maggior parte dei tifosi non vede di buon occhio né Wenger né la dirigenza: l’Arsenal potrebbe permettersi di costruire una squadra di grandi giocatori ma invece preferisce affidarsi solamente a una manciata di calciatori importanti circondati da molti giovani talentuosi ma inesperti.
Lo scorso maggio, tuttavia, l’Arsenal è riuscito a vincere l’FA Cup battendo 2-1 in finale il Chelsea di Conte. In Inghilterra la coppa nazionale ha molta importanza e la vittoria, per fare un paragone, è molto più sentita di quella della Coppa Italia. L’FA Cup ha placato le contestazioni e la scorsa settimana Wenger ha iniziato la stagione con un’altra vittoria in Community Shield, ancora contro il Chelsea, questa volta però ai rigori. L’Arsenal, inoltre, quest’anno parteciperà per la prima volta all’Europa League, di cui è già la grande favorita. Ma l’Europa League, come la Premier, è una competizione lunga e imprevedibile e l’Arsenal non dà certezze da molto tempo.
Le aspettative a Manchester
Con una delle rose più costose e forti d’Europa, per giunta allenata da uno dei più grandi allenatori dei nostri anni, il Manchester City di quest’anno sembra la favorita per la vittoria della Premier League, dopo il terzo posto dell’anno scorso. Guardiola ci ha impiegato del tempo per adattarsi al calcio inglese ed è passato anche attraverso dei momenti decisamente negativi che poi si sono riflessi nei risultati della squadra e nei suoi comportamenti durante le interviste, per esempio. Ma per un allenatore come Guardiola il calcio inglese è probabilmente la sfida più impegnativa della carriera, per via della caratteristiche che lo contraddistinguono e lo rendono unico in Europa. La Premier League è il campionato più fisico e veloce fra i maggiori tornei internazionali. Questo spesso va a discapito della tattica, un po’ meno importante da quelle parti. Per fare un esempio, il gioco veloce della Premier League fa sì che spesso il pallone non sia a terra, ma per aria. Più il pallone sta in aria e più il gioco si fa rapido e imprevedibile, complicando parecchio le disposizioni tattiche date dagli allenatori. Avete mai visto una squadra di Guardiola tenere la palla lontana da terra per più della durata di un lancio?
In estate Guardiola ha rivoluzionato la squadra soprattutto nel reparto difensivo acquistando uno dei migliori terzini inglesi, Kyle Walker, e uno dei migliori terzini francesi, Benjamin Mendy, che l’anno scorso con il Monaco contribuì all’eliminazione del City ai quarti di Champions League. Sempre dal Monaco Guardiola si è preso il portoghese Bernando Silva, uno dei centrocampisti più promettenti in circolazione, tecnicamente insuperabile ed eccezionale nel portare palla e nel saltare gli avversari. Poi è arrivato anche Ederson dal Benfica, per ricoprire uno dei ruoli che l’anno scorso diede più problemi (e che fece perdere anche qualche punto) a Guardiola, il portiere. Lo status di squadra favorita, tuttavia, metterà molte pressioni su tutto il City, a partire da Guardiola: dopo un anno di ambientamento concesso, un’altra stagione senza vittorie verrebbe difficilmente tollerata.
Our new changing room is looking 🔥😍👌 #ManCity pic.twitter.com/xdNB7Ux2F5
— Manchester City (@ManCity) August 10, 2017
In partenza il Manchester United è dietro il City di Guardiola, ma con Mourinho non si sa mai. Il Manchester United è una squadra particolare. Per ricchezza e tradizione dovrebbe stare sempre lì in alto ma negli ultimi quattro anni non è riuscita ancora a ricominciare da capo dopo la fine dei 23 anni di Alex Ferguson. Da quando non è più allenato dallo scozzese, lo United ha concluso la Premier League in settima, quarta, quinta e sesta posizione. I progetti affidati a David Moyes e Louis Van Gaal sono falliti e l’anno scorso, con l’ingaggio di Mourinho, ne è iniziato uno nuovo. È iniziato con tre vittorie: Community Shield, Coppa di Lega ed Europa League. Possono essere un buon inizio e da quando Ferguson è andato in pensione lo United non è sembrato mai così vicino ai vertici della Premier League.
E poi Tottenham e Liverpool
Sono state le due squadre più divertenti dalla passata stagione, che hanno concluso rispettivamente al secondo e al quarto posto. Tottenham e Liverpool hanno così centrato in pieno i propri obiettivi ed ora ci si aspetta che facciano qualcosa in più. Ma non sarà per niente facile, dato che dovranno vedersela con altre quattro squadre con uguali o maggiori ambizioni: e migliorarsi vuol dire almeno contendersi il titolo fino all’ultimo, per il Tottenham, e arrivare sopra la quarta posizione per il Liverpool. Può darsi che a fine stagione una delle due rimanga delusa, e ora sembra che possa essere paradossalmente il Tottenham. Paradossalmente perché dopo il Chelsea è stata la miglior squadra dell’ultima Premier, grazie a un allenatore apprezzato ovunque e una squadra giovane, competitiva e con enormi margini di miglioramento. Ma per aiutare i tanti talenti in squadra a fare il cosiddetto salto di qualità in molti consigliavano l’acquisto di almeno un grande giocatore. Invece il Tottenham non ha acquistato nessuno e anzi, ha venduto uno dei suoi giocatori più forti, Kyle Walker, a una diretta concorrente. Tutte le altre squadre si sono rafforzate, il Tottenham — che magari acquisterà anche qualcuno entro settembre — sembra affidarsi esclusivamente alla crescita della sua rosa e alla gestione di Pochettino.
Per questa stagione il Tottenham giocherà a Wembley in attesa della costruzione del suo nuovo stadio.
(Dan Mullan/Getty Images)
Il Liverpool di Jurgen Klopp è una squadra molto simile al Tottenham, per vari aspetti. È molto giovane (età media 25 anni) e già molto competitiva, sulla carta probabilmente più del Tottenham. Ha mantenuto la squadra della scorsa stagione e ha scelto di fare un unico importante acquisto, quello di Mohamed Salah, esterno d’attacco preso dalla Roma per poco più di 40 milioni di euro. In vista dell’impegnativo ritorno in Champions League ha pensato inoltre di aggiungere fra le riserve uno dei migliori giovani cresciuti al Chelsea di recente, Dominik Solanke, campione del mondo U20 con l’Inghilterra. I due anni con Klopp sono stati un continuo crescendo di prestazioni e risultati e quest’anno sembra che il Liverpool possa continuare nel suo ambizioso percorso. Per farlo dovrà prima di tutto rimediare a quello che l’ha più penalizzata fin qui, ovvero la costanza nel rendimento (e secondo molti dovrà riuscire a non vendere Coutinho, ambito dal Barcellona).
Altre cose da sapere
Il Newcastle di Rafa Benitez è tornato in Premier League dopo l’anno passato in Championship. Con il Newcastle sono tornate in Premier anche l’Huddersfield Town e il Brighton Albion: la prima mancava dal 1972, l’altra dal 1983. Secondo l’agenzia di scommesse Bet365 queste sono le squadre più quotate per la retrocessione:
Il Crystal Palace sarà allenato dall’ex di Ajax e Inter Frank De Boer mentre il Leicester City si è affidato ancora a Craig Shakespeare, che l’anno scorso subentrò a Claudio Ranieri e si rivelò fondamentale per la salvezza.
Dopo l’ultima deludente stagione il West Ham di Slaven Bilic è la squadra di metà classifica che più si è rinforzata, insieme all’Everton: con 50 milioni di euro ha comprato Marko Arnautovic, Javier “Chicharito” Hernández, l’ex portiere del Torino Joe Hart e Pablo Zabaleta, suo compagno di squadra al Manchester City. Bilic ha poi ottenuto l’acquisto del talento svedese Sead Haksabanovic, di cui probabilmente si sentirà parlare nei prossimi mesi.
Nella sessione estiva del calciomercato (che deve ancora finire) i club di Premier League hanno speso complessivamente più di 1 miliardo di sterline. Il giocatore più costoso finora è stato Romelu Lukaku (dall’Everton al Manchester United per 85 milioni di euro), seguito da Alvaro Morata (dal Real Madrid al Chelsea per 65 milioni) e Benjamin Mendy (dal Monaco al City per 57 milioni).
Qui sotto una lunga presentazione alla nuova stagione di Premier League realizzata da Sky Sports: