Gli Stati Uniti hanno imposto delle sanzioni finanziarie contro Nicolás Maduro
Il governo degli Stati Uniti ha imposto delle sanzioni finanziarie contro il presidente del Venezuela Nicolás Maduro. Ieri in Venezuela si è votato per eleggere un’Assemblea costituente voluta dal presidente e molto osteggiata dalle opposizioni che controllano il Parlamento. Secondo le opposizioni la nuova assemblea consentirà a Maduro di ottenere ulteriori poteri e di instaurare una dittatura, aggirando il Parlamento. Le sanzioni decise dagli Stati Uniti prevedono il congelamento dei beni di Maduro che sono attualmente sotto la giurisdizione degli USA e il divieto per i cittadini e le aziende statunitensi di fare affari con lui. In una nota, il ministro del Tesoro USA Steven Mnuchin ha detto che «le elezioni illegittime di ieri confermano che Maduro è un dittatore che disprezza la volontà del popolo venezuelano. Sanzionando Maduro, gli Stati Uniti esprimono la loro opposizione alle politiche di questo regime e il sostegno al popolo del Venezuela, che cerca di far tornare il paese ad una democrazia piena e prospera».
Nelle ultime ore diversi paesi hanno detto di essere preoccupati per la situazione del Venezuela spiegando che la nuova Assemblea, di dubbia legittimità, non servirà a risolvere i problemi del paese. Oltre agli Stati Uniti, anche Argentina, Brasile, Colombia, Messico, Perù, Paraguay e Panama non hanno riconosciuto il voto di domenica. L’Unione Europea ha fatto sapere che una Costituente «eletta in circostanze dubbie e violente non può essere parte della soluzione». L’agenzia di stampa Reuters scrive anche che gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione di imporre ulteriori sanzioni contro l’industria petrolifera del Venezuela, che costituisce circa il 95 per cento dei ricavi derivanti dalle esportazioni del paese.