Con tanti saluti al “disgelo” tra Stati Uniti e Russia
Il Congresso statunitense ha approvato nuove sanzioni – aggirando il presidente Trump che aveva promesso tutt'altro – e Putin si è vendicato su 755 persone che lavorano con gli americani a Mosca
Domenica il presidente russo Vladimir Putin ha detto in televisione che l’ambasciata statunitense in Russia dovrà ridurre di 755 persone il suo staff, in risposta alle dure sanzioni contro la Russia approvate la scorsa settimana a larghissima maggioranza dal Congresso degli Stati Uniti e che il presidente Donald Trump ha promesso di firmare, nonostante non le avesse chieste né promosse. La riduzione ordinata da Putin avrà effetto soprattutto sugli impiegati russi che lavorano per l’ambasciata, come cuochi, interpreti e autisti. Il governo russo ha anche sequestrato un magazzino e un casotto di campagna usato per i barbecue, entrambi di proprietà dell’ambasciata.
Putin ha spiegato che la decisione è una risposta alle nuove sanzioni decise dal Congresso, che a loro volta sono una risposta alle interferenze russe nella campagna elettorale americana dell’anno scorso. Trump non ha ancora firmato la legge approvata dal Congresso, che lo ha messo in una posizione difficile: è una legge che non ha chiesto né promesso in campagna elettorale e anzi contraddice molte sue promesse sulla necessità di andare d’accordo con la Russia, senza contare che Trump stesso dice di non essere sicuro che la Russia abbia interferito con la campagna elettorale, nonostante il parere unanime della sua intelligence e nonostante proprio il governo russo abbia proposto materiali compromettenti su Clinton al suo comitato elettorale. Se Trump avesse deciso di non firmare la legge, però, si sarebbe esposto a nuove gravi critiche sul suo essere subalterno alla Russia; e il Congresso avrebbe comunque potuto superare il suo veto, umiliandolo, visto che ha approvato le sanzioni a larghissima maggioranza.
Con la nuova legge sulle sanzioni, inoltre, il Congresso si è assicurato di restringere molto il campo di azione del presidente Trump, ha scritto Vox. In precedenza le sanzioni entravano in vigore grazie a un ordine esecutivo del presidente, facile da cancellare dallo stesso presidente o da un suo successore. Ora invece fanno parte della legislazione, quindi è necessario il consenso del Congresso per eliminarle. Inoltre la legge prevede nuove procedure con cui i legislatori possono controllare l’operato del presidente ed evitare che cerchi di alleviarle.