Se esistessero i film maledetti, “Incubus” lo sarebbe

Storia di un horror del 1966 recitato interamente in esperanto, che andò perduto per anni mentre succedevano molte cose brutte a chi ci aveva lavorato

Incubus è un film girato nel 1966 che parla di un piccolo villaggio con un mulino dotato di proprietà miracolose e custodito da demoni femminili che seducono e uccidono chi si avvicina. Già da sola, la trama potrebbe bastare per attirare qualche impallinato di vecchi film dell’orrore. Ma le cose che rendono speciale Incubus sono soprattutto altre: il protagonista è William Shatner, che sarebbe diventato famoso pochi anni dopo per aver interpretato il capitano Kirk di Star Trekmentre il direttore della fotografia è Conrad Hall, che dopo avrebbe vinto tre premi Oscar per Butch CassidyAmerican Beauty ed Era mio padre. Ma neanche queste sono le cose che lo rendono un film diverso dagli altri. Incubus è infatti uno dei soli due film conosciuti a essere recitati interamente in esperanto, la lingua artificiale creata in Polonia nell’ottocento con l’ambizione di diventare una lingua internazionale.  E come se non bastasse a renderlo un film strano, la sua storia è stata complicata e per certi versi tragica, tanto che molti ne hanno parlato come di un film “maledetto”: di fatto scomparve per decenni, finché non ne fu ritrovata una copia nel 1996. E a molte delle persone che ci lavorarono successero poi cose brutte, in certi casi molto brutte.

La storia di Incubus gira intorno a Nomen Tuum (“il tuo nome”, in latino), un immaginario villaggio dove c’è un mulino le cui acque sono in grado di guarire le persone dalle malattie e di renderle bellissime. Per questo è frequentato da “peccatori” e “vanitosi”, che alcuni demoni femminili seducono e uccidono. Una di loro, Kia, si innamora però di un soldato arrivato al mulino per guarire dalle ferite di guerra. La loro relazione non finisce bene e ci sono stupri e omicidi. Anche se il film non mostra esplicitamente scene di violenza, ha atmosfere molto cupe e horror, ed è stato paragonato da molti ai film di Ingmar Bergman.

Tony Taylor, il produttore del film, ha raccontato che non sopportava i film di guerra in cui i nazisti parlavano inglese, e che pensava che lo stesso valesse per un demone in un film horror. L’idea di fare un film interamente recitato in esperanto, poi, lo convinceva anche perché gli sembrava una lingua abbastanza strana da rendere tutto il film più inquietante, e perché pensava potesse aiutare il film ad avere successo nella nicchia di appassionati di film d’autore. L’esperanto fu inventato a tavolino tra il 1882 e il 1887 da Ludwik Lejzer Zamenhof, un medico e linguista polacco. Nel tempo, ha avuto una popolarità intermittente, si pensa che oggi lo conoscano tra le 200mila e i 2 milioni di persone nel mondo e l’unico altro film a essere interamente recitato in esperanto, Angoroj, era uscito due anni prima.
L’idea di Taylor funzionò: quando uscì, il film ricevette delle buone recensioni. Qualcuno scrisse che sembrava «un film straniero di un paese mai esistito», mentre la scena dell’evocazione del demone fu descritta come la migliore di un film horror dai tempi del mostro in Frankenstein del 1931. Se la scelta dell’esperanto funzionò tra le persone che non conoscevano la lingua, non successe lo stesso con gli esperantisti: la pronuncia degli attori – che ovviamente non parlavano esperanto – era pessima, e li fece perlopiù arrabbiare. Ma le sfortune del film furono altre, e cominciarono presto.

Ann Atmar, l’attrice che interpreta la sorella del protagonista, che viene violentata e uccisa dal demone del mulino, si suicidò poco dopo la fine delle riprese. Il demone, invece, era interpretato da Milos Milos, un semisconosciuto attore serbo che in quel periodo aveva una relazione con Barbara Ann Thomason, un’attrice che era sposata con Mickey Rooney, famoso attore comico degli anni Trenta e Quaranta. Poco dopo la fine delle riprese, Milos e Thomason furono ritrovati morti nella villa di Rooney: il primo aveva sparato alla seconda, prima di uccidersi. Un’altra delle protagoniste del film era Eloise Hardt, che interpretava la sorella maggiore del demone che si innamora di Shatner: nel 1968 la figlia di Hardt fu rapita mentre guidava a Hollywood, violentata e brutalmente uccisa. La polizia accusò dell’assassinio la setta di Charles Manson, il criminale americano conosciuto per l’omicidio di Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski, massacrata insieme a quattro altre persone nella sua villa a Los Angeles nel 1969. Tate e Polanski erano entrambi presenti alla prima proiezione di Incubus, a San Francisco nel 1966.

Anche altre persone che lavorarono a Incubus furono coinvolte in storie sfortunate, anche se molto meno sfortunate. La casa di produzione del regista Leslie Stevens film fallì poco dopo l’uscita del film, mentre il responsabile della colonna sonora finì in prigione per bagarinaggio. Ci fu anche chi ebbe fortuna, dopo il film: Hall vinse per l’appunto tre Oscar. Shatner, poi, diventò famosissimo con Star Trek: nella sua autobiografia ha raccontato che durante le riprese della serie il suo camper fu colpito da un sasso, al quale era attaccato il messaggio «Sei il prossimo Shatner! Gli esperantisti!». Ha detto, forse scherzando, che iniziò a distruggere tutte le copie del film che trovò.

Dopo le buone recensioni al festival di San Francisco – dove la copia che doveva essere proiettata era senz’audio, e ci volle un’ora per trovarne un’altra – Incubus ebbe un buon successo anche in altri festival all’estero. Ma trovare una distribuzione per un film in esperanto non era facile: era un film americano, e quindi difficile da far entrare nel giro dei cinema d’essai, ma contemporaneamente era troppo di nicchia per i cinema rivolti al grande pubblico. Non esisteva ancora l’home video, e l’unica possibilità di trovare dei cinema disposti a proiettarlo era metterci delle scene di nudo e doppiarlo in inglese. I produttori di Incubus ci provarono, inserendo anche delle scene a colori: ma si accorsero che non poteva funzionare, e lasciarono perdere.

Per vent’anni, Taylor non pensò più al film. Fino al 1993, quando gli venne l’idea di distribuirlo in videocassetta. Chiamò il deposito dove lo aveva lasciato, ma gli dissero che l’ultima copia era andata persa. Non è una cosa che normalmente succede ai film, per come sono fatti i depositi delle case di produzione cinematografiche, ma Taylor si rassegnò, non prima di aver denunciato i responsabili. Tre anni dopo, un suo amico che lavorava nel cinema lo chiamò per dirgli che aveva ritrovato una copia di Incubus alla Cinémathèque Française, un archivio di film di Parigi. Nei precedenti trent’anni, il film era stato visto molte volte da una nicchia di appassionati, senza che Taylor ne sapesse niente.

Taylor provò quindi a ottenere una copia della pellicola, ma fu un processo molto complicato, e dovette intercedere per lui l’archivio della UCLA. Alla fine, nel 1998, un corriere della FedEx gli consegnò una serie di scatole con dentro la pellicola. Lui le portò in un laboratorio di Los Angeles, e scoprì che il film era in buone condizioni. Con i suoi risparmi fece restaurare la copia, e mise dei sottotitoli in inglese sopra quelli francesi, che erano presenti sulla copia conservata in Francia. Nel 2001, grazie al finanziamento del network Sci-Fi (che attualmente si chiama Syfy), Incubus fu distribuito in VHS e in DVD (è in vendita anche sullo store americano di Amazon). E c’è anche su YouTube, in versione integrale.