Chi assiste chi non ha assistenza sanitaria
Storia e foto di Remote Area Medical, che attraverso cliniche mobili fornisce le cure mediche a chi non vi ha accesso, negli Stati Uniti e all'estero
Remote Area Medical (RAM) è un’organizzazione statunitense che fornisce cure mediche gratuite a chi non vi ha accesso o a chi non se le può permettere, attraverso l’allestimento di cliniche mobili. RAM è gestita da più di 100mila volontari (medici generici, oculisti, dentisti e veterinari) ed è sostenuta da donazioni private. Dal 1985, anno di fondazione, ha trattato 700mila persone e 67mila animali, fornendo gratuitamente l’equivalente 112 milioni di dollari di servizi sanitari. L’organizzazione opera nelle aree più povere del mondo, come ad esempio in Guyana, ma da anni interviene soprattutto in diverse zone degli Stati Uniti.
Sul sito di RAM il suo fondatore e presidente Stan Brock, di origini britanniche, ha spiegato la missione della sua organizzazione: ha raccontato di avere avuto l’idea quando, mentre si trovava tra la comunità dei Wapixana in Guyana, lui per primo dovette affrontare un viaggio di 26 giorni prima di ricevere le cure mediche di cui aveva bisogno: «Quando ho lasciato la Guyana, ho promesso di trovare un modo per fornire l’assistenza medica di base alle persone nelle regioni inaccessibili del mondo. Così, nel 1985 ho istituito un’organizzazione non-profit, Remote Area Medical, o come la maggior parte delle persone ci conosce, RAM. RAM è il modo in cui ho mantenuto quella promessa, non solo nei confronti dei Wapixana, ma verso migliaia di persone in tutto il mondo che si trovano in condizioni simili. In altre parole, ci sono Wapixana ovunque».
(Il fondatore e presidente di RAM Stan Brock – Remote Area Medical)
Negli Stati Uniti le spese sanitarie sono storicamente altissime e la sanità è quasi unicamente privata. Nel 2010 l’ex presidente Barack Obama fece approvare il “Patient Protection and Affordable Care Act”, il cosiddetto Obamacare, una legge considerata di portata storica che ha avuto il merito di coprire milioni di persone che prima erano sprovviste di assicurazione sanitaria e che prevedeva, tra le altre cose, anche l’espansione del programma Medicaid, quello per le persone povere. Negli anni, però, Obamacare ha avuto un’introduzione piuttosto difficoltosa e varie storture: un diffuso aumento dei costi delle polizze sanitarie, ad esempio, e la non adesione di molti stati del sudest degli USA, controllati dai Repubblicani, all’espansione del programma Medicaid, resa facoltativa da una sentenza della Corte Suprema. Il New York Times scrive che circa 29 milioni di persone restano comunque prive di un’assicurazione sanitaria.
Dal giorno della sua candidatura alla presidenza, Donald Trump ha promesso e ha cercato di abolire e sostituire Obamacare, ma senza successo, tanto che dopo l’ultimo fallimento di questa settimana in molti credono non ce la possa più fare. I cambiamenti principali introdotti dalla riforma proposta dai Repubblicani (che nei diversi tentativi di approvazione ha subito comunque delle modifiche) sono l’abolizione dell’obbligo di procurarsi una copertura sanitaria, la sostituzione dei sussidi federali con detrazioni sulle tasse assegnate anche in base all’età (con Obamacare si teneva in considerazione solo il reddito) e la limitazione del Medicaid. È stato stimato che se il piano entrasse in vigore almeno 21 milioni di persone perderebbero la propria copertura sanitaria.
In questa complicata situazione Remote Area Medical ha cercato di offrire una parziale soluzione al problema, organizzando circa 40 cliniche mobili all’anno in diverse zone degli Stati Uniti e all’estero. Negli ultimi sei anni, ha aggiunto alcune mete al proprio tradizionale programma, come per esempio Los Angeles e Chicago, e attualmente svolge il 60 per cento della propria attività negli Stati Uniti. Ogni volta che viene montata una clinica, che può essere enorme oppure più contenuta, ci sono migliaia di persone provenienti da diversi stati che per giorni si mettono in coda, dormendo nei sacchi a pelo o nelle loro auto, racconta il New York Times che si è occupato di recente di uno dei campi che ogni anno per tre giorni viene organizzato in Virginia.
Nelle cliniche vengono allestiti laboratori diagnostici per raggi X, per mammografie o per le analisi del sangue, studi dentistici divisi per tipi di intervento (estrazioni o pulizia), studi di oculistica con piccoli laboratori per preparare lenti e occhiali da distribuire gratuitamente e immediatamente. Ci sono spazi per offrire assistenza a chi abusa di sostanze stupefacenti, punti in cui si danno indicazioni per smettere di fumare o per la salute mentale. In alcuni campi si donano vestiti e libri e ci sono farmacie sparse ovunque. Tutte le attività si svolgono nei camion, nei camper, nelle tende o in spazi comuni o creati semplicemente con delle lenzuola appese. Alcuni campi vengono montati negli stadi, altri negli hangar svuotati degli aeroporti locali, altri ancora nei centri congressi o nelle scuole. Le persone che cercano di essere curate da RAM non sono solo quelle che non hanno alcuna copertura assicurativa, ma spesso sono “sottoassicurate”: hanno cioè un piano che non copre i controlli, le spese dentistiche o quelle oculistiche. Il Wall Street Journal ha scritto che le cliniche di RAM, così come quelle di altre strutture simili, rappresentano un pezzo sempre più importante della rete di protezione medica degli Stati Uniti.