L’acqua a Roma non sarà razionata, per ora
La regione Lazio permetterà fino a fine agosto i prelievi dal lago di Bracciano, scongiurando l'ipotesi del razionamento circolata nei giorni scorsi
Ieri sera il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha deciso di prorogare la possibilità per Acea, l’azienda che si occupa della rete idrica di Roma, di prelevare acqua dal lago di Bracciano, uno dei principali bacini che rifornisce la città, evitando così il razionamento dell’acqua di cui si era parlato nei giorni scorsi. Una settimana fa, il 22 luglio, la regione Lazio aveva infatti detto che entro alcuni giorni avrebbe impedito ad Acea di prelevare ulteriore acqua dal lago, obbligando la città a un razionamento dell’acqua: voleva dire che, per alcune ore al giorno, alcuni romani non avrebbero avuto acqua corrente. Il razionamento dell’acqua non ci sarà, quindi, almeno fino al primo settembre.
Abbiamo scongiurato che un milione e mezzo di cittadini rimanesse senz'acqua. È una buona notizia per tutti! Ma non abbassiamo la guardia.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) July 28, 2017
No razionamento #acqua, #RegioneperRoma. Di fronte a un problema puoi dire che è colpa di altri. O risolverlo https://t.co/ENzQ8irQMK
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) July 28, 2017
Nei giorni scorsi Zingaretti aveva parlato della possibilità di bloccare i prelievi di acqua dal lago di Bracciano perché il suo livello si era abbassato e, secondo alcune stime, era sceso di 3 metri rispetto allo “zero idrometrico”, cioè la quota normale di riferimento. Secondo Acea l’acqua presa ogni giorno dal lago ne abbassava il livello solamente di 1,5 millimetri.
Ieri Zingaretti ha invece detto di aver emesso una nuova ordinanza che – «facendosi carico di un problema creato da altri» – conferma che Acea potrà prelevare acqua dal lago di Bracciano fino all’1 settembre. Potrà però farlo in modo limitato: fino al 10 agosto potrà prelevare 400 litri al secondo e dall’11 agosto a fine agosto 200 litri al secondo. Zingaretti ha detto: «Acea resta il responsabile della gestione idrica della capitale, ma la nostra opzione può permettere di evitare turnazioni del servizio per i cittadini per impedire seri problemi anche di natura sanitaria».
Luca Alfredo Lanzalone, presidente di Acea, ha detto che il provvedimento «ragionevolmente dovrebbe scongiurare la necessità di turnazione dell’acqua» e il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha detto: «Insieme al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ringrazio, abbiamo scongiurato un disagio per centinaia di migliaia di cittadini romani e scongiurato che Roma facesse una pessima figura internazionale».
La soluzione è però temporanea perché dal primo settembre sarà comunque impossibile prelevare acqua dal lago di Bracciano, a meno di ulteriori proroghe. È vero che lo stato di siccità potrebbe essere finito, ma resterebbe comunque il problema di dover trovare delle alternative affidabili. Galletti ha parlato della soluzione come di un «provvedimento tampone» e ha aggiunto che occorre trovare immediatamente soluzioni alternative». Intanto, come ha scritto Sky TG24, Acea ha previsto un «piano straordinario di interventi per l’ammodernamento/rifacimento della rete di distribuzione idrica vetusta da sviluppare attraverso un piano di verifica perdite».
Acea – una società municipalizzata i cui dirigenti sono stati recentemente nominati dal sindaco di Roma, Virginia Raggi – è stata molto criticata in questi giorni per la sua decisione di annunciare un razionamento dell’acqua (e in generale negli ultimi anni per non essere intervenuta efficacemente per sanare la disastrosa situazione degli impianti di distribuzione dell’acqua a Roma, che perdono oltre il 40 per cento dell’acqua che trasportano). Uno dei più critici è stato il direttore del Foglio Claudio Cerasa, secondo cui l’intera vicenda è una “grande bufala” montata dai vertici della società. «La quantità di acqua prelevata da questo lago rappresenta, dice Acea, l’8 per cento del fabbisogno della Capitale. Roma ha 2.800.000 abitanti. L’otto per cento significa che l’acqua di Bracciano copre il fabbisogno di 224 mila romani». Non è chiaro, quindi, perché l’interruzione di questa fornitura dovrebbe portare al razionamento dell’acqua per metà della popolazione di Roma, ossia 1,4 milioni di persone.