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  • Venerdì 28 luglio 2017

Una telefonata incredibile

Il nuovo capo della comunicazione della Casa Bianca ha chiamato un giornalista del New Yorker e gli ha detto delle cose dell'altro mondo

Anthony Scaramucci
(AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)
Anthony Scaramucci (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

Mercoledì sera un esperto giornalista politico del New Yorker ha ricevuto una telefonata da Anthony Scaramucci, il nuovo capo della comunicazione della Casa Bianca, la cui recente nomina aveva provocato le dimissioni del capo ufficio stampa Sean Spicer. Scaramucci è un finanziere newyorkese che non ha nessuna esperienza in termini di comunicazione, ed è stato scelto dal presidente Donald Trump perché gli piaceva molto come Scaramucci lo aveva spesso difeso in tv; alla sua nomina si erano opposti Spicer, che si è dimesso, e anche il capo dello staff Reince Priebus, che in teoria sarebbe il capo di tutto il personale della Casa Bianca ma che invece in questo caso è stato scavalcato, tanto che Scaramucci non risponde a lui ma direttamente a Trump. Scaramucci ha telefonato al giornalista del New Yorker, Ryan Lizza, per conoscere l’identità di una sua fonte: e di lì a poco la telefonata è diventata completamente assurda, tanto da far sì che i giornalisti americani si spingessero fino a commentare la stabilità mentale di Scaramucci o l’eventualità che fosse sotto effetto di droghe.

Ryan Lizza poche ore prima aveva scritto su Twitter – citando come fonte «un alto funzionario della Casa Bianca» – che il presidente Trump avrebbe cenato quella sera con sua moglie, con Scaramucci, con Sean Hannity (presentatore televisivo di Fox News molto di destra) e con Bill Shine (ex dirigente di Fox News). Quindi Scaramucci ha chiamato Lizza e gli ha chiesto: «Chi te l’ha detto?». Lizza gli ha risposto che non avrebbe rivelato la sua fonte, e Scaramucci ha perso la testa.

«Sai cosa farò allora? Eliminerò tutte le persone nel mio staff e ricomincerò da zero. Io chiedo a queste persone di non dire niente alla stampa e loro non riescono a farne a meno. Tu sei un cittadino americano, questa cosa è una catastrofe immane per l’America. Quindi ti chiedo in quanto patriota americano di farmi capire chi è che fa trapelare queste notizie»

Così come il presidente Trump, Scaramucci in questi suoi primi giorni alla Casa Bianca è sembrato essere ossessionato dalle fughe di notizie, le informazioni interne che arrivano ai giornalisti: effettivamente ci sono state poche amministrazioni statunitensi così disunite e chiacchierone con la stampa, cosa però che praticamente tutti attribuiscono all’inadeguatezza delle persone scelte dal presidente Trump, al fatto che Trump ami metterle una contro l’altra (e quindi farle combattere sui giornali) e al modo in cui lo stesso Trump le maltratta anche pubblicamente (vedi per esempio il trattamento riservato da giorni al procuratore generale Jeff Sessions).

La telefonata con Lizza è proseguita senza che Lizza rivelasse la sua fonte e Scaramucci – che non ha mai detto a Lizza che fosse una conversazione privata, off the records, mostrando molta inesperienza – ha dato l’impressione di aver capito che la fonte fosse proprio Reince Priebus. Scaramucci e Priebus hanno un pessimo rapporto da molti anni: all’inizio dell’amministrazione Trump, peraltro, Priebus si era già opposto ed era riuscito a fermare la nomina di Scaramucci in un altro incarico della Casa Bianca.

«È stato un assistente del presidente a dirtelo? Ok, allora sai che faccio, li licenzio tutti, così non avrai protetto nessuno perché tutti dentro quell’edificio saranno licenziati entro le prossime due settimane. Ho chiesto a queste persone di non dire niente alla stampa almeno per un po’, di darmi almeno un periodo tranquillo. Niente. Saranno tutti licenziati da me. Ho licenziato un tizio l’altro giorno. Ce ne sono tre o quattro che licenzierò domani. Arriverò alla persona che ha parlato con te. Reince Priebus – fai trapelare questo, se vuoi – si dimetterà molto presto»

Lizza dice che secondo Scaramucci la sua fonte era Priebus, offeso per non essere stato invitato alla cena.

«Reince è un cazzo di paranoico schizofrenico. “Oh, c’è anche Bill Shine”, avrà pensato. “Fammelo raccontare ai giornali così vediamo se posso fermarli e rompergli il cazzo così come ho fermato e ho rotto il cazzo a Scaramucci per sei mesi”»

Scaramucci era infuriato anche perché poche ore prima il sito di news Politico aveva pubblicato il modulo con cui Scaramucci aveva certificato la sua situazione finanziaria prima di accettare l’incarico alla Casa Bianca. Quel documento è accessibile pubblicamente, si trova online, ma secondo Scaramucci era stato fatto arrivare alla stampa da Priebus e per questo ha detto di aver «chiamato l’FBI e il dipartimento di Giustizia». Scaramucci ha detto a Lizza che Priebus era la fonte anche di quella fuga di notizie e ha aggiunto, parlando di sé in terza persona, che «la casta non lo sconfiggerà».

«Stanno cercando di resistermi, ma non funzionerà. Non ho fatto niente di male, quindi dovranno andare a farsi fottere. Io non sono come Steve Bannon. A me non interessa farmi i pompini da solo, costruirmi un mio brand personale usando la cazzo di forza del presidente. Io sono qui per servire il paese. Priebus non ha capito che io rispondo direttamente al presidente. E ho detto al presidente: ecco quali sono le quattro o cinque cose che Priebus mi farà. Quello che voglio fare è ammazzare tutte le persone che parlano con la stampa, così da mettere l’agenda del presidente sui giusti binari. Oh, io sono appena arrivato. Farò pulizia molto presto. Perché li ho incastrati. Grazie all’FBI e al Dipartimento di Giustizia ho le impronte digitali di questi tizi su tutto quello che hanno fatto. Saranno indagati, condannati»

Steve Bannon, che Scaramucci accusa in modo colorito di essere solo interessato a promuovere se stesso, è l’ex editore del sito di news Breitbart e oggi uno dei più importanti consiglieri di Trump. Poi Scaramucci ha interrotto la telefonata dicendo: «Fammi chiudere, devo twittare un po’ di cose per fare impazzire ‘sto tizio».

Poco dopo Scaramucci ha twittato un messaggio, poi cancellato, in cui diceva: «Vista la fuga di notizie sulle mie finanze, che è un reato, contatterò l’FBI e il Dipartimento di Giustizia». Alla fine del tweet era menzionato l’account di Reince Priebus, cosa che ha fatto pensare a tutti che Scaramucci gli stesse dando la colpa della fuga di notizie (come effettivamente aveva raccontato al telefono a Ryan Lizza).

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Qualche ora dopo forse Scaramucci ci ha ripensato, perché ha cancellato il tweet originale e ne ha scritto un altro dicendo che voleva solo sottolineare che «tutti i funzionari dell’amministrazione stanno dando una mano a fermare le fughe di notizie».

Più tardi Ryan Lizza era ospite di CNN a parlare della situazione alla Casa Bianca. Mentre parlava di Scaramucci è arrivata una telefonata ed era proprio Scaramucci, che aveva cambiato versione su Priebus e diceva di nuovo che non voleva accusarlo. «È il capo dello staff, è la persona che deve capire le cose, scoprire le cose e aiutarmi dentro la Casa Bianca, per questo l’ho menzionato nel tweet. Se poi tutti leggono quel tweet e pensano che io stia accusando lui di essere la talpa, è perché i giornalisti sanno chi parla con loro. Quindi se Reince vuole spiegarci che non è la talpa, faccia pure».

Dopo la pubblicazione del colloquio con Lizza sul New Yorker, non è successa nessuna delle cose che sarebbe successa in qualsiasi altra amministrazione statunitense del Novecento: Scaramucci non si è dimesso, Priebus non si è dimesso, il presidente Trump non ha licenziato nessuno dei due, Scaramucci non si è scusato, per quanto non si possa escludere che queste cose succederanno di qui a breve, vista la situazione completamente senza precedenti (aggiornamento: Trump ha licenziato Priebus venerdì sera). Scaramucci ha scritto due tweet soltanto per dire che gli dispiace di aver usato un linguaggio scurrile e che il suo errore è stato fidarsi di un giornalista.