Il piano per riaprire i navigli di Milano
Cosa prevede il progetto presentato dal sindaco Sala, il cui primo passo sarà la riapertura di cinque tratti dei navigli entro il 2022
Il 26 luglio il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha presentato il piano del comune per la riapertura della rete dei navigli, gli storici canali della città in gran parte coperti nella prima metà del Novecento. A lungo termine il piano prevede di ricollegare il naviglio Martesana, nel nord della città, alla Darsena, il bacino d’acqua che invece si trova a sud ed è stato riaperto nel 2015: ma ci saranno vari passaggi intermedi visto che si tratta di un grosso progetto, che cambierebbe radicalmente la città e secondo le stime iniziali potrebbe costare 500 milioni di euro. L’intero percorso è lungo 7,7 chilometri e il progetto prevede la realizzazione di dieci conche, cioè punti in cui lo scorrimento dell’acqua sarà regolato da chiuse, e 43 ponti.
La prima tappa sarà un confronto con i cittadini: è possibile che non sia organizzato un referendum in merito, come si era detto inizialmente, ma solo un dibattito pubblico per questioni di tempi tecnici. Sala ha detto che la decisione sul fare un referendum o meno sarà presa a settembre dal Consiglio comunale, «anche valutando i costi». In ogni caso è prevista la realizzazione di un libretto informativo che spiegherà i costi e i disagi per la viabilità, e con il quale i cittadini potranno informarsi sul progetto; un referendum consultivo sulla riapertura dei navigli si era già tenuto a Milano nel 2011 ed era stato stravinto dai favorevoli.
Se e quando il progetto sarà ufficialmente approvato ne inizierà la prima fase, che prevede la riapertura di cinque tratti della Cerchia dei navigli, lunghi due chilometri complessivamente. Secondo le previsioni del comune i lavori potrebbero cominciare già l’anno prossimo, per concludersi nel 2022; i cantieri già presenti per la realizzazione della nuova linea della metropolitana (la M4, collegherà l’aeroporto di Linate a San Cristoforo) saranno sfruttati per limitare i disagi sulla viabilità dato che parte del percorso della nuova linea corrisponde alla Cerchia dei navigli. Il primo passo, prima ancora dell’apertura dei canali, sarà ripristinare il collegamento idraulico tra il naviglio Martesana e la Darsena attraverso un sistema di tubazioni. Per quanto riguarda i costi, il comune ha stimato una spesa di 150 milioni di euro, che Sala ha detto saranno recuperati dai bilanci comunali, anche se il comune farà affidamento anche «sulla generosità dei privati».
I primi cinque tratti che dovrebbero essere riaperti secondo il piano di Sala sono:
- la Martesana in via Melchiorre Gioia, poco lontano dalla Stazione Centrale; è un tratto lungo 850 metri e largo 10 e mezzo ed è quello che dovrebbe avere minore impatto sul traffico perché la riapertura del naviglio lascerà comunque due corsie di viabilità entrambe le direzioni e solo i parcheggi verrebbero tolti;
- la Conca dell’Incoronata-San Marco, tra i Bastioni di Porta Nuova e via Castelfidardo, poco lontano da Porta Garibaldi; è un tratto lungo 230 metri, largo 7 e dovrebbe essere il «più facile» da realizzare visto che ci sono già dei lavori in corso al momento;
- il tratto lungo via Sforza in corrispondenza del Policlinico, sul lato dell’Università; è lungo 410 metri e largo 7, e sarà il più complesso da realizzare, per quanto si sfrutteranno i lavori per la M4 – che avrà una fermata in questo punto – per limitare i disagi; dopo l’apertura del naviglio nella via potranno passare solo residenti, mezzi di servizio, taxi e autobus, nel senso di marcia verso corso di Porta Vittoria;
- il tratto lungo piazza Vetra, in direzione di corso di Porta Ticinese; lungo 300 metri e largo 7, sarà realizzato anch’esso sfruttando i cantieri per la M4; anche in questo caso rimarrà un solo senso di marcia;
- la conca di Viarenna, il tratto più vicino alla darsena, lungo via Gaetano Ronzoni e un pezzo di via Conca del Naviglio; è lungo 260 metri e largo 12.
Le parti successive del piano saranno realizzate successivamente, ma per ora non ci sono previsioni sui tempi né sull’ordine dei lavori perché «prima la città dovrà digerire il primo passaggio in termini di viabilità e opere», nelle parole di Sala. Secondo chi è a favore del progetto, la riapertura dei navigli rifornirebbe la darsena di acqua pulita e favorirebbe anche le campagne a sud di Milano, oltre a dare a Milano una nuova immagine più bella e accogliente. Inoltre il collegamento idraulico fatto di tubature tra Darsena e Martesana potrebbe essere usato per riscaldare la città con pompe di calore.