Donald Trump dovrà prendere presto una decisione complicata
Repubblicani e Democratici hanno trovato un accordo per approvare nuove dure sanzioni contro la Russia, Trump dovrà decidere se firmare la legge o no
La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha votato l’approvazione di nuove sanzioni verso la Russia, l’Iran e la Corea del Nord a larghissima maggioranza, con 419 voti a favore e 3 contrari. Il disegno di legge è il risultato di un accordo tra Repubblicani e Democratici, e dovrà ora essere approvato al Senato: se lo sarà in una versione identica, come sembra probabile, verrà inviato al presidente Donald Trump che dovrà decidere se firmarlo oppure no. Entrambe le opzioni avranno per lui delle conseguenze politiche negative: potrebbe decidere di firmare la legge e abbandonare il tentativo di migliorare i propri rapporti di collaborazione con la Russia, oppure potrebbe decidere di rimandarlo indietro aprendo una rottura con i Repubblicani e confermando i giudizi di chi lo ritiene troppo morbido con la Russia.
Le nuove sanzioni economiche alla Russia sono state decise come punizione per l’interferenza del paese nelle elezioni politiche del 2016 – ormai date per certe dall’FBI e dalla CIA – e per una politica estera eccessivamente aggressiva, in particolare per l’annessione della Crimea del 2014. Le sanzioni prevedono nuove restrizioni sui progetti di estrazione di petrolio e gas, che influenzeranno in particolare il progetto del gasdotto Nord Stream 2 che, entro la fine del 2019, dovrebbe raddoppiare la capacità di trasporto di gas naturale sotto il Mar Baltico dalla Russia alla Germania. La nuova legge stabilisce inoltre limitazioni alla possibilità di fare credito a società russe e alle aziende russe del settore energetico e militare. Sono previste infine nuove sanzioni contro l’Iran e la Corea del Nord. Nel descrivere il nuovo progetto di legge alla Camera, lo speaker Paul Ryan ha parlato di sanzioni che colpiscono «i nostri avversari più pericolosi» e che serviranno a «mantenere gli americani sicuri».
Il disegno di legge ha delle conseguenze interne: prevede cioè dei limiti ai poteri del presidente di decidere di alleggerire o di interrompere le sanzioni, obbligandolo a mandare al Congresso un rapporto sulle sue motivazioni. Poi i parlamentari avrebbero trenta giorni per decidere se accettare le motivazioni o rifiutarle. Nel rapporto il presidente sarebbe tenuto a dimostrare la fine delle condizioni che hanno portato alle sanzioni.
Il disegno di legge passerà ora al Senato, e non è ancora chiaro quando sarà esaminato. Se il Senato lo approverà senza fare modifiche – cosa che al momento sembra probabile – la proposta arriverà a Trump, la cui firma è necessaria per trasformarla in legge. A quel punto Trump avrà due possibilità, entrambe piuttosto negative per lui: potrebbe decidere di firmare la legge abbandonando di fatto le sue intenzioni di voler migliorare le relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia (ancora oggi Trump rifiuta le conclusioni dell’intelligence americana sull’interferenza russa nelle elezioni) oppure potrebbe rimandarlo indietro mettendosi contro la dirigenza del stesso partito ed esponendosi alle critiche di chi lo considera troppo indulgente con la Russia, specie alla luce dell’indagine in corso sulla presunta collaborazione con la Russia del suo comitato elettorale.
Il disegno di legge è il risultato di un accordo tra Repubblicani e Democratici e negli ultimi anni è stato molto raro che i due partiti collaborassero in questo modo: un ipotetico veto sarebbe dunque una mossa politica piuttosto delicata e impopolare. Un veto presidenziale potrà comunque essere ignorato se due terzi della Camera e del Senato voteranno per superarlo, e i numeri oggi al Congresso sembrano esserci.
La portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders ha detto che il presidente Trump sta ancora analizzando il disegno di legge e non è ancora chiaro che cosa deciderà di fare. Prima del voto alla Camera, il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov aveva detto che le misure erano «molto preoccupanti» e aveva parlato di «isteria russofobica» che avrebbe contagiato l’intero Congresso degli Stati Uniti. Dopo il passaggio del disegno di legge alla Camera, il deputato russo Leonid Slutsky ha dichiarato che le sanzioni «minano le prospettive per il ripristino delle relazioni russo-americane e le complicano per il prossimo futuro».