Forse a Roma non sarà razionata l’acqua

E forse non è mai stato necessario, nonostante gli annunci e le condizioni disastrose degli impianti in città: oggi si cercheranno nuove forniture temporanee

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Oggi a Roma i dirigenti di Acea, l’azienda che si occupa della distribuzione dell’acqua in città, si incontreranno con quelli della regione Lazio, che illustreranno un piano per evitare che a Roma l’acqua venga razionata. Di una possibile emergenza idrica si parla dalla scorsa settimana, quando la regione ha vietato ad Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano a causa della siccità e del rischio di danneggiare l’ecosistema locale. Negli ultimi mesi il livello dell’acqua nel lago, che raggiunge i 164 metri di profondità, è sceso di 40 centimetri suscitando preoccupazione per i possibili danni a lungo termine che la siccità potrebbe causare alla flora e alla fauna.

Acea ha criticato la decisione della regione dicendo che i suoi prelievi dal lago portano a un abbassamento di appena 1,5 millimetri al giorno, e accusando la regione di aver messo a rischio l’approvvigionamento idrico di centinaia di migliaia di romani. La società ha annunciato per sabato prossimo un razionamento dell’acqua che avrebbe riguardato 1,5 milioni di romani che, a turni di otto ore, avrebbero visto interrotte le loro forniture di acqua corrente.

In realtà potrebbe non esserci alcun razionamento. Il piano della regione prevede di aumentare i prelievi da altre nove fonti di approvvigionamento della capitale: l’acquedotto Peschiera-Capore del Reatino, l’acquedotto Marcio e il Simbrivio-Pertuso della Valle dell’Aniene, l’Acquedotto Vergine e l’Appio Alessandrino, Doganella e Salone. Anche queste, però, sono fonti che hanno subito le conseguenze della siccità di queste ultime settimane. A causa di questa situazione 20 comuni della provincia di Roma subiscono già adesso razionamenti dell’acqua per alcune ore a settimana. Questa soluzione dovrebbe essere utilizzata soltanto fino ai primi giorni di agosto, quando il consumo di acqua nella capitale dovrebbe ridursi grazie al fatto che molti romani andranno in ferie.

Acea – una società municipalizzata i cui dirigenti sono stati recentemente nominati dal sindaco di Roma, Virginia Raggi – è stata molto criticata in questi giorni per la sua decisione di annunciare un razionamento dell’acqua (e in generale negli ultimi anni per non essere intervenuta efficacemente per sanare la disastrosa situazione degli impianti di distribuzione dell’acqua a Roma, che perdono oltre il 40 per cento dell’acqua che trasportano). Uno dei più critici è stato il direttore del Foglio Claudio Cerasa, secondo cui l’intera vicenda è una “grande bufala” montata dai vertici della società. «La quantità di acqua prelevata da questo lago rappresenta, dice Acea, l’8 per cento del fabbisogno della Capitale. Roma ha 2.800.000 abitanti. L’otto per cento significa che l’acqua di Bracciano copre il fabbisogno di 224 mila romani». Non è chiaro, quindi, perché l’interruzione di questa fornitura dovrebbe portare al razionamento dell’acqua per metà della popolazione di Roma, ossia 1,5 milioni di persone.

Secondo alcuni sindaci dell’area di Bracciano, la situazione in cui si trova attualmente il lago è in parte responsabilità proprio di Acea e del sindaco di Roma, Virginia Raggi. Sabrina Anselmo, sindaco di Anguillara, una città della zona, e iscritta al Movimento 5 Stelle, ha detto: «Se da novembre si fossero presi i provvedimenti giusti, magari si sarebbero salvati quei 40 centimetri che a noi avrebbero fatto la differenza. Questo non prendere mai in considerazione la realtà dei fatti mi amareggia. Acea a volte è venuta ai tavoli anche con arroganza». A proposito della sindaca Raggi, Anselmo ha detto: «Non ho problemi a dire che Virginia Raggi non si è mai presentata. Disse che conosceva bene il problema, che si sarebbe attivata per risolverlo. Capisco perfettamente che un sindaco sale su un treno in corsa, però un piano più tempestivo non avrebbe portato a questi risultati».