Gli stranieri che vivono in Italia sono i meno istruiti in Europa
È un dato noto da tempo e che sta aumentando, nonostante la tendenza europea vada nella direzione opposta
Sul Corriere della Sera di oggi Federico Fubini ha messo insieme una serie di dati sull’istruzione degli stranieri che abitano in Italia. La statistica più notevole, messa insieme dall’agenzia europea Eurostat, riguarda gli stranieri fra i 25 e i 54 anni: secondo dati del 2016, in Italia il 53 per cento di loro ha al massimo la licenza media, il dato più alto all’interno dell’Unione (dove la media è del 35 per cento). È un dato che negli ultimi tre anni è aumentato del 3 per cento, mentre nel resto dell’Europa tende a diminuire. Sono dati piuttosto preoccupanti, ma Fubini fa anche notare che «spesso il livello di qualifiche degli immigrati è vicino a quello dei cittadini di un Paese, in media, perché ogni economia attrae persone compatibili al proprio modello. E l’Italia ha da sempre pochi laureati, sia nati qui che all’estero».
Nel complesso l’apporto degli immigrati al potenziale di crescita del Paese è dunque minore, in confronto al passato recente. Se nell’Italia del 2017 vivessero stranieri con qualifiche pari a quelle registrate anche solo nel 2009, oggi avremmo 120 mila persone in più con un diploma delle superiori e 100 mila persone in meno che, al meglio, hanno raggiunto la licenza media o magari non hanno finito la primaria.
Questa caduta nell’istruzione dei residenti stranieri si spiega anche con gli sbarchi. I richiedenti asilo sono in gran parte privi di istruzione, dunque in prospettiva poco produttivi, e rappresentano esattamente il tipo di persone che gli altri governi europei preferiscono confinare in Italia. È quanto suggeriscono i dati di Eurostat sul titolo di studio degli immigrati da Paesi extra-europei: la quota di stranieri con al massimo la licenza media si è impennata del 3% (al 53%!) negli ultimi tre anni, mentre nel resto Europa si affermano le tendenze opposte. Negli ultimi anni la quota di persone senza istruzione nate all’estero è scesa del 5% nell’Ue, mentre quella di diplomati e laureati è salita.