Tutto sul sudore

Di cosa è fatto, da dove arriva, a cosa serve, quanto ne produciamo e perché puzza

(MICHAEL KAPPELER/AFP/Getty Images)
(MICHAEL KAPPELER/AFP/Getty Images)

“Non sudare!” ce lo siamo sentiti dire praticamente tutti da piccoli, urlato da un parente in apprensione mentre ci allontanavamo con altri amici per giocare all’aperto. Naturalmente nessuno ha la capacità di controllare la propria sudorazione volontariamente: succede e basta, ed è un bene che sia così. Il nostro organismo funziona sostanzialmente come una stufa, il calore è il prodotto del nostro metabolismo (ciò che ci tiene in vita) e abbiamo la necessità di disperderlo per mantenere costante la temperatura, tra i 36 e i 37 °C. La sudorazione è una parte essenziale di questo processo di regolazione della temperatura, soprattutto nelle stagioni calde, quando diventa più complicato disperdere il calore. Un’ascella pezzata o macchie di sudore su una maglietta sono ritenute antiestetiche, come testimoniano le varie pubblicità che promuovono prodotti contro la sudorazione (“Altolà al sudore!”), eppure sono la dimostrazione diretta di un processo completamente naturale tanto quanto respirare.

Da dove arriva il sudore
La sudorazione è comune a moltissime specie di mammiferi, ed è più facilmente riscontrabile negli esseri umani e nei primati, i loro più stretti parenti. Negli umani, il sudore è prodotto da due tipi di ghiandole sudoripare che si trovano nella pelle: eccrine e apocrine. Le prime sono più diffuse e distribuite quasi in tutte le parti del corpo: si stima che ognuno di noi ne abbia tra i 2 e i 4 milioni. Le apocrine sono meno diffuse e sono concentrate solamente nelle ascelle, nell’inguine, nell’areola (la parte rosa intorno al capezzolo), sotto l’ombelico, nel monte di Venere, nelle grandi labbra e nello scroto. Di solito sono più numerose nelle femmine rispetto ai maschi, e la loro quantità è maggiore nelle persone non bianche. Le eccrine hanno essenzialmente una funzione termoregolatrice, mentre le apocrine hanno anche altre funzioni, come la diffusione dei feromoni, sostanze per inviare segnali olfattivi.

OK, ma cos’è la termoregolazione?
Svolgendo le loro funzioni vitali, le cellule producono calore e hanno bisogno di disperderlo per mantenersi a una temperatura costante e ottimale per la loro esistenza. Semplificando: se fa freddo, l’organismo cerca di rallentare la dispersione del calore, mentre se fa caldo cerca di aumentarla per evitare un pericoloso aumento della temperatura interna. Essendo una grande superficie costantemente a contatto con l’ambiente esterno, la pelle è il luogo ideale per lo scambio termico. Questo avviene attraverso il raffreddamento per evaporazione: le gocce di sudore lasciano la pelle sotto forma di vapore, un processo che richiede energia e nel farlo portano via calore alla pelle, che quindi si raffredda. Il raffreddamento riguarda anche i vasi sanguigni superficiali, che portano sangue meno caldo verso gli organi interni, riducendone la temperatura. Il processo è molto efficiente, ma per funzionare ha bisogno della costante produzione di nuove gocce di sudore.

Come si suda
La sudorazione è controllata dalla parte frontale dell’ipotalamo, una struttura del sistema nervoso centrale responsabile di molti meccanismi autonomi nel nostro organismo. In questa sezione sono presenti neuroni sensibili al calore, che lavorano insieme alle informazioni che provengono dai recettori diffusi sotto tutta la pelle. In linea di massima, se è lo stesso ipotalamo a rilevare direttamente un aumento della temperatura, la reazione è molto più ampia e rapida rispetto a quella dovuta a un aumento rilevato in media dai recettori sotto tutta la pelle. Il sistema nervoso reagisce stimolando le ghiandole sudoripare, inducendole ad aumentare la produzione di sudore.

Attività fisica e ansia
Attività fisiche particolarmente intense, sul lavoro o quando si fa uno sport, richiedono al nostro organismo la produzione di più energia attraverso il metabolismo, con un conseguente aumento del calore prodotto che deve essere disperso. Per questo motivo durante un lavoro pesante o facendo ginnastica si suda di più e in modo diffuso su tutto il corpo, specialmente se l’ambiente circostante è molto caldo.

Particolari condizioni di ansia e stress possono indurre ugualmente la sudorazione, anche in assenza di un cospicuo riscaldamento fisico. In questo caso si suda principalmente dalle ascelle, dai palmi delle mani e dalle piante dei piedi. È una reazione naturale comune a tutti, ma che si manifesta in modo più evidente nelle persone che soffrono maggiormente di stati d’ansia. A che cosa serva sudare in queste circostanze non è ancora totalmente chiaro, ma è probabile che la reazione sia indotta da una maggiore produzione di adrenalina, che influenza l’attività delle ghiandole sudoripare.

Chi suda di più
Ognuno è un mondo a sé e questo vale anche per la sudorazione: la quantità di sudore prodotta dipende da moltissime variabili genetiche, ambientali, legate all’età e a problemi di salute, per citarne solo alcune. In generale il peso e la forma fisica influiscono sensibilmente su quanto e come si suda. Una persona sovrappeso richiede più energia e ha una massa più grande da raffreddare, senza contare che gli strati di grasso fanno da isolante. Una persona in sovrappeso di 20 chilogrammi è come se portasse sempre con sé uno zaino pesante, fa più fatica a spostarsi e si accalda più velocemente producendo quindi molto sudore. In compenso, le persone in buona forma fisica e che praticano con regolarità sport sudano con maggiore prontezza quando compiono uno sforzo. In un certo senso, l’organismo sviluppa la capacità di reagire più rapidamente e di iniziare a disperdere da subito calore, per mantenere una migliore prestazione.

Quanto si suda
Fare una stima precisa della quantità di sudore mediamente prodotta da un essere umano è molto difficile, proprio perché ognuno reagisce diversamente. Si stima che la quantità di acqua persa con il sudore vari da un minimo di 100 ml a 8 litri al giorno. Le perdite consistenti si verificano soprattutto tra gli sportivi che compiono sforzi costanti e prolungati, come i ciclisti per esempio. In ambienti molto caldi e umidi si può arrivare a perdere 2 – 4 litri di acqua all’ora con la sudorazione. I bambini sudano mediamente meno, mentre i volumi di sudore prodotti aumentano durante la pubertà quando si sviluppano e diventano attive le ghiandole sudoripare apocrine.

Che cosa c’è nel sudore
Il sudore è composto quasi completamente da acqua, ma al suo interno sono comunque disciolte altre sostanze, con una concentrazione fino al 5 per cento. La composizione varia a seconda che il sudore sia prodotto dalle ghiandole sudoripare eccrine o apocrine.

• Il sudore eccrino è incolore, inodore e trasparente. È composto al 98 – 99 per cento da acqua, mentre il resto è costituito per lo più da cloruro di sodio (sale) e da secrezioni organiche come: acido lattico, creatinina, acido urico e urea. Sono rilevabili anche tracce di potassio, calcio e magnesio.

• Il sudore epocrino ha molte cose in comune con quello eccrino, ma ha una maggiore concentrazione di grassi. È costituito per il 95 per cento da acqua, mentre il resto è formato da lipidi (grassi), glucidi (zuccheri) e proteine. È lievemente più opaco del sudore eccrino e dopo la sua secrezione tende all’ingiallimento, proprio per la presenza degli acidi grassi e della loro interazione con le colonie di batteri sulla pelle.

Perché il sudore puzza
Come abbiamo visto, il sudore è formato quasi completamente da acqua, quindi di per sé non ha odore. La cosiddetta puzza di sudore è dovuta all’interazione di batteri e altri microrganismi che vivono sulla nostra pelle. I batteri, in particolar modo, si trovano molto a loro agio in ambienti caldi e umidi, quindi per loro un’ascella sudata è un ottimo resort per stabilire le loro colonie e farle proliferare. Il sudore delle ascelle è prodotto dalle ghiandole apocrine, che come abbiamo visto ne secernono un tipo più grasso e “pesante” rispetto alle eccrine. L’odore è dovuto soprattutto ai batteri che si nutrono degli acidi grassi e della pelle morta: quando muoiono si decompongono e puzzano.

In letteratura scientifica ci sono numerosi riferimenti alle colonie di batteri più ricorrenti sulla pelle. Alcuni batteri appartenenti al genere Corynebacterium, per esempio, producono enzimi (lipasi) che rompono le catene molecolari dei lipidi presenti nel sudore, formando molecole più piccole come l’acido butrico (quello che fa odorare il burro rancido in quel modo). Altri stafilococchi (una famiglia di batteri) producono composti alcolici che contribuiscono al cattivo odore.

Ci sono molte altre variabili che portano ognuno di noi a odorare in modo diverso. Sulla puzza di sudore e quella corporea in generale influiscono lo stile di vita, le abitudini sessuali, le condizioni genetiche, l’alimentazione e naturalmente la frequenza con cui ci si lava.

Lavaggio e deodoranti
Quando ci si lava le ascelle con un sapone alcalino, la pelle perde il suo film idrolipidico, il velo protettivo che ricopre tutto il corpo e che fa da barriera contro batteri, virus e altri microrganismi. Il pH della pelle (cioè il livello di acidità) aumenta e rende possibile la proliferazione delle colonie di batteri, tra i principali responsabili del cattivo odore. A differenza di quanto credono in molti, i peli delle ascelle non sono ospitali per i batteri, quindi la loro presenza aiuta a prevenire la puzza.

I comuni deodoranti svolgono due funzioni: da un lato coprono gli odori corporei con un profumo, dall’altro limitano la fermentazione dei batteri che si concentrano soprattutto sotto le ascelle, l’ombelico e nella zona inguinale. Alcuni sono a base di alcol, per eliminare i batteri, altri usano principi attivi per ottenere lo stesso risultato, ma risultando meno aggressivi per la pelle. Ci sono poi i deodoranti antitraspiranti, con sostanze per inibire l’attività delle ghiandole sudoripare e di conseguenza ridurre la quantità di sudore prodotta. Il loro impiego è soprattutto consigliato in chi ha disturbi che portano a una eccessiva sudorazione, come nel caso della iperidrosi. Il loro uso a fini estetici, per evitare una camicia pezzata per intenderci, è sconsigliato considerata l’importanza della sudorazione nella termoregolazione corporea.

Bonus
• Probabilmente a causa della loro dieta, i vegetariani tendono a puzzare meno di sudore rispetto a chi segue una normale dieta che comprende la carne, almeno secondo uno studio realizzato in Repubblica Ceca.
• L’iperidrosi, cioè la sudorazione a livelli patologici, interessa circa il 3 per cento della popolazione mondiale.
• Tra i pochi mammiferi che sudano dalle ascelle come gli esseri umani ci sono i primati e i cavalli.
• Le macchie giallastre che si formano su magliette e camicie dopo un po’ di utilizzi non sono solo dovute ai residui di deodorante: la loro origine è dovuta alla decomposizione dei batteri che vivono sotto le ascelle e ai lipidi prodotti dalle ghiandole apocrine.
• Il sudore degli ippopotami è rossastro, ha la funzione di proteggere la loro pelle dal sole e al tempo stesso di battericida.
• Non è vero che i cani “sudano dalla lingua”: hanno ghiandole sudoripare lungo il corpo, ma è vero che utilizzano la bocca e l’espirazione per regolare la loro temperatura.