Una brutta storia di polizia da Baltimora
Un video sembra mostrare degli agenti che mettono della droga in un cortile per incastrare un presunto spacciatore, che ora è stato scarcerato
A Baltimora, negli Stati Uniti, un poliziotto è stato sospeso dal servizio e le accuse contro un uomo accusato di spaccio sono state ritirate, dopo la diffusione di un video che sembra mostrare il poliziotto depositare sulla scena dell’arresto del presunto spacciatore un sacchetto di droga, quello che ha portato poi alla detenzione del sospettato. L’arresto è avvenuto lo scorso gennaio, ma il video è emerso soltanto recentemente, quando è stato diffuso dall’avvocato d’ufficio che sta difendendo l’uomo arrestato: non è chiaro perché sia uscito soltanto ora, ma si sa che un assistente dell’avvocato difensore lo ha mostrato ai procuratori statali la settimana scorsa.
Il video, registrato dalla body-cam sulla divisa del poliziotto, mostra un agente rovistare tra della spazzatura per terra in un vicolo, per poi appoggiare per terra un sacchetto con dentro delle capsule bianche (probabilmente dosi di eroina). Nel video si vede poi il poliziotto allontanarsi, toccare la telecamera (che viene indossata da tutti gli agenti in servizio) e dire «vado a controllare»: ritorna quindi nel posto in cui ha lasciato la droga, finge di cercare e solleva il sacchetto, avvertendo i suoi colleghi di aver trovato qualcosa. Il video mostra anche la prima parte delle azioni del poliziotto perché la telecamera che indossava è programmata per registrare anche i 30 secondi precedenti alla sua accensione, anche se senza audio. Il poliziotto forse non lo sapeva, e l’ha tenuta spenta pensando di averla accesa solo nel momento in cui nel video lo si vede avvicinare la mano all’inquadratura. Durante la prima parte del video, l’agente è osservato da due colleghi: oltre al poliziotto sospeso, infatti, il Dipartimento di Polizia di Baltimora ha detto che altri due hanno ricevuto una sospensione temporanea dal servizio, senza però spiegare quale degli agenti nel video abbia ricevuto la sanzione più grave (anche se è presumibile sia quello che ha depositato il sacchetto di droga).
Dopo il ritrovamento del sacchetto, avvenuto lo scorso 24 gennaio, un uomo è stato arrestato con l’accusa di possesso di droga finalizzato allo spaccio. L’ufficio dell’avvocato difensore dell’imputato ha detto che Richard Pinheiro, l’agente che ha apparentemente depositato la droga sulla scena dell’arresto, è attualmente un testimone in 53 processi in corso e che nonostante il video Pinheiro è stato considerato un testimone valido in quei processi, senza che gli altri imputati venissero avvisati: «Non hanno fatto sostanzialmente niente, ed erano disposti a far incarcerare qualcun altro, senza rivelare la faccenda del video».
Il capo della polizia Kevin Davis ha definito l’accusa a Pinheiro «molto grave», dicendo che «niente logora la fiducia di una comunità più di pensare, anche solo per un secondo, che la polizia in divisa, o gli agenti di polizia in generale, incastrino i cittadini con prove false». La polizia ha detto in una conferenza stampa che gli agenti avevano proceduto con l’arresto dopo aver visto un uomo che sembrava stare comprando droga da un’altra persona, quella poi arrestata. Ha anche diffuso altri tre video: uno mostra lo scambio, uno l’arresto del sospettato in un supermercato vicino, e un altro la ricerca di droga in un cortile. In tutte e tre le operazioni riprese, ha detto Davis, sono state trovate dosi di droga: quelle nel cortile – come mostra il video – sono state recuperate in un sacchetto chiuso.
Davis ha spiegato che solitamente gli spacciatori tengono intorno all’angolo dove lavorano due sacchetti di droga: uno chiuso e l’altro è aperto e viene usato per prendere più velocemente le dosi da vendere. Secondo Davis, gli agenti hanno cercato il secondo sacchetto – quello aperto –, dopo aver trovato il primo: ha ipotizzato che il video della telecamera di Pinheiro possa mostrare gli agenti mentre mettono in scena il suo ritrovamento, che forse era avvenuto mentre le telecamere erano spente. Ha aggiunto, però, che anche in questo caso sarebbe un comportamento «incompatibile con le procedure adottate dagli agenti di polizia».