La legge sullo ius soli è rinviata
Gentiloni ha annunciato che, per via dei ripensamenti del partito di Alfano, non ci sono i voti al Senato e se ne riparla ad autunno
Il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni ha annunciato domenica l’opinione del governo di non procedere con l’approvazione in Parlamento della legge cosiddetta sullo “ius soli”, che – così come era stata proposta – avrebbe permesso l’ottenimento della cittadinanza italiana da parte di bambini nati in Italia dei quali almeno uno dei due genitori si trovi legalmente in Italia da più di 5 anni (oltre a rispettare altri criteri).
“Tenendo conto delle scadenze urgenti non rinviabili in calendario al Senato e delle difficoltà emerse in alcuni settori della maggioranza non ritengo ci siano le condizioni per approvare il ddl sulla cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia prima della pausa estiva. Si tratta comunque di una legge giusta. L’impegno mio personale e del governo per approvarla in autunno rimane”
Nella sua nota Gentiloni si riferisce all’indisponibilità del principale alleato di governo del Partito Democratico – il partito guidato da Angelino Alfano che ora si chiama Alternativa Popolare – a votare la legge, il che renderebbe assai difficile l’ottenimento dei voti necessari per approvarla in Senato. Il partito di Alfano – che domenica si è congratulato per la scelta – aveva manifestato dubbi e reticenze legandoli a ragioni “di opportunità”: in sostanza timoroso di una perdita di consensi nel votare una legge sugli italiani con genitori stranieri in un momento in cui le preoccupazioni sull’immigrazione sono molto estese, malgrado le due cose non siano in nessuna relazione, come sottolinea oggi il direttore di Repubblica Mario Calabresi in un editoriale in prima pagina sul quotidiano.
La prima necessità è fare chiarezza con i cittadini e smontare falsità e luoghi comuni. Questa legge non ha nulla a che fare con coloro che stanno sbarcando sulle nostre coste, come propagandano i piromani della paura, che da settimane incendiano gli animi. Lo Ius soli non li riguarda, non verrebbe applicato a chi sbarca dai gommoni e se anche una di quelle donne è incinta, suo figlio non diventerà italiano perché manca il presupposto della permanenza legale della madre.
Questa legge darebbe invece la cittadinanza a quei bambini che sono nelle nostre scuole, che parlano la nostra lingua, che fanno gli stessi giochi, tifano le stesse squadre e coltivano gli stessi sogni dei nostri figli. Si tratterebbe di integrarli, di evitare di lasciarli ai margini della società, e questo dovrebbe essere un imperativo per tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza. Questa è la verità.
La nota di Gentiloni allude a un rinvio ad autunno della discussione e approvazione sulla legge, garantendo l’impegno del Governo. Non è chiaro cosa dovrebbe cambiare ad autunno: l’impressione degli osservatori politici è che si sia reso necessario del tempo per soddisfare le richieste di Alternativa Popolare – che ha già votato la legge alla Camera – di aspettare e dare un segno di maggiori prudenze ai propri elettori. Alfano, attuale ministro degli Esteri, ha commentato in maniera soddisfatta ma ambigua rispetto al futuro, garantendo sia l’approvazione di una legge ma suggerendo che questa abbia bisogno di essere cambiata.
“Gentiloni ha gestito la vicenda dello ius soli con realismo, buonsenso e rispetto per chi sostiene il suo governo. Apprezziamo molto. Al tempo stesso ribadiamo che su questo provvedimento abbiamo già detto sì alla Camera e lo stesso faremo al Senato, dove una discussione più serena permetterà di migliorare il testo”.
La decisione annunciata da Gentiloni risulta presa in accordo con il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, le cui insistenze per l’approvazione della legge erano maggiori e che, secondo gli osservatori politici, avrebbe preso atto delle difficoltà oggettive, chiedendo però a Gentiloni di prendersi la responsabilità della scelta di rinviare. Scelta che è stata nel frattempo celebrata come una vittoria dai più bellicosi oppositori della legge, come Forza Italia e la Lega, a nome della quale il suo leader Matteo Salvini ha detto immediatamente domenica che “È una vittoria della Lega”.