SoundCloud rischia di chiudere?
Lo "YouTube dei file audio" è il sito dove si fanno conoscere gli artisti emergenti, ma circolano notizie poco rassicuranti sul suo futuro
Negli ultimi giorni sui siti di musica internazionali si sta parlando molto di un articolo del sito di tecnologia TechCrunch secondo il quale SoundCloud, il servizio di streaming musicale che permette a chiunque di caricare e condividere le proprie canzoni, sia in serie difficoltà economiche e abbia finanziamenti soltanto per continuare a svolgere tutte le sue operazioni per altri 80 giorni. La notizia, che SoundCloud ha commentato senza smentire interamente, arriva dopo quella del licenziamento di 173 dipendenti della società, la scorsa settimana, e della chiusura degli uffici di San Francisco e Londra.
SoundCloud esiste dal 2008 e all’interno del competitivo settore dei servizi di streaming musicale ha sempre mantenuto una propria identità e originalità rispetto a concorrenti come Spotify e Apple Music. Il suo uso principale infatti non è quello di ascoltare la musica di artisti famosi, visto che per la stragrande maggioranza non sono disponibili per motivi di diritti d’autore, ma per condividere e scoprire musica di artisti emergenti, semi-professionisti o addirittura amatoriali. Oltre che per la musica, ospita moltissimi podcast e registrazioni di trasmissioni radiofoniche. Viene usato anche da gente molto famosa – il caso più famoso è quello del rapper Kanye West – ma è più frequente che gli utenti ci ascoltino l’ultimo EP di una band semisconosciuta di cui hanno letto in un sito per impallinati: è la cosa più vicina a uno YouTube per i file audio, insomma. È gratuito, ma ha due diversi abbonamenti mensili rivolti agli artisti che vogliono caricare più canzoni e in qualità migliore.
Proprio per questo SoundCloud ha una base di utenti molto fedeli, e per molti artisti è un servizio sostanzialmente fondamentale, perché è il mezzo più facile per promuovere la propria musica. Ma non se la passa bene, economicamente: durante una videoconferenza trasmessa dalla sede centrale di Berlino, i fondatori Alex Ljung e Eric Wahlforss hanno detto che i tagli al personale e alle spese della scorsa settimana permetteranno alla società di operare interamente soltanto fino all’inizio del prossimo trimestre finanziario, tra meno di 80 giorni. In un post sul blog della società, Ljung aveva invece detto che i tagli derivavano dalla necessità di «pensare a lungo termine». Secondo la ricostruzione di TechCrunch, dal quarto trimestre di quest’anno in poi SoundCloud dovrebbe avere molti problemi economici che potrebbero impedire alla società di continuare a fare tutte le cose che fa ora. Per questo, Ljung e Wahlforss stanno cercando nuovi investitori.
SoundCloud ha risposto all’articolo di TechCrunch dicendo che contiene molte inesattezze e che per questo non lo avrebbe commentato nel dettaglio. È stato però ammesso che la società «è interamente finanziata fino al quarto trimestre» ed è stato detto che la dirigenza è convinta che i tagli permetteranno al servizio di ottenere servizi e ne garantiranno la sua sopravvivenza a lungo termine. Chance the Rapper, giovane e famoso rapper americano che spesso usa SoundCloud, grazie al quale ha ottenuto il suo primo successo, ha scritto su Facebook di aver fatto una lunga telefonata con Ljung, assicurando che «SoundClound è qui per restare».
Molti altri artisti che usano SoundCloud hanno comunque invitato i colleghi a salvare la propria musica anche su altri siti, per evitare di perderla se dovesse chiudere. Come ha scritto Brian Feldman sul New York Magazine, l’eventuale chiusura di SoundCloud significherà probabilmente la scomparsa di centinaia di migliaia di ore di canzoni, podcast, registrazioni. In particolare, sarebbe un problema per i giovani artisti hip hop, la comunità più attiva e vivace sul sito (almeno negli Stati Uniti), recentemente raccontata da un articolo del New York Times.
https://twitter.com/catchdini/status/885499864502726657
https://twitter.com/deathswerve/status/885476100960382977
Alcuni dipendenti di SoundCloud hanno detto a TechCrunch che il morale tra i dipendenti della società è molto basso, sia per il licenziamento di massa sia perché c’è molta preoccupazione riguardo al futuro. Secondo alcune testimonianze raccolte, alcuni dei dipendenti licenziati erano stati assunti da poco tempo, anche da poche settimane, e in certi casi avevano lasciato altre occupazioni e sistemazioni per il nuovo lavoro. TechCrunch ha anche raccontato – basandosi sulle testimonianze di dipendenti – storie di quelli che ha presentato come utilizzi discutibili delle risorse economiche della società, come acquisti di laptop Apple e cuffie per i nuovi dipendenti e grandi pranzi collettivi.