In Giappone si fanno i funerali negli hotel
Ci sono pacchetti economici per le cerimonie funebri – veglie, cerimonie – che costano un decimo di quelle tradizionali
Il Giappone è uno dei paesi con più anziani al mondo, ogni anno ci sono sempre più morti e la morte è quindi vista da qualcuno anche come un’opportunità economica. Intorno ai funerali è nato negli anni un mercato di prodotti ricco e creativo: Amazon per esempio ha iniziato a “consegnare” monaci buddisti a domicilio, e ci sono società che offrono di convertire i capelli o le ceneri di una persona in diamanti. Il New York Times ha raccontato l’ultima invenzione, quella degli “itai hoteru”, ossia degli alberghi dotati di stanze speciali in cui le famiglie possono organizzare veglie notturne, una breve cerimonia e infine inviare il corpo al crematorio quando sarà libero. Le esigenze a cui rispondono queste nuove strutture sono soprattutto di tempi e costi.
L’Hotel Relation si trova vicino a Tokyo: le stanze sono minimaliste, arredate con letti semplici e TV a schermo piatto appese alle pareti. Dall’altra parte del corridoio si trovano le stanze – circa la metà del totale – destinate alle persone morte: hanno piccoli altari e alcune offrono un servizio di bare climatizzate con coperchi trasparenti, per permettere alle famiglie di guardare al loro interno.
Questi speciali alberghi, spiega il New York Times, offrono un’alternativa più economica ai funerali tradizionali, spesso molto costosi. Secondo l’associazione dei consumatori del Giappone, un funerale medio nel paese costa 1,95 milioni di yen, ossia circa 16 mila euro. Il pacchetto più economico dell’Hotel Relation costa 185 mila yen, ovvero circa 1.500 euro. Il pacchetto include fiori, una stanza per la famiglia dove trascorrere la notte, un abito bianco tradizionale per i defunti, una bara decorata, il trasporto del corpo dall’ospedale e poi al crematorio e un’urna per raccogliere le ceneri. Ogni notte aggiuntiva costa 10.800 yen, meno di 100 euro. Le famiglie che desiderano stanze separate, veglie funebri o veri e propri funerali pagano in più.
Queste strutture offrono soprattutto una soluzione più veloce alle cerimonie funebri visto che l’alto numero di decessi ha allungato i tempi delle disponibilità delle sale tradizionali e dei crematori. La popolazione giapponese sta invecchiando così velocemente e le morti stanno aumentando in modo così rapido che le famiglie a volte devono aspettare diversi giorni prima che un corpo possa essere cremato. «L’offerta non soddisfa la domanda, soprattutto nelle aree urbane» ha spiegato al New York Times Hiroshi Ota, un funzionario della società che in Giappone si occupa di crematori. Se in tutto il Giappone ci sono 5.100 crematori, a Tokyo, che ha una popolazione di oltre 13 milioni di abitanti, ce ne sono appena 26. È probabile che nei prossimi anni gli “itai hoteru” diventino sempre più richiesti. Nel 2016 in Giappone sono morte 1 milione e 300 mila persone, il 35 per cento in più rispetto a 15 anni prima. Il tasso annuale dovrebbe salire fino a raggiungere 1 milione e 700 mila persone nel 2040, secondo le previsioni del governo.
Inoltre, spiega il New York Times, accade sempre più spesso che gli anziani muoiano da soli: ad esempio, a Tokyo, il numero delle persone con più di 65 anni morte in solitudine è più che raddoppiato tra il 2003 e il 2015, l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati ufficiali. I funerali che una volta, anche per tradizione, implicavano la partecipazione di intere comunità e famiglie allargate sono dunque sempre meno numerosi e una semplice stanza può essere sufficiente. Questi speciali hotel offrono una soluzione pratica a diversi problemi: un luogo in cui un corpo può essere vegliato dai parenti più stretti e conservato a basso costo finché il crematorio non è pronto.
I primi “itai hoteru” vennero aperti circa cinque anni fa nelle maggiori città del Giappone, ma ce ne sono ancora pochi. Alcuni hanno comunque protestato perché non vogliono vivere nelle vicinanze di strutture di questo tipo. Hisao Takegishi, il proprietario di uno di questi hotel intervistato dal New York Times, ha spiegato di capire le rimostranze dei vicini, ma che il suo staff cerca di essere il più discreto possibile. Contro queste nuove soluzioni si sono espressi anche i proprietari delle tradizionali case per funerali giapponesi dicendo che si sta perdendo il rispetto per la dignità dei morti. I proprietari degli “itai hoteru” pensano però che si tratti solo di proteste dovute a questioni economiche e di concorrenza.