Lula è stato condannato per corruzione
L'ex presidente del Brasile ricorrerà in appello contro la sentenza a nove anni e mezzo di carcere, che potrebbe impedirgli di ricandidarsi l'anno prossimo
Luiz Inácio Lula da Silva, famoso e importante ex presidente del Brasile, è stato condannato a nove anni e mezzo di prigione per corruzione in primo grado, ma potrà restare libero fino a quando non ci sarà il processo di appello. Lula è accusato di avere ricevuto un appartamento dall’azienda OAS, in cambio di una serie di favori per farle ottenere contratti con Petrobras, la ricca e potente compagnia petrolifera statale brasiliana al centro di numerosi scandali. Commentando la decisione dei giudici, Lula ha detto di essere stato sottoposto a un processo politico e di non avere fatto nulla di illegale.
Lula è stato presidente del Brasile per due mandati (otto anni) fino al 2011, e durante il suo periodo al governo il Brasile ha vissuto un periodo di grandissima crescita economica e aumento della sua influenza internazionale: anche per questo di recente aveva fatto intendere di essere interessato a candidarsi di nuovo, in vista delle presidenziali che si terranno nel 2018. Nei suoi anni da presidente Lula ottenne un’enorme popolarità in Brasile e all’estero, soprattutto durante il suo primo mandato. Lula fa parte del Partito dei Lavoratori di sinistra, la cui segretaria Gleisi Hoffmann ha criticato duramente la sentenza definendola politica e un tentativo di impedire a Lula di candidarsi di nuovo.
Formalmente Lula si potrà comunque candidare e potrebbe avere problemi solo nel caso della conferma della condanna in appello. Il giudice di primo grado ha infatti stabilito anche un’interdizione dai pubblici uffici di 19 anni, che lo renderebbe incandidabile.
Il problema per Lula è che sia lui che il suo partito sono coinvolti in diverse altre inchieste giudiziarie su casi di corruzione ai più alti livelli politici in Brasile, avviate tre anni fa e che riguardano quasi tutte i rapporti tra partiti, politici e aziende alla ricerca di favori per ottenere contratti con Petrobras. Le inchieste hanno di recente portato alle dimissioni da presidente di Dilma Rousseff, che proprio Lula scelse perché gli succedesse alla guida del partito, allo scadere del suo secondo mandato, e stanno ora coinvolgendo anche l’attuale presidente Michel Temer, esponente del Partito per il Movimento Democratico Brasiliano ed ex alleato di Dilma Rousseff, per il quale ci sono richieste di dimissioni da parte delle opposizioni e dell’opinione pubblica.