Il piano operativo di Triton, l’operazione congiunta di Frontex e dell’Italia per il soccorso ai migranti nel Mediterraneo, sarà ridiscusso da un gruppo di lavoro
Oggi a Varsavia, in Polonia, c’è stato un incontro tra i rappresentanti del ministero degli Interni italiano e Frontex, l’agenzia europea di controllo dei confini: lo scopo dell’incontro era parlare del piano operativo di Triton, l’operazione congiunta fra Frontex e il governo italiano, che da circa due anni e mezzo si occupa sia di protezione delle frontiere sia di soccorsi ai migranti nel mar Mediterraneo. È il piano che tra le altre cose prevede che ogni persona soccorsa dalle navi di Frontex sia portata in Italia. Nell’incontro, spiega un comunicato stampa di Frontex, «è stato concordato che sarà stabilito senza indugi un gruppo di lavoro per capire cosa deve essere rivisto nel piano operativo di Triton alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico» lo scorso 6 luglio, quando i ministri degli Interni dell’Unione Europea si sono riuniti per un incontro informale a Tallinn, la capitale dell’Estonia.
Da tempo l’Italia sta chiedendo che qualcosa cambi nel modo in cui l’Unione Europea si sta occupando della questione dei migranti provenienti dall’Africa attraverso la Libia: ultimamente ha minacciato di chiudere i propri porti alle ONG internazionali che soccorrono i migranti e ha chiesto informalmente aiuto ad altri paesi, alla Commissione Europea e a Frontex. Nell’incontro di oggi l’Italia ha ufficialmente chiesto di far sbarcare i migranti anche nei porti di altri paesi dell’Unione Europea (sui giornali si era parlato di Francia e Spagna), richiesta che finora non era stata ufficiale ma solo oggetto di colloqui. Il direttore di Frontex Fabrice Leggeri ha chiesto ai paesi europei di «rispettare il proprio impegno per rafforzare l’operazione Triton».