Cosa ha detto davvero Tavecchio sugli stadi e la lap-dance
Non quello che gli è stato attribuito dai giornali, o almeno non con quel significato: c'è il video di tutto il suo discorso
Ieri il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC, il più alto organo italiano di governo del calcio) Carlo Tavecchio ha partecipato a un’audizione della commissione parlamentare Antimafia sul tema delle infiltrazioni mafiose nel calcio professionistico (qui il video di tutta la seduta). I giornali hanno ripreso con indignazione una frase che ha detto durante l’audizione, in cui sembrava sostenere che “negli stadi ci deve essere la lap-dance”: pur non essendo particolarmente fortunata, tuttavia, quella frase è stata tolta dal contesto più ampio del discorso che stava facendo Tavecchio e non aveva il significato che gli è stato attribuito dai giornali.
Tavecchio ieri ha presentato una relazione sulla situazione del mondo calcio e dei controlli antimafia già previsti, e ha risposto poi alle domande di alcuni parlamentari presenti e di Rosy Bindi, presidente della commissione. Proprio Bindi ha chiesto a Tavecchio quale fosse la sua posizione sulla responsabilità oggettiva delle società di calcio per quello che avviene negli stadi e se avesse delle proposte di riforma della giustizia sportiva. La responsabilità oggettiva delle società di calcio implica che queste siano considerate in certa misura responsabili anche per i comportamenti violenti dei tifosi negli stadi; Tavecchio ha parlato della lap-dance per spiegare che secondo lui non ci sono margini per riformare questo principio.
«Gli stadi non sono più ambienti in cui si deve giocare solo a calcio, secondo le nuove prerogative. Gli stadi devono vivere, negli stadi ci deve andare il supermercato, la farmacia, la lap-dance, ci deve andare l’incontro con la politica, si deve fare l’attività sociale. Allora, uno stadio con queste prerogative, altro che controllo deve avere. Il lunedì o il martedì si fa una manifestazione con cinquanta persone che vanno a sentire il deputato che parla, oppure fanno a fare, giocare una partita di carte, può portare dentro quello che vuole, ma qui abbiamo la responsabilità della società. E quindi come si fa a pensare di togliere la responsabilità oggettiva. La responsabilità oggettiva in questo momento è ancora il cardine che dà la garanzia al soggetto che riceve nel suo ambito queste situazioni. Se togliamo la responsabilità oggettiva noi abbiamo finito di fare, il controllo è automatico con la responsabilità oggettiva».
Tavecchio quindi non stava suggerendo che negli stadi venisse introdotta la lap-dance, ma stava dicendo che la tendenza generale è rendere gli stadi dei posti in cui l’attività sportiva legata al calcio sia solo una delle molte cose che si possono fare: e per garantire la sicurezza di tutte queste cose molto diverse – Tavecchio sembra citare la lap-dance nel suo elenco proprio per enfatizzare quanto queste cose possano essere anche lontanissime dal calcio – la responsabilità oggettiva delle società sportive non può essere rimossa.
Tavecchio ha 73 anni ed è stato eletto presidente della Figc nell’agosto del 2014 e rieletto nel marzo di quest’anno. Nonostante occupi una delle posizioni più importanti del calcio italiano, si è parlato molto di lui per alcune cose razziste, sessiste e omofobe che ha detto in passato parlando degli stranieri nel calcio italiano, delle donne, dei gay e degli ebrei.