I servizi di streaming di musica, a confronto

Cosa offrono di diverso e quanto costano Spotify, Apple Music, Tidal e tutti gli altri

(dal film “Le vite degli altri”)
(dal film “Le vite degli altri”)

Accedere in modo praticamente istantaneo a qualsiasi canzone ci passi per la testa è molto più semplice di fare la stessa cosa con i film o con le serie tv: i servizi di streaming musicali offrono cataloghi che per la maggior parte degli utenti includono la quasi totalità delle canzoni e dei dischi che vogliono ascoltare, mentre non c’è un servizio di streaming video che faccia la stessa cosa. A questi enormi cataloghi di musica si accede di solito con una spesa piuttosto contenuta, e inoltre, a differenza dei servizi di streaming video, ci sono diverse possibilità di ascoltare musica in streaming senza pagare niente, accettando di sentire anche un po’ di pubblicità tra una canzone e l’altra.

Ci sono però diversi servizi concorrenti tra i quali può non essere semplice orientarsi: i cataloghi sono spesso simili (non sempre), ma cambia il modo in cui sono organizzate le playlist, le opzioni per quanto riguarda la qualità delle canzoni, le interfacce per ascoltare musica e scoprirne di nuova. Una buona regola, quando si deve scegliere, è sfruttare inizialmente i periodi di prova gratuita che offrono tutti i servizi: contemporaneamente, per fare dei paragoni sugli artisti disponibili nel catalogo o la qualità dell’audio, oppure successivi, uno stratagemma che peraltro permette di ascoltare musica gratis senza pubblicità per diversi mesi, prima di dover pagare. Un altro consiglio è quello di pensare ai dispositivi con cui ascolteremo la musica: se per computer e smartphone non ci sono grandi limitazioni, spesso le casse bluetooth o wifi sono compatibili solo con alcuni servizi: meglio controllare prima.

Come avevamo già avevamo fatto per i servizi di streaming di film e serie, abbiamo raccolto prezzi, funzioni e informazioni varie sui principali servizi di streaming musicale disponibili in Italia, per orientarsi nella scelta.

Spotify

Esiste dal 2008, ed è stato il primo servizio di streaming per come li conosciamo oggi a diventare davvero “di massa”. La società è svedese, e ha più di 140 milioni di utenti attivi, di cui oltre 50 milioni pagano un abbonamento.

Quanto costa?

Con la versione gratuita di Spotify si può ascoltare tutta la musica che si vuole, ma non si può scegliere l’ordine di riproduzione e ogni tre o quattro canzoni ci sono delle pubblicità, a volte della stessa versione a pagamento di Spotify, a volte di prodotti di vario tipo. La versione a pagamento, per contro, è la più economica di tutte, perché la si può ottenere in vari modi. Quella tradizionale costa 9,99 euro al mese, con i primi 30 giorni di prova gratis. Ma Spotify incoraggia gli utenti a dividersi un abbonamento, scegliendo la versione Family: si possono attivare cinque account a 14,99 euro al mese e usarli su dispositivi diversi. In teoria, i membri di questo abbonamento dovrebbero appartenere alla stessa famiglia, in pratica è usato anche da moltissime persone che semplicemente vogliono risparmiare: si può arrivare a spendere meno di 3 euro al mese a testa. C’è poi uno sconto studenti che permette agli iscritti all’università di pagare 4,99 euro al mese: c’è però bisogno che il proprio istituto sia tra quelli che aderiscono alla campagna, e lo si può verificare solo cercandolo tra quelli disponibili al momento dell’iscrizione.

Cosa offre?

Su Spotify ci sono più di 30 milioni di canzoni: in generale, potete trovare quasi tutto quello che cercate. Dove in quel quasi ci sono i rari casi di artisti o chi ne gestisce i diritti che hanno deciso di non rendere disponibili i propri dischi per i servizi in streaming, come per esempio per Lucio Battisti. C’è da dire che quegli artisti che distribuiscono almeno inizialmente i propri dischi in esclusiva soltanto su alcuni servizi, come Taylor Swift, tendono a non farlo su Spotify. Il servizio di playlist di Spotify è però tra i più apprezzati: ce ne sono oltre 2 miliardi, curate dagli esperti della società, da artisti famosi o da utenti normali. Trovare quelle più interessanti e navigare tra quelle disponibili è anche più intuitivo, rispetto per esempio ad Apple Music. In confronto ad altri servizi, Spotify è molto apprezzato per la possibilità di seguire i propri amici, sbirciare che musica stanno ascoltando e iscriversi alle loro playlist, per scoprire cose nuove.

Come per i principali altri servizi, si possono scaricare canzoni, album e playlist sul proprio smartphone per ascoltarli offline, a condizione che si abbia un abbonamento attivo. Chi ha la versione gratuita, sullo smartphone, può soltanto ascoltare le canzoni in ordine casuale: non può scegliere quella che vuole, ma soltanto l’artista, il disco o la playlist.

Per quanto riguarda la qualità audio, normalmente le riproduzioni su mobile di Spotify sono a 96 kilobit per secondo (kbps), che un esperto di cose di audiofilia vi dirà essere piuttosto bassa. Si può però impostare a 160 kbps, con un consumo di dati maggiore (se si è connessi senza wifi). 160 kbps è anche la qualità standard da desktop. Gli utenti che pagano un abbonamento possono riprodurre musica a 320 kbps, sia da mobile sia da desktop.

Apple Music

È arrivato dopo, nel 2015, ma avendo alle spalle una società come Apple ha guadagnato in fretta terreno sui concorrenti: oggi ha più di 27 milioni di utenti paganti, che sono moltissimi per un servizio che esiste da due anni.

Quanto costa?

Il discorso qui è più semplice rispetto a Spotify: non ci sono versioni gratuite, solo a pagamento. Quando ci si iscrive si hanno tre mesi di prova gratuita, dopodiché si passa a 9,99 euro al mese. Anche Apple Music offre la possibilità agli studenti di ottenere uno sconto: se ci si iscrive alla piattaforma UNiDAYS si può avere l’abbonamento a 4,99 euro al mese. C’è poi anche in questo caso la possibilità di fare un abbonamento famigliare, a 14,99 euro al mese, per un massimo di sei persone.

Cosa offre?

Su Apple Music ci sono circa 40 milioni di canzoni. Ci sono anche migliaia di playlist, anche in questo caso curate direttamente dal servizio o dagli utenti. Una cosa per cui è apprezzato è Beats 1, una radio attiva 24 ore al giorno la cui selezione è curata da famosi dj e conduttori radiofonici, tra cui Zane Lowe, che prima lavorava a BBC Radio 1 e ha anche una propria playlist molto seguita. C’è poi un programma di hip hop condotto da Ebro Darden, famoso conduttore americano, e uno sulla musica britannica di Julie Adenuga, giovane dj inglese sorella del rapper Skepta.

Apple Music funziona attraverso la stessa app di iTunes, e permette quindi un’ottima integrazione tra la propria libreria musicale (di canzoni di cui si possiede il file) e quelle in streaming. Anche su Apple Music si possono scaricare canzoni per ascoltarle offline attraverso l’app. Non c’è una versione di Apple Music per Windows Phone.

Per chi ascolta la musica attraverso il sistema AirPort di Apple, per mandarla a degli speaker tramite wifi, Apple Music ha un vantaggio: si può trasmettere soltanto il segnale di iTunes, mantenendo separato quello del proprio computer, con il quale si può per esempio continuare ad ascoltare video su YouTube (con Spotify si deve mandare alle casse esterne l’audio di tutto il computer, quindi anche quello di banner pubblicitari e video). La qualità della musica di Apple Music è a 256 kbps. È inferiore a quella di Spotify, ma sfrutta un sistema di compressione diverso: Spotify usa Ogg Vorbis, Apple Music l’Advance Audio Coding. Come per tutte le cose di audiofilia, c’è chi sostiene la superiorità dell’uno e dell’altro: sono differenze percettibili da chi ha orecchie allenate, per gli altri si assomiglieranno molto.

Google Play Music

Esiste dal 2011 e non ci sono dati ufficiali sugli utenti paganti. Tra i grossi servizi di streaming è probabilmente quello di cui si parla meno, perché non ha caratteristiche che lo distinguano particolarmente dagli altri: ma è indicato soprattutto per chi usa molto i servizi di Google e il suo store, e per gli utenti Android in particolare, e vuole integrare alle cose che usa un servizio di streaming.

Quanto costa?

C’è una versione gratis e una versione a pagamento, ma quella gratuita è diversa dagli altri servizi: non permette di ascoltare musica in streaming, ma soltanto di salvare sul cloud fino a 50mila canzoni, per poi ascoltarle da desktop o da un dispositivo mobile. Negli Stati Uniti, con la versione gratuita, si possono anche ascoltare alcune radio tematiche, con interruzioni pubblicitarie e fino a 6 “skip” all’ora: in Italia, almeno per ora, questa possibilità non c’è. C’è poi la versione a pagamento, che oltre alla possibilità di salvare canzoni sul cloud permette di ascoltare musica in streaming: i primi 4 mesi sono gratis, poi costa 9,99 euro al mese. L’abbonamento famiglia, utilizzabile da un massimo di sei persone, costa 14,99 euro al mese. Non è previsto uno sconto studenti.

Cosa offre?

Le canzoni per chi ha un abbonamento sono oltre 30 milioni. In alcuni paesi, tra cui non c’è l’Italia, con l’abbonamento a Google Play Music è compreso anche quello a YouTube Red, cioè YouTube senza pubblicità. L’interfaccia è molto fluida e colorata, secondo alcuni migliore di quelle di Spotify e Apple Music. Ci sono le playlist, anche se l’aspetto più apprezzato sono le radio, che offrono selezioni casuali di canzoni anche molto specifiche, come generi e atmosfere, che vengono selezionate con algoritmi molto precisi in base alle preferenze espresse quando ci si iscrive. Se però ritenete fondamentale da un servizio di streaming scoprire continuamente cose nuove, anche fuori dai generi e dagli artisti che ascoltate di solito, probabilmente Google Play Music ha ancora un po’ di strada da fare rispetto ad Apple Music e soprattutto a Spotify. Si possono riprodurre le canzoni con una qualità massima di 320 kbps.

Tidal

È il servizio di proprietà del rapper americano Jay Z, che per il suo lancio ufficiale – nel 2014 – tirò in mezzo un sacco di gente importante della musica internazionale, da Kanye West a Deadmou5 a Jack White, oltre ovviamente a sua moglie Beyoncé. Tra tutti, è il servizio “di nicchia”: non ci sono molti dati sugli utenti, e in molti sospettano che quelli diffusi da Jay Z siano gonfiati. Si parla di qualche milione, in ogni caso: tra uno e quattro.

Quanto costa?

Non c’è una versione gratuita, e ci sono due piani: quello Premium, a 9,99 euro al mese, e quello HiFi, a 19,99 euro al mese, che si differenzia dal primo per una maggiore qualità audio. Per entrambi sono previsti 30 giorni di prova gratuita. Ci sono poi i piani famigliari, utilizzabili al massimo da 5 persone: 14,99 per la versione Premium, 24,99 per quella HiFi.

Cosa offre?

Su Tidal ci sono 46 milioni di canzoni e 190mila video musicali ad alta definizione. La cosa che ha reso Tidal una “cosa”, nonostante sia molto più piccolo di Spotify e Apple Music, è che offre in esclusiva i nuovi dischi di alcuni degli artisti che stanno nel giro di Jay Z, e che sono alcuni dei più importanti del mondo. Sono usciti inizialmente solo su Tidal, per esempio, Anti di Rihanna, The Life of Pablo di Kanye West e Lemonade di Beyoncé, e più recentemente 4:44 di Jay Z.

Nella versione Premium, la musica è a 320 kbps. Il vero punto di forza di Tidal rispetto ai concorrenti è però la versione HiFi, che offre musica in qualità lossless, cioè senza nessun tipo di compressione, paragonabile a quella dei CD. Questo video spiega meglio le differenze, evidenziando quali suoni sono tenuti fuori dai formati compressi per diminuirne le dimensioni (va ovviamente ascoltato con un buon paio di cuffie, altrimenti è inutile). Naturalmente le canzoni in formato lossless sono molto più pesanti, e se ascoltate con una connessione mobile consumano molti dati: è consigliato scaricare la musica – che occupa di conseguenza più memoria di quella a 320 kbps – e ascoltarla offline.

Deezer

Nonostante sia uno dei servizi di streaming più usati al mondo, se ne parla meno rispetto agli altri: principalmente perché offre un servizio completo, ma non ha almeno all’apparenza molte cose che lo distinguano da Spotify, che è quello che gli assomiglia di più (anche come prezzi). Vale però la pena provarlo, se dovete decidere a quale nuovo servizio abbonarvi.

Quanto costa?

C’è una versione gratuita, che permette di ascoltare la musica che si vuole, con interruzioni pubblicitarie. La versione Premium+ costa 9,99 euro al mese, con 30 giorni di prova gratuita. Il piano famigliare costa 14,99 euro al mese, e può essere utilizzato da un massimo di sei persone.

Cosa offre?

Deezer, nonostante non sia citato così tanto insieme agli altri servizi, ha un’offerta piuttosto ampia: ci sono 40 milioni di canzoni, comprese la maggior parte delle ultime uscite e i dischi degli artisti che fanno storie sulle esclusive (Rihanna, Kanye West, i Beatles, ci sono tutti). Ci sono anche playlist tematiche e aggiornate, anche se in numero minore rispetto a Spotify e Apple Music. Deezer punta molto sulle radio basate sui gusti degli utenti, con la sua funzione Flow.

La versione gratuita funziona solo da desktop, oppure limitatamente ad alcuni funzioni su smartphone. Per ascoltare musica senza limiti su smartphone e scaricare la musica e ascoltarla offline come negli altri servizi bisogna abbonarsi. La qualità audio è di 128 kbps per la versione gratuita, 320 kbps per la versione a pagamento.

Gli altri

Tra quelli disponibili in Italia, il principale servizio rimasto fuori da questa lista è SoundCloud, che però è molto diverso e gioca in un altro campionato. Non è infatti un servizio di streaming come Spotify o Deezer, che offre le canzoni dei più famosi artisti internazionali: moltissimi non ci sono, altri hanno reso disponibili solo alcune canzoni. È però una delle piattaforme principali sulle quali gli artisti emergenti condividono le loro canzoni. Le versioni a pagamento, infatti, sono rivolte a chi vuole caricare la musica sul sito e vuole meno limiti e maggiore accesso alle statistiche sulle riproduzioni.

Tim Music è poi il servizio di TIM, che offre un catalogo di 25 milioni di canzoni e diverse playlist tematiche, compreso in alcuni piani tariffari della compagnia oppure a un costo di 7,99 euro al mese per le persone che hanno una linea ADSL o mobile TIM. Il primo mese costa 1,99 euro al mese.

Amazon Music Unlimited, Napster e Pandora, entrambi molto usati in alcuni paesi, non sono disponibili in Italia.