Il geologo creazionista che ha fatto causa al Grand Canyon
Andrew Snelling vuole dimostrare che le rocce dell'immensa gola si sono depositate migliaia di anni fa, dopo un'enorme alluvione globale, e non in milioni di anni
Andrew Snelling è un geologo australiano creazionista: cioè crede che la Terra e l’universo non si siano formati con il Big Bang ma con l’atto della creazione divina raccontata dalla Bibbia. Snelling vuole dimostrare quindi che gli strati rocciosi del Grand Canyon, negli Stati Uniti, si sono depositati in pochi millenni e non in milioni di anni, come ampiamente accettato dalla comunità scientifica. Snelling è convinto che la Terra, l’Universo e tutti gli organismi viventi abbiano avuto realmente origine come raccontato nella Genesi, quindi poche migliaia di anni fa, e non attraverso processi naturali che hanno richiesto miliardi di anni e, per molte specie viventi, centinaia di milioni di anni di evoluzione. Per dimostrarlo aveva chiesto al Parco nazionale del Grand Canyon (Arizona) di poter raccogliere alcuni campioni di roccia, ricevendo un rifiuto che lo aveva indotto a fare causa al Parco con l’accusa di ostacolare la sua ricerca “scientifica” su basi religiose. La vicenda aveva portato a un contenzioso legale molto discusso, terminato qualche giorno fa con la decisione delle autorità del Parco di consentire il prelievo dei minerali.
Stando alle informazioni raccolte da Science, Snelling ha conseguito un dottorato presso l’Università di Sydney nel 1982 e ha lavorato per diversi anni in Australia, occupandosi per lo più del settore minerario ed estrattivo. In seguito si è progressivamente avvicinato a gruppi e organizzazioni controverse e legate al creazionismo, rinnegando le teorie dell’evoluzione. Tra il 1998 e il 2007 ha lavorato come esperto geologo presso la Creation Science Foundation, una fondazione che promuove le teorie creazioniste e che è attiva in diverse parti del mondo. Snelling ha poi lavorato per Answers in Genesis, un’altra organizzazione creazionista che promuove ricerche geologiche “dal punto di vista della Bibbia” negli Stati Uniti.
Nel 2013 Snelling chiese un permesso per studiare i sedimenti (gli strati di roccia) in quattro aree distinte del Grand Canyon e raccogliere una sessantina di pietre da analizzare. Il Parco sottopose la richiesta a un gruppo di esperti che l’anno seguente negò l’autorizzazione, con motivazioni piuttosto argomentate e che si basavano sui documenti ricevuti: “La sua descrizione su come distinguere i sedimenti e le strutture rocciose non è ben scritta, aggiornata o con fonti attendibili”. La revisione della domanda aveva anche portato a forti dubbi sul fatto che Snelling avesse proseguito la sua attività di ricerca scientifica dopo il 1982. Gli fu quindi consigliato di condurre le sue ricerche fuori dal Parco. Inoltre i suoi responsabili gli ricordarono che se avesse raccolto ugualmente le rocce all’interno del comprensorio avrebbe violato le regole e sarebbe stato messo al bando dal Grand Canyon.
Snelling nel 2016 provò con una nuova richiesta tenendo conto del rifiuto ricevuto nel 2014. Il Parco rispose che prima di potergli affidare un permesso avrebbe dovuto presentare altre informazioni, come le coordinate geografiche e le fotografie dei quattro siti scelti per il prelievo dei campioni. Snelling si rifiutò di farlo, sostenendo che in casi analoghi in passato il Parco non aveva mai chiesto informazioni così dettagliate. Il geologo fece causa contro il Parco nazionale del Grand Canyon, sostenendo che stesse ostacolando la sua ricerca scientifica.
Il contenzioso legale era andato avanti per qualche mese, portando nuovi argomenti al tema già molto dibattuto del rapporto tra creazionsimo e scienza. A fine giugno Snelling ha rinunciato alla sua causa dopo che il Parco ha offerto un compromesso: affiancare a Snelling alcuni “membri dello staff” per aiutarlo a identificare le aree dove condurre i suoi studi e fare i prelievi di roccia nel modo più appropriato. Snelling ha accettato la proposta dicendo di essere “soddisfatto dalla decisione dei ricercatori del Grand Canyon di riconoscere le qualità e l’integrità del mio progetto di ricerca”.
In realtà il Parco nazionale del Grand Canyon non ha riconosciuto nulla a Snelling dal punto di vista scientifico, ma ha solo acconsentito al prelievo del materiale sotto la sorveglianza del proprio personale, in modo da chiudere una causa che si sarebbe potuta protrarre a lungo. Le origini del Grand Canyon sono dibattute da tempo tra i geologi, ma le ricerche più recenti stimano che il fiume Colorado abbia iniziato a scavare il canyon tra i 5 e i 6 milioni di anni fa. I sedimenti più antichi del Grand Canyon risalgono a 1,8 miliardi di anni fa secondo il Parco, Snelling è convinto che i sedimenti si siano depositati circa 4.300 anni fa in seguito a un’enorme alluvione globale.