Stasera cinema?
Ci sono: un horror su un'app assassina, il criticatissimo ultimo film di Sean Penn e uno d'azione con Michael Fassbender
Andando al cinema stasera non dovrebbe capitarvi di trovare lunghe code o sale strapiene. I film più visti, in generale non da tantissime persone, continuano a essere Transformers – L’ultimo cavaliere, La Mummia e Pirati dei Caraibi – la vendetta di Salazar, piaciuti poco o per niente ai critici. In più, tra le nuove uscite della settimana non ci sono film che batteranno record d’incassi o puntano agli Oscar, anzi. È già difficile che uno di questi film diventi il più visto della settimana. Se però avete gusti particolari, tessere che scadono o cene da evitare: si parla benino di Codice criminale, un film d’azione con Michael Fassbender; si parla meno bene di Bedevil – Non installarla, un film horror che parla di un’app assassina che «può ascoltarti, può osservarti, vuole ucciderti»; si parla malissimo di Il tuo ultimo sguardo, che è il film con i nomi più famosi: Sean Penn alla regia e Xavier Bardem e Charlize Theron nel cast.
Bedevil – Non installarla
È un horror scritto, prodotto e diretto da Abel e Burlee Vang, al loro primo film, e non ci sono attori di cui è probabile possiate aver sentito parlare. All’inizio del trailer, l’app assassina dice: «Ciao, io sono Bedevil. Come molte app ho accesso al tuo account Facebook. Posso anche accendere la tua tv e aprire la serranda del garage». I protagonisti del film sono alcuni ragazzi che la scaricano e si accorgono che anziché semplificare le loro vite, li vuole uccidere. Più avanti nel trailer, qualcuno dice: «Bedevil è un’entità paranormale. Una volta scaricata la app sei segnato. Non si fermerà finché la sua vittima non sarà morta». Sembra anche che l’app riesca a capire le paure più profonde dei protagonisti, rendendole in qualche modo reali: «Stanotte vi ricorderò che cos’è la paura», dice l’app, nel trailer.
Su IMDb il voto medio di Bedevil – Non installarla è 4,5, e a dargli un voto sono state poco più di 500 persone. Su Rotten Tomatoes l’hanno votato in 17. Le recensioni in inglese arrivano soprattutto da siti che si occupano quasi esclusivamente di film horror. Ne parlano come di un film discreto, senza guizzi e con molti stereotipi – o meglio: tropi – da film di questo tipo: il belloccio, la ragazza bionda e svampita, e così via. Nico Parente ha scritto su Cinematografo che il film «è l’ennesimo tentativo in ambito horror, dopo i recenti (e, a tratti, azzeccati) Unfriended e Friend Request, di rendere i mezzi di comunicazione più utilizzati fonte di terrore e morte». Rudy Salvagnini di MyMovies ha scritto che «l’uso dei telefonini come mezzo di propagazione dell’orrore era già stato proposto nella serie giapponese generata da The Call – Non rispondere, poi rifatto a Hollywood come Chiamata senza risposta (per non parlare del sudcoreano Phone, precedente)». Phone è un horror coreano, il trailer potrebbe spaventarvi.
Codice criminale
È un film d’azione diretto da Adam Smith, alla sua prima regia cinematografica. In questo caso è però molto più probabile conosciate il protagonista: è Michael Fassbender, che di recente ha recitato in X-Men – Apocalisse, La luce sugli oceani, Assassin’s Creed, Alien: Covenant e Song to Song. In Codice criminale interpreta Chad Cutler, un criminale che passa il tempo tra corse d’auto e rapine e che a un certo punto decide di darci un taglio: «Ho chiuso con quella merda; voglio una vita tranquilla senza problema», dice. È però figlio del capobanda interpretato da Brendan Gleeson, che tra le tante altre cose è stato anche Alastor Moody nei film di Harry Potter. Il padre dice a Chad che non è che possa prendere e cambiare vita come se nulla fosse. Seguono problemi: tra loro e con la polizia.
Si è parlato bene di Gleeson e Fassbender, entrambi irlandesi, e abbastanza bene delle scene d’azione; un po’ meno della trama. Justin Chang del Los Angeles Times ha scritto che Codice criminale è un film “frammentario” e che «sembra la versione indie e bizzarra di un film di gangster». Il film è piaciuto molto di più a Gabriele Niola, che su Bad Taste ha scritto: «Adam Smith ha una mano fermissima, sa correre quando serve, dirige bene la tensione, il rischio e gli inseguimenti di cui è chiaramente appassionato tanto quanto i personaggi, ma ha anche il cuore che serve per un dialogo a porte chiuse, per due battute in cima ad un albero o uno sguardo di sfida tra i parenti». Un po’ a metà tra le due opinioni c’è quella di Nel Murray di Playlist: ha scritto che «si fa fatica a capire cosa voglia essere Codice criminale, ma riesce facile gustarselo per quello che è». A proposito di criminali e inseguimenti in auto: negli Stati Uniti parlano benissimo di Baby Driver – Il genio della fuga, che in Italia arriverà a settembre.
Il tuo ultimo sguardo
È il primo film diretto da Sean Penn dai tempi di Into The Wild, che uscì nel 2007. È ambientato in Liberia e i protagonisti sono la direttrice di una ONG e un medico; prima si innamorano e poi si allontanano per questioni etiche, che riguardano il loro lavoro. Lei è Charlize Theron, lui è Xavier Bardem.
Regista e cast potrebbero far pensare a un bel film. È invece praticamente impossibile trovare qualche critico cinematografico che la pensi così. Di Il tuo ultimo sguardo si parla malissimo da quando fu presentato nel 2016 a Cannes. Paolo D’Agostini di Repubblica ha scritto che Bardem e Theron sembrano due manichini: «Bellissimi, affascinantissimi, perfetti anche nelle condizioni più disperate»; Il voto medio del film su IMDb è 3,9; Benjamin Lee ha scritto sul Guardian che «non c’è niente nel film che si avvicini all’autenticità e che la colpa è dell’evidente regia amatoriale di Penn»; David Rooney dell’Hollywood Reporter ha scritto che il film è «un vuoto miscuglio di storia d’amore e offensiva pornografia sulla questione dei rifugiati». Se state pensando ai film fatti da Penn prima di Into the Wild, sono questi: Lupo solitario, 3 giorni per la verità e La promessa.
Questa settimana sono usciti anche il thriller belga del 2015 Le Ardenne – Oltre i confini dell’amore, il film drammatico L’infanzia di un capo (con Robert Pattinson, vagamente ispirato a un racconto del 1939 dello scrittore francese Jean-Paul Sartre) e 2:22 – Il destino è già scritto, che parla di un controllore di volo che se la cava benissimo finché si accorge di una serie di cose strane che gli succedono e che finiscono tutte alle 2 e 22.