La gran storia della madre di Justin Trudeau
Si sposò a 22 anni con il primo ministro del Canada, che ne aveva 51, scappò per fare la groupie dei Rolling Stones, si ribellò a ogni protocollo
Quando nell’ottobre del 2015 Justin Trudeau venne eletto primo ministro del Canada, i giornali internazionali scrissero che fino a quel momento era conosciuto soprattutto per essere il figlio di Pierre Elliott Trudeau, leggendario e carismatico primo ministro canadese negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. In pochi si occuparono della madre, che il Washington Post ha definito «una delle personalità più sensazionali degli anni Settanta». Margaret Trudeau rimase sposata a Pierre Trudeau per sei anni, fu una donna molto poco obbediente al protocollo, politicamente attiva e libera. Ora ha 69 anni ed è impegnata nel sostegno delle persone con disturbi bipolari, sindrome di cui lei stessa ha sofferto.
Margaret Joan Trudeau Kemper (il suo cognome prima di sposarsi era Sinclair) è nata il 10 settembre del 1948 a Vancouver, in Canada. Suo padre era un parlamentare liberale e fu anche ministro della Pesca. Quando Margaret aveva diciotto anni, ed era una “figlia dei fiori” che girovagava per le comunità hippie del Marocco, durante una vacanza a Tahiti con i genitori e le sorelle incontrò Pierre Trudeau, allora ministro della Giustizia e di 29 anni più vecchio di lei. Nel suo libro di memorie Changing My Mind, pubblicato nel 2010, Margaret Trudeau ricorda di non essere rimasta particolarmente colpita dal suo futuro marito. Trudeau stava leggendo Declino e caduta dell’impero romano, che lei trovava piuttosto strano come lettura da spiaggia. «Il mio primo pensiero fu che era vecchio, con una pelle vecchia e delle vecchie dita», scrisse. I due cominciarono a frequentarsi, lei fu al suo fianco in qualche occasione pubblica, ma quando si sposarono, il 4 marzo del 1971, fu per tutti, tranne che per i familiari più stretti, una sorpresa. Margaret Trudeau aveva 22 anni, lui 51, e per il matrimonio si convertì al cattolicesimo (successivamente si avvicinò al buddismo e ora si considera anglicana). Quando le chiesero del ruolo che avrebbe avuto a fianco al primo ministro, disse: «Voglio essere più di una rosa sul bavero di mio marito».
I primissimi anni del suo matrimonio furono scanditi dagli eventi politici e dalla carriera del marito. Dopo le elezioni del 1972, il partito liberale di Trudeau si trovò in un governo di minoranza, venne sfiduciato nel 1974 e furono indette nuove elezioni. Margaret Trudeau fu molto coinvolta nella campagna elettorale, ma sempre a modo suo e portando con sé il figlio di sei mesi, il secondogenito Alexandre Emmanuel detto “Sacha” (Justin Trudeau aveva a quel tempo poco più di due anni): «È la prima campagna elettorale che abbia mai visto in cui prima di tutto vengono una culla e una borsa per i pannolini», scrisse un giornalista. Altri fecero notare come Margaret Trudeau fosse l’unica moglie di un leader politico così attivamente impegnata e altri ancora presero in giro le sue dichiarazioni (quando, ad esempio, in occasione di un comizio a Vancouver, raccontò davanti a migliaia di persone che il marito le aveva insegnato «molto sull’amore»). Alla domanda se pensasse che la sua partecipazione stesse aiutando Pierre Trudeau a raccogliere voti, lei rispose: «Non lo saprò fino all’8 luglio, ma il 52 per cento degli elettori in questo paese sono donne e molti di loro sono giovani». Dopo le elezioni di quell’anno Pierre Trudeau tornò nuovamente a capo di un governo liberale di maggioranza.
Nonostante il suo attivismo, Margaret Trudeau aveva difficoltà ad adattarsi al suo nuovo ruolo: «Dal giorno in cui sono diventata la signora di Pierre Trudeau una lastra di vetro è stato calata delicatamente intorno a me, ero come una paziente in un ospedale psichiatrico che non è più considerata in grado di prendere decisioni». E ancora: «Ero completamente impreparata per tutto questo», disse in un’intervista a People qualche anno dopo. Per i media di tutto il mondo, Margaret Trudeau era però una donna di grande fascino e lei e il marito vennero fotografati e raccontati come la coppia più glamour della storia politica canadese. Lei era certamente una donna originale («Se si segue alla lettera il protocollo, si rischia di diventare un robot»): fumava marijuana, durante una cena ufficiale a Caracas si alzò in piedi all’improvviso per cantare una canzone in onore della moglie del presidente venezuelano. A Washington DC, durante una cena di stato alla Casa Bianca, fece scandalo perché indossava un abito più corto del dovuto e se ne parlò per settimane. A un incontro ufficiale in Messico, salì sul palco per fare un appassionato discorso sui diritti delle donne. Durante una cerimonia religiosa a L’Avana si mise i jeans. Ebbe un esaurimento nervoso prima di compiere 26 anni e ne parlò apertamente in diverse interviste televisive.
Il matrimonio con Pierre Trudeau durò sei anni: i due si separarono nel maggio del 1977. I giornali raccontarono che qualche mese prima lei sparì per sette giorni e sette notti, tra le dichiarazioni imbarazzate dei portavoce del marito. Aveva seguito i Rolling Stones in un albergo di Toronto dopo un concerto, in quei giorni nella camera di Keith Richards i poliziotti canadesi avevano trovato ventidue grammi di eroina. «Era una groupie, solo questo, pura e semplice. Non c’era niente di male in questo. Ma non dovresti fare la moglie di un primo ministro se vuoi essere una groupie», scriverà più tardi nel suo libro Charlie Watts raccontando l’episodio. Poi seguì gli Stones a New York, frequentò lo Studio 54 e il fotografo Richard Avedon. Le vennero attribuite molte relazioni extraconiugali, alcune confermate altre no: con Ted Kennedy, Ronnie Wood, Mick Jagger, Warren Beatty, Leonard Cohen e Jack Nicholson, tra gli altri. La sera in cui il marito perse la maggioranza al parlamento, nel 1979, lei fu fotografata mentre ballava in un nightclub di New York. Dopo la separazione, scrisse un libro, rilasciò molte interviste, tentò di fare la fotografa, poi l’attrice, ma con scarsi risultati. E nel frattempo, continuò a raccontare pubblicamente quanto amasse ancora Pierre, quanto avrebbe voluto essere ancora sposata con lui, ma «non con le istituzioni», che si sentisse «uno spirito libero» e che non sopportasse di sentirsi «di proprietà pubblica» e incastrata in un ruolo istituzionale. Margaret e Pierre Trudeau divorziarono nel 1984 e lui vinse la custodia dei loro tre figli.
Poco dopo il divorzio ufficiale Margaret Trudeau si sposò di nuovo, con l’imprenditore immobiliare Fred Kemper e con lui ebbe altri due figli. Si ritirò dalla scena pubblica e quando il terzogenito Michel Trudeau morì in una valanga nel 1998 ebbe una nuova crisi depressiva e si separò. Quando nel 2000 Pierre Trudeau morì, lei era presente al funerale e anni dopo dichiarò che nonostante il matrimonio con lui fosse finito «l’amore non era mai venuto meno». Oggi è la presidente onoraria di WaterCan, un’organizzazione con sede ad Ottawa che sostiene alcune comunità del cosiddetto Terzo Mondo. Nel 2006 ha dichiarato di soffrire di depressione bipolare ed è attivamente impegnata nella campagna per combattere lo stigma sociale contro questa malattia.