In Grecia ci sono tonnellate di rifiuti per le strade
I netturbini scioperano da dieci giorni e le trattative con il governo non stanno andando molto bene
Da una decina di giorni la Federazione ellenica dei dipendenti delle Autonomie locali, cioè l’organizzazione che in Grecia riunisce i lavoratori comunali, compresi gli addetti alla raccolta dei rifiuti, è in sciopero a livello nazionale e le strade delle città e dei porti sono sommerse da tonnellate di spazzatura. In più c’è molto caldo (la temperatura ha raggiunto anche i 40 gradi), la stagione turistica è cominciata e ci sono diverse preoccupazioni che la situazione possa costituire un pericolo per la salute delle persone.
I netturbini sono in sciopero per chiedere maggiori garanzie contrattuali dato che anche nel loro settore ci sono stati dei tagli, negli ultimi mesi. Chiedono dunque una riapertura delle trattative con il governo, ma i colloqui tra il primo ministro greco Alexis Tsipras e i rappresentanti sindacali non sono finora andati bene: anche per mercoledì 28 giugno è stato deciso uno sciopero di 24 ore.
La situazione più critica è al porto di Salonicco e al Pireo, il principale porto di Atene, dove partono e arrivano le navi per le isole. A Salonicco il sindaco ha deciso di far spruzzare i cumuli di rifiuti con un disinfettante ed è in trattative con una società privata per esternalizzare la raccolta di rifiuti accumulati. Di fronte a questa ipotesi, il sindacato locale ha però reagito facendo capire che avrebbe interrotto lo sciopero, togliendo dunque forza alla protesta nazionale. Nel frattempo, il portavoce del governo Dimitris Tzanakopoulos ha detto che «il governo non permetterà che la salute dei cittadini sia messa a rischio, ma non permetterà nemmeno che un servizio pubblico e sensibile sia ceduto a interessi privati». Il quotidiano E Kathimerini scrive che tra oggi e domani la situazione potrebbe sbloccarsi: su pressione del sindacato di Salonicco l’organizzazione nazionale potrebbe infatti accettare le concessioni proposte da Tsipras (per oggi, giovedì 29 giugno, è prevista una nuova riunione). Il governo starebbe poi pensando a due differenti azioni da intraprendere per affrontare l’emergenza: far ricorso a un ordine giudiziario per costringere i netturbini a tornare al lavoro o usare l’esercito.
La Grecia è ormai entrata nel suo settimo anno di riforme economiche richieste dai creditori internazionali. Il governo di sinistra di Alexis Tsipras si trova in una situazione molto difficile: in questi anni ha accettato l’imposizione dell’austerità in cambio degli aiuti finanziari previsti dai piani di salvataggio insistendo però sul fatto che fosse necessaria per il paese una riduzione del debito per cominciare ad attuare politiche espansive (più spesa, senza rimetterci troppo) e per far crescere l’inflazione. Gli aiuti servono infatti al governo per pagare i debiti ai creditori internazionali e in piccola parte ai creditori interni, ma non permettono nuovi investimenti, una riduzione anche minima dell’austerità o spazi di manovra quando si presentano emergenze sindacali come quella degli ultimi giorni.