A Verona ha vinto il centrodestra
Quello di Federico Sboarina sostenuto da Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia
A Verona ha vinto le elezioini comunali, e diventerà quindi sindaco, il candidato di centrodestra Federico Sboarina. Patrizia Bisinella, sempre di centrodestra, ha ammesso la sconfitta commentando in un comunicato che il dato dell’astensione «è preoccupante». A Verona, come negli altri comuni, l’affluenza tra primo e secondo turno è diminuita: è stata del 42,94 per cento al ballottaggio, mentre domenica 11 giugno era stata del 59 per cento. Secondo i primi dati parziali (con 233 seggi scrutinati su 268) Sboarina è avanti con il 57,9 per cento contro il 42,1 di Patrizia Bisinella.
Al primo turno Federico Sboarina era arrivato primo con il 29,26 per cento, seguito da Patrizia Bisinella al 23,54 per cento che si è presentata con una serie di liste civiche e con il sostegno di Fare!, il movimento politico del sindaco uscente Flavio Tosi, che è anche il suo compagno. Il movimento di Sboarina si chiama “Battiti” ed è stato sostenuto da sette liste: tra queste ci sono una lista civica che si chiama “Verona più sicura”, quella di Forza Italia, della Lega Nord, di Fratelli di Italia e, infine, la lista degli indipendentisti veneti e del Partito dei Pensionati che in Veneto può contare su un buon seguito.
In vista del ballottaggio non c’è stato alcun apparentamento formale, ma Sboarina ha ottenuto l’appoggio di Michele Croce, candidato sindaco della lista civica Verona Pulita (4,9 per cento al primo turno), mentre Bisinella ha ottenuto il supporto dell’ex assessore tosiano Marco Giorlo, uscito dalla giunta tre anni fa, che al primo turno aveva ottenuto l’1,2 per cento. Negli ultimi giorni ha invitato a votare per Bisinella anche il segretario del PD Matteo Renzi che ha specificato come la candidata rappresenti «l’alternanza credibile a Salvini». Il PD locale (che con la candidata Orietta Salemi era arrivato terzo ottenendo il 22,5 per cento e che negli ultimi dieci anni con Tosi sindaco era stato all’opposizione) è invece stato meno esplicito nel sostegno a Bisinella. Negli ultimi mesi Tosi e Matteo Renzi si sono incontrati più volte sia a Verona che a Roma, Tosi aveva fatto attivamente campagna elettorale per il Sì al referendum costituzionale – tanto che Renzi aveva dichiarato «È un sindaco capace, competente, e vota Sì» – e i deputati che facevano riferimento a Tosi avevano votato con il governo Renzi in più occasioni, diventando (come nel caso del ddl Boschi) anche decisivi. Il Movimento 5 Stelle, arrivato quarto al primo turno con il 9,5 per cento, non aveva invece dato alcuna indicazione di voto per il ballottaggio e Michele Bertucco, il candidato della sinistra che aveva ottenuto il 4,6 per cento, aveva chiesto ai suoi elettori ed elettrici di non andare a votare.
Nei giorni scorsi è intervenuto in vista del ballottaggio anche il vescovo di Verona Giuseppe Zenti, che più volte in passato aveva dato il suo esplicito appoggio a dei candidati alle elezioni: Zenti ha chiesto l’istituzione di un assessorato alla Famiglia e ha spiegato che a livello locale «la Lega Veneta è rappresentata da Zaia, o anche dai leghisti di Verona, che conosco bene, che non sono identificabili con le posizioni e le sparate di Salvini. Sono dei moderati e attenti al sociale vero». Zenti aveva dunque invitato a votare per Sboarina, cercando però di sottolineare la differenza dei leghisti veronesi con i leghisti di Salvini, che nell’ultimo mese è stato molto spesso in città per fare campagna elettorale.