Atlante degli atlanti, reali e immaginari
I libri di mappe e guide illustrate sono sempre di più, e riguardano fra le altre cose isole remote, paesi fantastici, strade d'Islanda ed emozioni umane
Negli ultimi anni le librerie si sono popolate di guide e atlanti illustrati che riorganizzano gli spazi concreti e immaginari del mondo in sottoinsiemi sempre più stretti e trasversali – isole remote e sognate, strade d’Islanda, luoghi misteriosi o maledetti, paesi leggendari, città perdute e, perfino, emozioni umane – nel tentativo di ridare alla geografia un’aura fantastica.
Forse è una reazione alla diffusione di Google Maps e Google Street, che rendono esplorabile ogni anfratto della Terra. La riproducibilità fotografica satellitare del mondo ha trasformato la cartografia in una scienza esatta, basata sulla visibilità assoluta. Se viene la curiosità di vedere com’è fatto l’Albatross Bar di Edinburgh of the Seas, il centro maggiore dell’isola di Tristan da Cunha, oggi chiunque abbia a disposizione una connessione a Internet può farlo in un minuto. È meraviglioso – e per chi scrive è anche utilissimo – ma questa visibilità ha rosicchiato il regno dell’immaginabile geografico, fin quasi a estinguerlo. La risposta di molti libri è stata quella di inventarlo da capo, riavvicinando paradossalmente e giocosamente la cartografia ai suoi inizi, quando le mappe erano infestate di mostri terrestri e marini.
La Carta Marina di Olao Magno del 1572. Clicca per ingrandire
Le guide e gli atlanti che seguono sono stati in gran parte pubblicati di recente, ma ci sono anche alcuni dei loro antecedenti più celebri, messi insieme o inventati da Jorge Luis Borges, Saul Steinberg, Guy Debord e Asger Jørn, su su fino al grande Richard Scarry.