La proposta di Theresa May per i cittadini europei che vivono in Regno Unito
Offre la possibilità a chi arriva prima dell'effettiva Brexit – o poco dopo – di maturare gli stessi diritti dei britannici
Alla fine di una cena tra i leader europei che si è tenuta giovedì sera a Bruxelles, la prima ministra del Regno Unito Theresa May ha avanzato una prima proposta su come verranno trattati dopo Brexit i cittadini di paesi europei che vivono nel Regno Unito. May ha definito la sua proposta «giusta e seria», e ha spiegato che darebbe la possibilità ai cittadini dell’UE che si sono trasferiti in Regno Unito prima dell’effettiva uscita dall’Unione – i negoziati su Brexit sono cominciati lunedì scorso – di rimanere e di avere gli stessi diritti legati al welfare, alla sanità e all’istruzione dei cittadini britannici. Sia May sia l’UE hanno fatto sapere che il trattamento riservato agli stranieri residenti nel Regno Unito è uno dei primi punti dei negoziati che intendono risolvere.
May ha parlato di un nuovo status che verrebbe garantito ai cittadini di paesi europei che vivono nel Regno Unito da almeno cinque anni, e che ha definito “settled EU”. Secondo la proposta, questo status sarà garantito anche alle persone che si trasferiranno nel Regno Unito prima dell’effettiva Brexit, che dovrebbe avvenire nel marzo 2019, e a quelli che lo faranno entro un certo periodo successivo, che è stato ipotizzato a due anni: in entrambi i casi dopo che avranno maturato cinque anni di residenza nel Regno Unito. Le persone che otterranno lo status di “settled EU”, oltre a poter rimanere nel Regno Unito, potranno godere degli stessi diritti dei cittadini britannici, per quanto riguarda welfare e assistenza sanitaria, e li manterranno per tutta la vita. May ha però specificato che questi diritti saranno garantito soltanto se i paesi europei faranno lo stesso con i cittadini britannici residenti all’estero.
May ha detto che non vuole vedere nessuna famiglia divisa o persone costrette ad andarsene dal Regno Unito per via di Brexit. Al termine dei due anni successivi all’effettiva Brexit, i diritti degli immigrati europei nel Regno Unito saranno regolati dal sistema che sostituirà la libertà di movimento attualmente in vigore tra i paesi dell’UE. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha definito la proposta di May «un primo passo, ma non sufficiente». Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso una posizione simile, dicendo che è un «buon inizio» ma che ci sono ancora molte domande a cui rispondere.