Storia di una blogger cristiana che sposa una calciatrice
Negli Stati Uniti si parla molto della relazione tra Glennon Doyle – 700mila "mi piace" su Facebook, tre figli e un ex marito – e l'attaccante Abby Wambach, tra le più forti di sempre
Glennon Doyle è una delle più famose mom blogger – cioè scrittrici che si occupano sostanzialmente di temi legati alla famiglia – in tutto il mondo. La sua autobiografia Carry On, Warrior, uscita nel 2012, vendette centinaia di migliaia di copie, e negli anni successivi Doyle è apparsa in molte popolari trasmissioni tv. Il suo blog, Momastery, ha quasi 700mila “mi piace” su Facebook, più o meno come un giornale nazionale di media importanza. Doyle è un punto di riferimento anche per le cristiane “liberal” americane: nei suoi scritti parla spesso di Dio ma in modo molto meno rigido rispetto ai normali predicatori.
Dopo il successo di Carry On, Warrior, Doyle scrisse un altro libro autobiografico, Love Warrior: da allora, però, la sua vita è cambiata spettacolarmente. Il 14 novembre 2016, tre mesi dopo aver lasciato suo marito, annunciò di avere iniziato una relazione con Abby Wambach, una delle più forti calciatrici americane di sempre. La sua storia finì su tutti i giornali americani, e ora è stata raccontata da un lungo profilo su Doyle pubblicato dalla rivista Elle.
Feels like the world could use all the love it can get right now. So today, I'm sharing with you my new love. https://t.co/3KuDQ4e0Su pic.twitter.com/6vvxBqNUj4
— Glennon Doyle (@GlennonDoyle) November 14, 2016
La vita di Doyle era sempre stata un po’ agitata. Figlia di un preside di una scuola media e di una consigliera degli studenti, nonostante un’infanzia tranquilla passò un’adolescenza abbastanza problematica, come ha raccontato Elle. A 10 anni ebbe problemi di bulimia, a 13 si ubriacò al punto da svenire. Continuò a bere parecchio anche al liceo, nonostante a scuola andasse piuttosto bene: fra le altre cose giocava a lacrosse, suonava la viola ed era rappresentante degli studenti. Le cose però peggiorarono rapidamente:
Una volta arrivata all’università, era ormai diventata alcolizzata: si apriva una birra appena si alzava dal letto, e la portava con sé in doccia. Esaurì le sue carte di credito, diventò una fumatrice accanita e iniziò a farsi di cocaina mista a pillole. In mezzo alla nebbia, riuscì a laurearsi in letteratura anglofona alla James Madison University, e nel 1999 trovò lavoro come maestra elementare; ma nemmeno l’affetto per i suoi alunni la sostenne, o rallentò il suo percorso verso l’auto-distruzione.
Nel 2001, quando ancora era nel mezzo di questo periodo complicato, conobbe Craig Melton, suo marito fino al 2016. Dopo la nascita del primo figlio le cose iniziarono a sistemarsi: Doyle diventò maestra d’asilo, smise di bere ed ebbe altri due figli. La sua carriera da scrittrice è iniziata molto tardi. Nel 2009, meno di un anno dopo la nascita della terza figlia, Doyle notò che alcune sue amiche su Facebook stavano partecipando a una specie di primitiva attività “virale”, quella di compilare una lista di 25 cose sulla propria vita. Doyle non capì che queste liste venivano scritte quasi per scherzo, e compilò la sua molto seriamente. Al punto 5 dell’elenco, ad esempio, scrisse: «sono un’ex alcolista bulimica, sobria da sette anni. A volte mi mancano da morire l’alcol e il cibo, nella stessa indescrivibile maniera con cui può mancarti una persona che ti ha fatto del male e che ti ha abbandonata a morire da sola».
Diverse persone le fecero i complimenti per quel post: poco tempo dopo, il 27 luglio 2009, Doyle aprì Momastery, che esiste ancora oggi. Due anni e mezzo dopo, Doyle scrisse il post che la rese definitivamente famosa: un’articolata critica contro le persone che invitano a “godersi ogni momento”, a “cogliere l’attimo”, in relazione a crescere ed educare i propri figli. Ad oggi il post ha ottenuto più di 800mila condivisioni sui vari social network. All’epoca, contribuì a farle ottenere un contratto per un libro, che sarebbe diventato Carry On, Warrior.
Il libro ottenne un successo notevole, e buone recensioni: parlava in particolare delle difficoltà passate di Doyle e dei problemi del suo matrimonio, complicato dal fatto che il marito l’aveva tradita più volte. Doyle raccontava di come fosse riuscita a superare tutte queste difficoltà grazie all’affetto per i figli e alla fede in Dio. Il librò arrivò in cima alla classifica del New York Times della saggistica più letta negli Stati Uniti e fu consigliato dalla popolarissima presentatrice tv Oprah Winfrey. L’anno successivo, Doyle tenne una conferenza TED sulla sua esperienza con la malattia mentale e il trattamento negli ospedali psichiatrici. Ad oggi il video è stato visto più di 2 milioni di volte.
Doyle iniziò allora a scrivere il sequel di Carry On, Warrior, incentrato sull’infedeltà di suo marito (ma dal lieto fine). Durante un incontro promozionale incontrò Wambach. «Il concetto dell’amore a prima vista mi è sempre sembrato una sciocchezza», ha ricordato anni più tardi: «ma quando Abby è entrata in quella stanza ho distintamente pensato “eccola”. Ho realizzato che quella sarebbe stata la persona con cui sarei rimasta per sempre».
Con Elle, Doyle ha parlato della sua storia con Wambach solamente in termini positivi, sottolineando quanto ora stia bene con sé stessa, e di quanto abbia scoperto di apprezzare il sesso molto più di quanto pensasse. Poco tempo dopo avere conosciuto Wambach, Doyle ne ha parlato col suo ex-marito, con cui è rimasta in buoni rapporti (attualmente condividono l’affidamento dei loro figli). La storia con Wambach va avanti da circa un anno: si sono sposate un mese fa.
Nonostante Doyle abbia ricevuto qualche critica da altri cristiani per aver divorziato e perché sta con una donna, la sua chiesa è notoriamente molto aperta su questi temi: è la Chiesa unita di Cristo, una comunità con posizioni molto aperte sui diritti dei gay, l’aborto e i diritti civili (di cui fa parte anche l’ex presidente americano Barack Obama). Doyle parla spesso in pubblico del rapporto fra la sua sessualità e la sua fede, e sempre in toni molto netti. In un recente post su Instagram, ad esempio, ha spiegato:
Amo la mia vita e amo mia moglie, e Dio è amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore. Dio non è complicato. Se c’è amore, c’è Dio. Se qualcuno rende Dio più complicato di così, ha un secondo fine.
Church. I love my life and I love my wife and God is Love and Love is love is love is love is love is love is love. God is not complicated. If you’ve got love, you’ve got God. If anybody makes God more complicated than that- check to see what they’re selling. If you’ve got Love, you’ve got God. Thanks @emthegem #pridemonth Un post condiviso da Glennon Doyle (@glennondoyle) in data: