Cosa sono i Trattati di Roma e perché sono importanti
Furono firmati poco più di 60 anni fa dai rappresentanti di sei paesi europei, tra cui l'Italia: istituirono la CEE e l'Euratom
I Trattati di Roma sono due tra i documenti più importanti della storia dell’Unione Europea: se ne riparla oggi perché sono considerati fra i temi papabili che potranno uscire nella prima prova dell’esame di maturità. I Trattati furono firmati il 25 marzo 1957 a Roma dai governi di Francia, Repubblica Federale di Germania (cioè la Germania Ovest), Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo e istituirono la Comunità economica europea (Cee) e la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom). La loro firma, e la successiva ratifica da parte dei Parlamenti nazionali, fu un momento molto importante, arrivato in una fase non facile per il processo di integrazione europea.
Come si arrivò ai Trattati di Roma
I Trattati di Roma furono il secondo grande passo avanti del processo d’integrazione europea. Il primo era stato completato sei anni prima, il 18 aprile 1951, a Parigi: quel giorno i governi di Francia, Germania Ovest, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – gli stessi che firmarono poi i Trattati di Roma – istituirono la CECA, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio. L’idea che stava alla base della CECA si era sviluppata da un celebre discorso dell’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman, che l’anno precedente aveva parlato della necessità di mettere insieme le risorse industriali e minerarie di Francia e Germania, una delle ragioni che avevano portato i due paesi a farsi la guerra. Se si fosse sottratto il controllo esclusivo di queste risorse dai due governi, pensava Schuman, sarebbe stato possibile evitare altre guerre in Europa.
Il ministro degli Esteri Robert Schuman annuncia il piano per l’istituzione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, il primo passo del processo di integrazione europea. Parigi, 9 maggio 1950 (dpa/picture-alliance/dpa/AP Images)
Da quel discorso nacque il cosiddetto “approccio funzionalista”, che caratterizzò per moltissimi anni il processo di integrazione europea: significa in sostanza spingere i paesi europei a mettere in comune alcuni settori delle loro economie nazionali, facendoli poi gestire da un’autorità imparziale e terza, l’Europa per l’appunto. Dopo la firma del trattato di Parigi, nel 1951, i paesi europei provarono però qualcosa di diverso, rispetto all’approccio funzionalista in ambito economico: tentarono di sviluppare l’idea di un progetto sovranazionale di stampo federalista – cioè un progetto con molta integrazione politica – e avviarono la creazione di un esercito comune, cioè una Comunità europea di difesa (Ced), due temi che periodicamente ritornano ancora oggi nel dibattito pubblico. Entrambi i tentativi però fallirono – la Ced fu respinta dal Parlamento francese – spingendo i paesi coinvolti nella CECA a riprendere “l’approccio funzionalista” e a concentrarsi sul mercato comune e sull’energia atomica. Fu così che si arrivò alla firma dei Trattati di Roma.
I Trattati di Roma, cosa sono e cosa prevedono
Il 25 marzo 1957 a Roma pioveva. Uno dopo l’altro arrivarono alla Sala degli Orazi e Curiazi di Palazzo dei Conservatori, che oggi ospita i Musei capitolini, i rappresentanti dei governi che avevano deciso di essere parte del progetto. Fuori, sotto la pioggia, una folla di persone aspettava che la firma venisse ufficializzata per festeggiare. Per l’Italia i Trattati furono firmati da Antonio Segni, l’allora presidente del Consiglio, e Gaetano Martino, l’allora ministro degli Esteri.
Il più importante dei Trattati di Roma è quello che istituì la Comunità economica europea (CEE), un organismo che avrebbe dovuto avere un ruolo prevalentemente economico e che doveva servire a garantire una crescita stabile ai paesi che vi avevano aderito. Nella pratica il provvedimento più importante previsto nel trattato fu l’eliminazione dei dazi doganali fra gli stati membri, cosa che consentì la creazione del “mercato unico”, uno dei pilastri dell’Unione.
Il trattato istitutivo della CEE fu poi modificato diverse volte negli anni successivi, per esempio nel 1992 con il trattato di Maastricht e nel 2007 con il trattato di Lisbona. L’Euratom, invece, aveva come scopo quello di coordinare i programmi di ricerca degli stati membri relativi all’energia nucleare e assicurare che questa energia venisse usata per scopi pacifici: l’Euratom è in vigore ancora oggi.