Macron ha la maggioranza assoluta
Al secondo turno delle elezioni legislative francesi ha ottenuto 348 seggi, ma la partecipazione è stata molto bassa
La République En Marche!, il partito centrista del nuovo presidente francese Emmanuel Macron, ha vinto il secondo turno delle elezioni legislative che si è svolto ieri domenica 18 giugno. La République En Marche! – alleato con il partito di centro MoDem – ha ottenuto 348 seggi su 577, un risultato che consentirà a Macron di avere la maggioranza assoluta e di governare con una certa tranquillità: LRM ha vinto 306 seggi, MoDem 42. Il risultato è inferiore alle stime circolate dopo il primo turno, che avevano assegnato al partito un centinaio di seggi in più. La partecipazione è stata molto più bassa rispetto al secondo turno delle legislative di cinque anni fa e inferiore anche rispetto al primo turno di una settimana fa: in generale è stata la più bassa nella storia della Quinta Repubblica. L’astensione è stata pari al 57,4 per cento e le persone che hanno votato sono state il 42,6 per cento degli aventi diritto.
Al ballottaggio erano passati i candidati che al primo turno avevano ottenuto almeno il 12,5 per cento dei voti degli iscritti e delle iscritte nelle liste elettorali (non dei votanti). l primo turno erano stati eletti direttamente solo 4 candidati, a causa dell’alto tasso di astensione.
Oltre che del risultato del partito di Macron, creato meno di un anno e mezzo fa, si sta di nuovo parlando della perdita dei consensi dei partiti tradizionali. Il Partito Socialista, che aveva vinto le elezioni del 2012, è passato da 258 parlamentari a 28, mentre i Repubblicani – il principale partito di centrodestra – da 185 a 113. Anche il Front National, il partito di destra radicale guidato da Marine Le Pen, è andato male: avrà solamente 8 deputati contro i 15 che sperava di ottenere (e che avrebbero consentito di formare un proprio gruppo politico, e quindi di ottenere maggiore visibilità). La France insoumise, coalizione di sinistra guidata da Mélenchon, ha ottenuto 17 seggi e potrà dunque costituire un gruppo all’interno dell’Assemblea, il Partito Comunista Francese ha vinto 10 seggi. «Un anno fa, nessuno si sarebbe immaginato un rinnovamento politico del genere», ha detto il nuovo primo ministro francese Edouard Philippe.
La République En Marche! è andato molto bene in tutte le votazioni che si sono tenute in Francia nell’ultimo mese e mezzo. Alle presidenziali, Macron aveva preso più voti degli altri candidati e al ballottaggio aveva battuto Marine Le Pen con il 32 per cento di voti in più. Al primo turno delle legislative di due settimane fa, la coalizione fra En Marche! e il suo alleato centrista MoDem aveva ottenuto il 32 per cento dei voti, staccando di 11 punti la coalizione dei Repubblicani e di 23 quella dei Socialisti.
Agence France-Presse ha calcolato che il nuovo Parlamento avrà 223 donne – il numero più alto di sempre – e che in generale sarà più giovane ed etnicamente variegato rispetto agli ultimi anni. Circa metà degli eletti di La République En Marche! sono praticamente sconosciuti alla stampa e al pubblico, e oltre a politici di centrosinistra e di centrodestra comprendono anche professori universitari, imprenditori e attivisti. Fra di loro ci sono anche Hervé Berville, un economista 27enne rifugiato politico del Rwanda, e il noto matematico francese Cédric Villani.
I sei membri del governo del primo ministro di Edouard Philippe che si erano presentati alle legislative sono stati eletti. La candidata della destra radicale Marine Le Pen ha vinto nella circoscrizione Pas-de-Calais, mentre Florian Philippot, vice-presidente di FN, ha perso contro il candidato di Macron. L’ex primo ministro socialista Manuel Valls ha vinto nella circoscrizione Essonne, con il 50,3 per cento dei voti, ma visto il pessimo risultato del Partito Socialista in generale Jean-Christophe Cambadélis, segretario del PS, ha annunciato poco dopo l’esito del voto le proprie dimissioni. Jean-Luc Mélenchon, leader di La France insoumise, ha vinto a Marsiglia e ha lanciato un appello alla «resistenza»: «Informo il nuovo potere che nemmeno un metro di terreno in materia di diritti sociali sarà ceduto senza lotta».