Ora invece un avvocato di Trump dice che non è indagato
Jay Sekulow dice che il tweet del presidente degli Stati Uniti sulla “caccia alle streghe” era una risposta alle accuse del Washington Post, ma «non c'è nessuna indagine»
Jay Sekulow, uno degli avvocati del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha detto domenica che Trump non è indagato per ostruzione alla giustizia, come invece sembrava avere ammesso lo stesso presidente degli Stati Uniti in un tweet venerdì scorso. L’indagine in questione è quella sul licenziamento di James Comey da direttore dell’FBI, avvenuto a maggio. Sekulow, intervistato durante il programma di NBC Meet the Press, ha detto:
Voglio essere chiaro: il presidente non è indagato per ostruzione alla giustizia. Il tweet del presidente era una risposta alle cinque fonti anonime che pare abbiano rivelato l’informazione al Washington Post. (…) Non ha paura di un’indagine perché non c’è nessuna indagine. Non c’è un’indagine sul presidente degli Stati Uniti, punto.
La notizia che anche Trump fosse indagato era stata data dal Washington Post, che, citando in modo anonimo cinque fonti informate sull’indagine, aveva scritto che Robert Mueller – Procuratore Speciale per guidare l’indagine sul ruolo della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016 – stava cercando di capire se Trump avesse fatto ostruzione alla giustizia quando aveva parlato a Comey delle indagini sull’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn – chiedendogli di lasciarle perdere – e quando aveva licenziato lo stesso Comey.
Dopo l’articolo del Washington Post, Trump aveva scritto su Twitter: «sono indagato per aver licenziato il direttore dell’FBI dall’uomo che mi ha detto di licenziare il direttore dell’FBI! È una caccia alle streghe». Trump si riferiva probabilmente al viceprocuratore generale Rod Rosenstein, la persona che ha nominato Mueller Procuratore Speciale. L’equivoco potrebbe dipendere dal fatto che negli Stati Uniti “indagato” ha un significato diverso rispetto all’Italia. Anche se Trump fosse indagato, non sarebbe un atto formale, ma una questione sostanziale: Trump potrebbe averlo appreso dallo stesso Washington Post, prendendo la notizia per buona e decidendo di rispondere.