L’Iran ha bandito la Zumba
Perché il ballo e i movimenti ritmici sono illegali: probabilmente però le persone continueranno a praticarla, dandole un altro nome
In Iran molte cose che nei paesi occidentali sono considerate normali sono vietate: tra queste c’è, almeno formalmente, il ballo e, da questo mese, anche la Zumba, cioè quel tipo di ginnastica aerobica che si fa ascoltando musica pop latinoamericana. È stata bandita da Ali Majd Ara, il capo dell’organizzazione statale per la promozione delle attività sportive, la Federazione Sport per Tutti, che ha detto che la Zumba non può stare tra gli sport ammessi perché fare «movimenti ritmici» o «ballare» è illegale. Il New York Times ha intervistato un’istruttrice di Zumba di Teheran, Sunny Nafisi, per capire se questo divieto avrà delle conseguenze reali, oppure se gli iraniani lo ignoreranno e continueranno a praticare questo tipo di ginnastica, magari chiamandolo in un altro modo, come si faceva fino a quattro anni fa per timore che andasse contro le leggi iraniane.
Nafisi ha raccontato che per anni la Zumba è stata chiamata con altri nomi, ad esempio «esercizi sulla musica», «ritmo del corpo», «aerobica avanzata» o «mumba», fino a quando un’istruttrice ha cominciato a usare il vero nome quattro anni fa. Dato che le autorità non reagirono, anche molti altri istruttori, tra cui Nafisi, seguirono il suo esempio. L’opinione di Ara, espressa in una lettera indirizzata a un funzionario provinciale e pubblicata da un’agenzia di stampa, è stata però considerata un divieto a livello nazionale, per via dell’incarico di Ara.
Il New York Times ha contattato anche il religioso di orientamento riformista Hossein Ghayyoumi per conoscere la sua opinione sulla Zumba. Ghayyoumi all’inizio non aveva idea di cosa fosse la Zumba, ma dopo che è stata bandita ha guardato alcuni video su internet e si è fatto un’idea, commentando: «Mi sembra un buon tipo di esercizio per qualcuno come me [Ghayyoumi ha 66 anni e soffre di artrite] e come essere umano mi sento immediatamente connesso al movimento ritmato. Ma come religioso so che il ballo e la musica sono un modo di cercare il piacere e per questa ragione sono haram, cioè vietati dalla legge religiosa». Anche le professioni legate lontanamente alla musica e al ballo sono bandite in Iran, compresa l’attività di tagliare la legna per realizzare strumenti musicali. Ghayyoumi ha detto anche che alcuni religiosi poco importanti hanno cercato di far cambiare la linea del clero nei confronti della musica, per giustificarne dal punto di vista religioso almeno l’ascolto, ma non hanno avuto successo. Oltre al ballo, la legge iraniana proibisce anche le feste miste e la consumazione di bevande alcoliche: tuttavia, negli ultimi anni, molte persone hanno cominciato a contravvenire a queste regole, soprattutto nelle città.
Sunny Nafisi non si deve però scontrare solo con le leggi iraniane per poter insegnare Zumba a Teheran. Anche l’ufficio legale della Zumba Fitness, la società statunitense che controlla il marchio registrato Zumba, si è messo contro di lei: l’anno scorso le ha revocato la sua licenza di istruttrice di Zumba perché ha scritto di lavorare in Iran su una pagina Facebook legata alla società. Alcune aziende americane interpretano le sanzioni ancora imposte sull’Iran in modo molto rigido: la Zumba Fitness ha detto a Nafisi che potrà riavere la sua licenza solo se si trasferirà in un altro paese e le ha rimborsato parte di ciò che aveva pagato per partecipare a un corso di formazione a Dubai. Nafisi non ha comunque intenzione di smettere di insegnare Zumba ai suoi quaranta studenti: ha detto che continuerà a farlo, semplicemente cambiando il nome del corso.