Le assurde elezioni di Trapani sono diventate ancora più assurde
Il vincitore del primo turno si è sabotato da solo per lasciare soltanto il candidato avversario al ballottaggio
Negli ultimi mesi le vicende politiche del comune di Trapani, in Sicilia, dove lo scorso 11 giugno si è votato per il primo turno delle amministrative, hanno attirato le attenzioni dei quotidiani nazionali per via di alcune storie di calcolo politico e stratagemmi elettorali insoliti e sorprendenti, che hanno avuto una svolta ulteriormente inaspettata negli ultimi giorni. Il candidato di centrodestra Girolamo “Mimmo” Fazio, che è sostenuto da alcune liste civiche e dall’UdC ed è arrivato primo al primo turno con il 32 per cento, ha deciso – dopo essere praticamente stato irrintracciabile per molte ore – di non presentare entro il termine previsto, le 12 di sabato, la lista degli assessori della sua eventuale giunta, requisito necessario per essere ammessi al ballottaggio di domenica prossima. Per questo, Fazio di fatto si è escluso volontariamente dal ballottaggio, lasciando come unico candidato soltanto Pietro Savona del Partito Democratico, che al primo turno ha preso il 26 per cento dei voti. Dietro la decisione c’è un ardito stratagemma politico, secondo le ricostruzioni dei giornali.
A questo punto, al ballottaggio dovrà votare almeno il 50 per cento degli aventi diritto perché l’elezione di Savona sia valida: sarà una percentuale difficile da raggiungere, visto che al primo turno ha votato poco meno del 59 per cento degli elettori. Se voteranno meno persone, Savona non potrà essere eletto e il comune sarà commissariato. Il PD ha per questo fatto sapere, scrive Repubblica, di voler chiedere l’ammissione al ballottaggio del terzo candidato più votato al primo turno, il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì (che peraltro è in attesa di un giudizio della Corte di Cassazione su un processo per concorso esterno in associazione mafiosa). Su questa eventualità Fazio si era espresso negativamente, dicendo: «non mi sembra giusto avvantaggiare chi è stato già bocciato dagli elettori, compirei un torto nei loro confronti». Savona ha criticato duramente la strategia di Fazio: «questo è un ulteriore atto di vendetta, che scaturisce dalla faida interna al centro destra, i cui effetti sono solo a danno della città e dei cittadini trapanesi di cui non si tiene conto».
Le strategie di Fazio sono motivate da un calcolo politico, secondo Repubblica: dato che è molto probabile che il comune venga commissariato e che saranno organizzate nuove elezioni per l’anno prossimo, Fazio spera di potersi ricandidare dopo aver risolto la sua situazione giudiziaria. Gli alleati politici di Fazio non hanno condiviso le sue scelte, o almeno così sembra dalle dichiarazioni del deputato regionale dell’UdC Mimmo Turano, che ha detto: «Non so e non giudico le decisioni altrui, ma non permettere di dare un sindaco alla città la considero una scelta politica grave che non fa gli interessi della città stessa». Al tempo stesso però visto che il possibile commissariamento riguarderebbe solo il sindaco e la giunta, e non il consiglio comunale, Fazio non ha danneggiato i membri della sua lista che sono già stati eletti al primo turno.
Le elezioni comunali a Trapani erano già molto strane prima delle vicende dell’ultima settimana: Fazio e D’Alì, due tra i tre principali candidati infatti erano interessati da inchieste giudiziarie, che erano risultate per Fazio agli arresti domiciliari, e per D’Alì all’obbligo di soggiorno. La ragione per cui Fazio – che è stato sindaco di Trapani dal 2001 al 2012 – ha deciso di rinunciare a diventare sindaco riguarda proprio l’indagine dalla procura di Palermo in relazione a un presunto giro di tangenti che riguardano il trasporto marittimo locale. Secondo l’accusa, Fazio avrebbe favorito l’armatore Ettore Morace, amministratore della delegato dell’azienda di trasporti Liberty Lines, che è la più grande compagnia di aliscafi d’Europa, in cambio di tangenti. Morace e Fazio si conoscono e sono legati: la moglie di Morace, Annemarie Collart Morace, era una delle persone indicate da Fazio come futuri assessori in caso di vittoria alle elezioni. A maggio Fazio e Morace sono stati arrestati: Fazio è rimasto agli arresti domiciliari per sedici giorni, fino al 3 giugno, mentre Morace si trova tuttora ai domiciliari.
Subito dopo il primo turno Fazio si era detto soddisfatto del risultato, aggiungendo che se non ci fosse stata la vicenda giudiziaria in ballo sarebbe probabilmente stato eletto senza bisogno del ballottaggio (in Sicilia è sufficiente il 40 per cento dei voti). Poi però la procura di Trapani ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame per il ripristino della custodia cautelare nei confronti del candidato, e quindi il 13 giugno Fazio si è dimesso da deputato regionale, carica che aveva dal 2012, e aveva annunciato di non voler accettare l’incarico di sindaco in caso di elezione.