La notte a Tokyo è illuminata dai distributori automatici
Ce ne sono 5 milioni in tutto il Giappone: sono un problema ambientale ma hanno anche una bellezza triste e surreale
In Giappone è facile incontrare a ogni angolo di strada un distributore automatico: ce ne se sono più di 5 milioni e mezzo, circa uno ogni 23 persone, e vendono di tutto: bibite, giocattoli, prodotti alimentari e tecnologici. Sono un aspetto quotidiano della cultura giapponese – gli acquisti fatti dalle persone nel 2015 furono di 42 miliardi di dollari, circa 37 miliardi di euro – e se ne parla spesso anche per l’elevato e continuo consumo di energia che richiedono: all’inizio degli anni Novanta le campagne ambientaliste sottolineavano che i distributori automatici del paese consumavano la quantità di energia prodotta da una centrale nucleare, e dopo lo Tsunami del 2011 le macchinette furono al centro della campagna per il risparmio di energia elettrica.
A partire da questa preoccupazione il fotografo tedesco Benedikt Partenheimer ha costruito il suo progetto, iniziato nel 2013 durante un periodo di lavoro a Tokyo, di fotografare i distributori automatici giapponesi di notte. Partenheimer si chiede se «Abbiamo bisogno di tutte le macchine che creiamo e vogliamo vivere in un mondo che sta diventando sempre più comodo», ma dice di essere allo stesso tempo affascinato dalla «assurda bellezza, surreale e triste» emanata dalle macchinette di notte. Le fotografa come oggetti quasi magici, senza persone attorno e senza che compaiano bene i prodotti che vendono, circondate soltanto dalla loro luce.
Partenheimer è nato nel 1977 a Monaco di Baviera, altri sui lavori si possono vedere sul suo sito.