C’è una nuova crisi politica in Romania
I principali partiti di maggioranza hanno tolto il sostegno al primo ministro, accusato di non essere riuscito ad attuare il programma di governo
I due partiti principali che formano la maggioranza al Parlamento rumeno hanno ritirato il loro appoggio al governo del primo ministro Sorin Grindeanu, in carica dallo scorso gennaio. Grindeanu ha rifiutato di dimettersi, provocando una nuova e grave crisi politica nel paese, dopo quella iniziata lo scorso inverno con le proteste di piazza contro una legge che avrebbe ridotto le pene per il reato di corruzione. Il leader del Partito social democratico (PSD), Liviu Dragnea, e i suoi alleati liberali hanno annunciato mercoledì il ritiro dell’appoggio al governo in una conferenza stampa, durante la quale hanno accusato il primo ministro Grindeanu, che appartiene a sua volta al PSD, di non aver implementato le numerose misure previste dal programma di governo che ha permesso al PSD di vincere le elezioni dello scorso dicembre, con il 46 per cento dei consensi. Il primo ministro ha risposto poco dopo con un’altra conferenza stampa, in cui ha respinto tutte le accuse e in cui ha detto che Dragnea deve dimettersi dalla guida del partito.
Grindeanu sostiene che il capo del suo partito lo critichi ingiustamente, perché chiede che siano implementate misure che il programma non prevedeva prima del 2018 e altre ancora che nel programma non sono presenti. Dragnea lo accusa di aver fallito nel migliorare le relazioni con la Russia, uno dei punti del programma: Grindeanu ha però risposto che la Romania è membro dell’Unione Europea, e quindi non può non adeguarsi alle sanzioni contro la Russia, decise da tutti i governi dell’Unione. Dietro queste accuse, sostiene il primo ministro, ci sarebbe soltanto il desiderio di Dragnea di sostituirlo con una figura a lui più vicina.
Lo scontro tra il primo ministro Grindeanu e il suo leader di partito Dragnea è arrivato a sorpresa, visto che fino a poco tempo fa i due erano considerati stretti alleati. Grindeanu è stato scelto personalmente da Dragnea, che non può ricoprire la carica di primo ministro a causa di una condanna ricevuta per aver cercato di fare dei brogli durante un referendum del 2012. Dragnea scelse anche tutti i componenti dell’attuale governo ed ebbe una parte importante nella stesura del programma. Dopo l’insediamento del governo, Dragnea disse che avrebbe vigilato con attenzione sulla sua attuazione.
Secondo il primo ministro, però, le accuse mosse da Dragnea per giustificare il ritiro del suo sostegno sono solo delle scuse. La Romania, ha spiegato, è il paese che cresce di più in Europa, con un tasso del 5,7 per cento nel primo trimestre dell’anno. Grindeanu ha detto che non si dimetterà fino a quando non si sarà assicurato che il presidente della Repubblica, Klaus Iohanni, non sarà pronto ad assegnare l’incarico a un altro membro dello stesso partito.